EMERGENZA ANZIANI: SERVE UNA MIGLIORE PROGETTUALITÀ CONTRO LA SOLITUDINE – COMUNICATO 26.02.22
Le restrizioni emergenziali hanno avuto un impatto devastante su giovani e over 65.
Gli anziani, in particolare, soffrono di solitudine e avvertono forte un devastante senso di ‘inutilità’.
La disomogeneità territoriale della qualità del servizio di trasporto sociale non ha aiutato la mobilità e ha favorito l’isolamento. Si è aggiunto, con rinnovata forza pervasiva, il problema del digital divide generazionale.
Da ultimo, il colpo di grazia è stato inferto dal vertiginoso aumento del costo di gas ed energia elettrica, che mette in ginocchio famiglie e imprese, ma colpisce di più chi vive di sola pensione.
Aumentano i casi di depressione e povertà.
La distribuzione delle risorse del PNRR rivela una certa attenzione per gli anziani non autosufficienti.
Nulla, invece, riguardo a quelli ancora ‘attivi’. Nulla sul piano dell’educazione digitale o sul piano dell’inclusione sociale ed esperienziale.
È fondamentale, oggi più che in passato, promuovere una politica diretta ad assicurare tutela alla dignità dei cittadini più anziani, detentori di un patrimonio valoriale inestimabile, attraverso adeguati programmi sociali, perché possano continuare a essere parte attiva del sistema e a dare il proprio prezioso contributo in termini di esperienza e sapere.
In questa prospettiva, Meritocrazia Italia reputa essenziale:
– promuovere la diffusione di centri diurni, con programmi di inclusione degli anziani in attività socialmente utili;
– individuare standard di processo e gestione del ‘trasporto sociale’, al fine di uniformare i comportamenti delle amministrazioni e migliorare la qualità dell’assistenza su tutto il territorio nazionale;
– avviare programmi di educazione digitale facilmente accessibili a beneficio della popolazione anziana;
– finanziare progetti a livello territoriale che favoriscano lo sviluppo di competenze digitali di cittadini over 65, al fine di imparare a usufruire servizi sempre più avanzati;
– intensificare i controlli sulle reali condizioni economiche dei singoli, per favorire l’individuazione dei cosiddetti ‘falsi poveri’ ed evitare la dispersione di risorse;
– promuovere e finanziare l’apertura, in ogni Comune, di ‘centri di ascolto’ ai quali possano rivolgersi, in completo anonimato, anche anziani soli (che magari provano senso di vergogna nel chiedere aiuto, sia economico che psicologico);
– promuovere, da parte delle amministrazioni comunali, incontri formativi, di dialogo e confronto intergenerazionali, con possibilità di condivisione di racconti esperienziali;
– istituire corsi di studio e di approfondimento ponderati sulle esigenze e sugli interessi della terza età, di facile ed economica accessibilità;
– incentivare il cohousing (da ‘coabitare’, ‘abitare in luoghi condivisi’) per gli anziani soli, perché privi di parenti o perché, per i più disparati motivi, rischiano di ritrovarsi soli nei momenti di maggiore difficoltà;
– promuovere attività sportive per anziani, stipulando convenzioni adeguate a età e reddito con palestre pubbliche o private.