Esperimento ‘Bologna-città 30’: MI chiede diversi interventi per la sicurezza stradale urbana

Esperimento ‘Bologna-città 30’: MI chiede diversi interventi per la sicurezza stradale urbana

È iniziata a Bologna la sperimentazione della ‘città 30’.
Sono entrate in vigore in questi giorni le ordinanze che hanno introdotto il limite di velocità a 30km/h sul 70% del territorio bolognese, per le ore notturne e diurne.

Nelle intenzioni dichiarate, ridurre il numero di incidenti.
Secondo l’amministrazione bolognese, la velocità sarebbe la prima causa di incidenti mortali nel Comune. Ma non solo. La misura renderebbe le strade più sicure e promuoverebbe, in uno, la mobilità sostenibile, e dunque gli spostamenti a piedi e l’utilizzo dei mezzi di trasporto. Vantaggi anche in tema di ambiente e inquinamento: la riduzione della velocità limiterebbe le emissioni di gas e smog, riducendo il rumore generato dal traffico.

Il provvedimento, però, fa discutere.
Il limite introdotto appare in alcuni casi surreale, laddove i monopattini e le bici elettriche sarebbero addirittura più veloci, e potrebbe indurre a una deresponsabilizzazione dei pedoni e dei ciclisti stessi, troppo spesso distratti e indisciplinati.
La misura non sarebbe altresì suscettibile di un’applicazione generalizzata per tutte le città e soprattutto per tutte le strade, anche quelle ad ampia carreggiata o a scorrimento veloce. I tempi di percorrenza rischierebbero di diventare più lunghi, con un aumento del traffico e della congestione stradale. Gli automobilisti guiderebbero insomma attaccati al tachimetro per scongiurare sanzioni, piuttosto che prestare attenzione agli utenti della strada.
Svantaggi anche per l’ambiente. Le automobili con motore a scoppio, oggi di gran lunga quelle più utilizzate, che procedono lentamente nei controviali emettono gas di scarico in abbondanza, diversamente invece per le auto elettriche.

Meritocrazia Italia ha in più occasioni avanzato proposte di revisione della regolazione del traffico stradale cittadino, a favore di maggiori sostenibilità e sicurezza e resta certa che ogni misura (e ogni sanzione) debba essere assunta con capacità di previsione, visione e ponderazione delle esigenze. Per questo chiede di insistere, piuttosto, su
– migliore promozione dell’educazione stradale, attraverso una revisione delle modalità di svolgimento degli esami per il conseguimento delle patenti di guida e dei rinnovi;
– revisione dei limiti previsti, con ragionevole adeguamento alla tipologia di strada, per rendere più sicuri gli spostamenti senza contestualmente generare disagi;
– individuazione di “zone di rischio”, dove si concentra la presenza di pedoni, bambini, ragazzi e anziani;
– per una riduzione effettiva dell’inquinamento ambientale, potenziamento dei servizi pubblici, incentivando l’utilizzo di mezzi di trasporto e ridurre al minimo l’utilizzo del mezzo privato;
– manutenzione delle strade e messa in sicurezza di marciapiedi, piste ciclabili e aree pubbliche, non solo in occasione di eventi.

Stop war.



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