Fiamme e allagamenti: servono un piano straordinario di prevenzione, inasprimento delle pene e blocco permessi a costruire
L’Italia è sottoposta, ormai da tempo, ad alternanze incredibili tra piogge e siccità con picchi di temperatura mai registrate in passato.
Non è più una novità, eppure sembra non interessare alla politica la prevenzione e la programmazione. Anche su questo il PNRR avrebbe potuto rappresentare l’occasione giusta. All’ambiente, con la tutela del territorio e della risorsa idrica, sono stati destinati 15,37 miliardi, dei quali quasi tutti (15,06) provenienti da fondi europei, con:
– studio del territorio e mappa dei rischi;
– investimenti infrastrutturali;
– dotazioni organiche;
– investimenti in mezzi di soccorso e di prevenzione del territorio
Al contrario, accade ogni anno di assistere impotenti alla alternanza tra siccità, allagamenti, trombe d’aria e devastazione di ettari di zone boschive in tutta l’Italia. Con tutto ciò che comporta: disastri ambientali, pericoli per l’incolumità dei cittadini, colpi inferti al turismo locale e costi elevatissimi a carico della comunità. Una sola ora di volo di un canadair costa dai 7.000,00 ai 10.000,00 euro. Senza contare spese di ripristino e recupero.
L’inerzia dinanzi a tutto questo non è da Paese civile. Soprattutto non è più un fattore eccezionale, e su ciò andrebbe co-struita una seria programmazione, anche con coordinamento tra gli assessori regionali.
Le temperature elevate, la mancanza di cura attiva dei boschi e l’incoscienza di alcuni procurano disastri che sarebbero evitabili con un po’ di accortezza, anche soltanto attuando le linee guida già definite dalla Protezione Civile Nazionale.
Meritocrazia Italia chiede una dura ed effettiva reazione. Si punti e si investa nella prevenzione anzitutto.
Si chiede di affidare la difesa del territorio a una Unità di Missione appositamente costituita, che si occupi delle attività di prevenzione degli incendi e dei lavori necessari per la protezione delle aree a rischio. Resta la necessità di agevolare il dialogo tra i corpi nazionali coinvolti nella prevenzione e nella lotta attiva agli incendi (protezione civile, vigili del fuoco e carabinieri forestali), attese le attuali difficoltà di coordinamento.
Per altro verso, è indispensabile anche incrementare la selvicoltura preventiva, consistente nella piantumazione di specie vegetali più resistenti agli incendi, sempre nel rispetto della biodiversità.
Il recupero dei fondi spesi ogni anno per le emergenze incendi potrebbe essere destinato piuttosto all’installazione di impianti fissi antincendio. In questo modo, oltre a proteggere il patrimonio boschivo, sarà possibile anche creare lavoro e risorse grazie a una attenta e oculata gestione del patrimonio boschivo.
Si guardi con rigore anche al contributo negativo dell’uomo.
Meritocrazia insiste nel sottolineare la necessità che si diffonda una sempre maggiore cultura del rispetto, con campagne d’educazione e informazione per evitare inconsapevoli comportamenti scorretti o pericolosi. Chiede, non ultimo, un inasprimento delle sanzioni a carico dei responsabili di disastri ambientali, sul piano penale, anche della custodia cautelare, e sul piano amministrativo, con il blocco di permessi e autorizzazioni edilizie per le zone coinvolte da incendi.
Stop war.