
Emergenza truffe ai soggetti vulnerabili: MI propone un’azione coordinata e integrata
Desta particolare preoccupazione una nuova forma di truffa ai danni dei soggetti più vulnerabili: la manipolazione emotiva.
Il truffatore si finge amico o conoscente di un parente della vittima – generalmente prediligendo gli affetti più cari – chiedendo al malcapitato, che spesso è un anziano, di versare una somma non eccessivamente alta, quindi il più delle volte disponibile e sostenibile ma creando un clima di urgenza nel rappresentare una difficoltà del congiunto o il pericolo che possano derivare conseguenze negative in caso di rifiuto o ritardo.
Un tipo di raggiro che si dimostra efficace grazie alla conoscenza di dettagli familiari specifici e al comportamento ordinato e professionale del truffatore, che generalmente si presenta come persona affabile e perbene e dunque in grado di carpire la fiducia della vittima per la sua apparente affidabilità.
Meritocrazia Italia, nel condannare fermamente tali condotte, sollecita un intervento rapido e incisivo su più fronti, in primis quello normativo, per un maggiore contrasto del fenomeno, non tanto e non solo con l’inasprimento delle pene quanto piuttosto con il rafforzamento dei controlli sul web e l’urgenza della regolamentazione dell’uso dei social che spesso offrono su un piatto d’argento ai delinquenti informazioni preziose per potersene avvantaggiare illecitamente.
Si propone dunque:
– la previsione di leggi che obblighino le piattaforme a garantire maggiore sicurezza sui dati sensibili dei cittadini, rendendo a monte più difficoltoso l’accesso per i truffatori con l’accreditamento mediante codice fiscale, spid o altro sistema di identificazione univoco, e a valle impedire di raccogliere informazioni senza consenso esplicito;
– di predisporre campagne volte all’educazione preventiva e di sensibilizzazione, mirate a famiglie e anziani, al fine di educare la cittadinanza sul rischio di truffe e sul modo in cui riconoscerle e più in generale sull’uso responsabile della rete;
– coinvolgere associazioni locali, professionisti della psicologia e dei servizi sociali per realizzare percorsi di responsabilizzazione nelle scuole e nelle comunità locali;
– istituire di un “Fondo di garanzia per vittime di truffe” al fine di supportale nel recupero delle somme perdute con risarcimenti rapidi, copertura delle spese legali e creando al contempo un sistema di monitoraggio delle truffe registrate con il censimento dei singoli episodi per mappare vittime, colpevoli e dati di contesto (a tal fine sarebbe utile anche istituire un Osservatorio permanente).
Solo attraverso un’azione coordinata e integrata, che coinvolga legislatori, forze dell’ordine, enti locali e comunità, si può affrontare efficacemente questa problematica e prevenire danni irreparabili alla parte più vulnerabile della nostra società.
Stop war.