Felici che, anche oggi, possa piovere
Ogni cosa ha lati positivi e negativi.
Le nuvole, ad esempio, tolgono spazio al sole e mettono spesso di cattivo umore, ma portano anche la pioggia, così preziosa in questo momento storico.
Siamo portati a esaltare ciò che non va, criticando e lamentandoci dell’infelicità che porta. Contestiamo il nuovo modo di vivere, fatto di agi e scorciatoie.
È vero, si è perso il bel modo di fare le cose. Ma costatarlo e prenderne le distanze a parole non basta.
Dobbiamo fare qualcosa.
Leggendo un articolo sul capitalismo tecnologico, mi ha colpito una considerazione che contiene tantissima verità: tutto quello che serve a mettere in contatto le persone a distanza non fa altro che alzare muri. Per un verso è utilissimo, perché consente di conoscere, di scoprire, di prendere cognizione di realtà lontane, di vedere posti che non si potrebbero visitare con facilità o senza alto dispendio economico. Per l’altro, allentano l’impegno nell’approfondimento e portano ad accontentarsi di planare sulla superficie delle cose.
L’uomo di oggi è radicalmente diverso, in approccio e desideri, da quello di soli dieci o quindici anni fa. Alla continua ricerca della strada più breve e più comoda, ama soprattutto specchiarsi.
È da cogliere la sollecitazione dei più avvenuti, che invocano un cambiamento culturale.
Non è un ragionamento puramente filosofico. Anzi, non c’è nulla di più concreto del sogno di chi vuole cambiare il mondo cambiando le menti.
La manipolazione dei pensieri è molto più semplice nel capitalismo tecnologico, dove attecchiscono odio, divisione e guerre, che nel capitalismo culturale.
Quando si cerca di rafforzare il radicamento culturale in un territorio, in verità ciò che si vuole fare è rimuovere gli attriti, il dominio fatto di avidità umana, quella strategia del terrore che mortifica secoli di evoluzione della Civiltà.
La Cultura crea difesa, fornisce gli anticorpi giusti contro quel male che fa smettere di essere davvero uomini.
Non vogliamo essere macchiane guidate da altri. Più si potenzia il fascino di un display, più si mette in ombra quello del mondo.
Meritocrazia reagisce con forza, senza cadere mai nel tranello di accusare qualcuno per il tanto diffuso male di vivere. Non imputiamo ad altri responsabilità che sono di tutti. Né affidiamoci a un qualche singolo salvatore.
Le nuvole fanno sentire tristi nelle giornate uggiose. Ma consentono di godere delle alternanze climatiche delle quali tanto si ha bisogno.
Non tutto quello che non dona nell’immediato il sorriso va allontanato.
Leggere un libro e studiare possono sembrare attività pesanti e noiose. Non danno gioia da subito. Ma quanta crescita può portare la forza del sacrificio e dell’impegno. Quanta libertà di pensiero e quale capacità di coltivare nuove idee, oltre ogni stereotipo e omologazione.
E proprio di idee abbiamo bisogno, e di libero confronto.
Alla fine la pioggia, in una giornata buia, è un bene per tutti.
Impariamo a cogliere l’importanza di ogni momento, anche di quelli all’apparenza meno positivi.
Cerchiamo di essere felici che, anche oggi, a un certo punto, possa piovere.