FIDUCIA NELLE INTUIZIONI E COSTANZA – 8 AGOSTO 2021
Ragionando sulla ricerca delle soddisfazioni reali nel lungo e accidentato percorso della vita, è impressione diffusa che, nella modernità, la Felicità sia diventata traguardo irraggiungibile. Avvertivano la stessa sensazione anche i greci antichi.
Impossibile sembra non collezionare attimi di gioia, ma costruire una serenità stabile, realizzare appieno le proprie aspirazioni e dare appieno espressione ai propri talenti.
Il rischio di fallimento è sempre altissimo. Ogni scelta comporta rinunce, compromessi, errori. È vero, ma alla fine basta prenderne atto. La stabilità si ottiene soltanto con la capacità di immergersi nel tempo presente, di affrontare le contingenze, di trovare soddisfazione dal viaggio più che dalla meta.
Star bene vuol dire anzitutto comprendere che tutto quello che riguarda il proprio percorso di crescita professionale, lavorativa, o la propria vita familiare ha a che fare con la relazione e la condivisione. L’agio della propria individuale esistenza si conserva finché anche il contesto intorno si attesta su livelli dignitosi di qualità. Diversamente, come sosteneva Nietzsche, la volontà di superficie tradisce una consapevolezza della profondità. Restando concentrati sul proposito di benessere individuale, si perdono di vista le esigenze comuni
In questi giorni, il Ministro della Giustizia e il Premier hanno mantenuto una posizione di rigore sulla riforma della Giustizia, soprattutto penale e, in specie, per quanto concerne la prescrizione. Si sono convinti che le forze politiche sono più accorte alle proiezioni del proprio elettorato e al risultato dei sondaggi continui sul posizionamento del proprio partito che ai bisogni dei cittadini.
Oggi, chi cura davvero l’interesse del Popolo? Chi conduce uno studio onesto del piano delle necessità?
Malsana competizione, autoreferenzialità, superficialità delle valutazioni generano iniquità e inadeguatezza organizzativa. Mortificano la visione.
E invece occorrono lungimiranza e coraggio di perseguire intuizioni di apparente difficile realizzazione.
Un esempio fra tutti. Luois Vuitton, oggi noto in tutto il mondo per aver dato il nome a uno dei marchi di moda più prestigiosi, nasceva d’umili origini. Le opportunità vennero soltanto per la sua ostinazione nel dar verso alle proprie abilità. Dapprima si dedicò alla lavorazione del legno, e in particolare alla realizzazione di casse da trasporto al servizio di famiglie altolocate. Con spirito di osservazione e intelligenza, fece tesoro della conoscenza così acquisita delle esigenze delle persone più facoltose e pensò di creare un proprio laboratorio per la realizzazione dei bauli e valigie. Non mancarono errori e imperfezioni iniziali, ma Vuitton tenne ferma la barra della determinazione e si impegnò per affinare l’idea iniziale. Fino a quando non realizzò quel baule che sarebbe passato alla storia per aver fatto il giro del mondo. Da lì, all’affermazione definitiva del marchio con l’apertura di una industria alle porte di Parigi, ancora esistente.
Si parte da una visione. Si giunge alla meta con la caparbietà e la fiducia nelle proprie intuizioni.
Nella consapevolezza che sul tragitto è facile incontrare persone che non comprendono e non condividono, che puntano il dito e sono pronte a demolire le speranze altrui.
Bisogna saper resistere e cogliere lo sprone, con l’orgoglio di chi conosce le proprie capacità e vive la soddisfazione delle conquiste.
Questo pensa chi vive Meritocrazia e accetta il sacrificio che porta con sé inseguire l’ambizione di rompere gli schemi.