Edifici scolastici insicuri

Edifici scolastici insicuri

Priorità non rinviabili

Sono sotto gli occhi di tutti il precario stato di manutenzione e lo scarso livello di sicurezza degli edifici scolastici italiani.

Accade spesso, purtroppo, che la mancata manutenzione, quando non la cattiva progettazione, si trasformino in tragedia. Crolli improvvisi, per migliaia di feriti e vittime. Nel migliore dei casi, lo sgomento per una strage scampata.

Risale al 31 ottobre 2002, in occasione del terremoto in Molise e Puglia, il crollo della scuola elementare Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso). La causa fu rinvenuta in un’errata sopraelevazione. Furono in 27 a perdere la vita. 26 bambini e una maestra.
È del 22 novembre 2008 il crollo del controsoffitto in laterizio del Liceo Charles Darwin di Rivoli (Torino), sotto il peso di un vecchio tubo di ghisa non funzionante lasciato ancorato nel vano tecnico con del fil di ferro. Restò vittima il diciassettenne Vito Scafidi.
Recentissimo, infine, è il crollo di un edificio dell’Università di Cagliari, crollo che, se si fosse verificato nelle ore diurne, o solo poche ore prima, avrebbe costretto a contare innumerevoli giovani vittime.

Non basta.

Molti edifici scolastici presentano numerose altre carenze (oltre a quelle della loro scarsa sicurezza strutturale e, in particolare, sismica), dalla presenza di barriere architettoniche, ai riscaldamenti non funzionanti, all’aria condizionata inesistente. Per non parlare di palestre inadeguate e laboratori vetusti.

Sicurezza, adeguatezza strutturale e corretta progettazione antisismica o corretto adeguamento sismico devono essere obiettivi prioritari.

Per quanto riguarda la sicurezza sismica, si ricorda che da decenni l’Italia dispone già di tecnologie molto efficaci (come l’isolamento sismico e la dissipazione di energia), utilizzabili sia per la realizzazione di nuove scuole sicure che per adeguare sismicamente scuole esistenti (non solo in cemento armato, ma anche in muratura) che risultino insicure.
Il tutto a costi aggiuntivi assai ridotti, se non addirittura nulli.
La prima nuova scuola italiana ad essere isolata sismicamente alla base fu proprio la nuova Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, collaudata nel 2008. Un mese dopo tale collaudo, vi fu quello della prima scuola esistente a essere adeguata con l’isolamento alla base, la scuola elementare Quasimodo di Riposto (Catania).

Nonostante le plurime e radicate criticità dell’edilizia scolastica, tra le tante risorse e procedure operative previste dal PNRR, oggi, come già denunciato anche da Meritocrazia Italia (v. studio del 13 settembre 2022), il Ministero dell’Istruzione ha autorizzato appena il 19% degli interventi, erogato soltanto l’1% delle risorse e dei 30.040 interventi autorizzati soltanto 19.015, meno di due su tre, sono stati conclusi.
Eppure investire in edilizia scolastica potrebbe contribuire in modo considerevole anche a una ripartenza del comparto edile e, a medio termine, a un recupero di parte delle risorse investite nell’efficientamento energetico, con risparmi considerevoli dei consumi energetici delle scuole.

È indispensabile procedere celermente alla definizione di un piano di recupero infrastrutturale, operando una accorta mappatura delle criticità sull’intero territorio nazionale, valorizzando le migliori tecnologie disponibili (l’isolamento sismico o la dissipazione di energia, per quanto attiene alla sicurezza sismica), e avendo riguardo a inadeguatezza energetica, barriere architettoniche e sistema energetico.
Gli interventi devono puntare al livellamento qualitativo tra nord e sud del Paese, a una reale sostenibilità e alle rinnovate esigenze scolastiche, per garantire la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica come stabilito dal Pnrr.
Fondamentale a tal fine è
– assicurare la rapidità nell’approvazione dei progetti e nella loro realizzazione;
– autorizzare l’utilizzo di materiali con alte prestazioni energetiche, sicuri dal punto di vista sismico e strutturale, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, i cui componenti siano riutilizzabili;
– attuare un ripensamento di spazi, arredi e attrezzature tecnologiche per le scuole preesistenti e ancor più per le nuove costruzioni per garantire nuovi e flessibili ambienti di apprendimento polifunzionali e confortevoli.

Anche per questa via è possibile diffondere una idea innovativa di scuola, che trasformi gli edifici scolastici in veri e propri punti di aggregazione, ritrovo, confronto e tempo libero.

 

 

Per altri dati e proposte: https://www.meritocrazia.eu/edilizia-scolastica/



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