FONDI DI SUPPORTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA E STRATEGIE DI SISTEMA
Il «Fondo per le politiche della famiglia», istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 19, comma 1, d.l. n. 223 del 2006 (conv. con mod. dalla l. n. 248 del 2006), è direttamente inteso a promuovere e realizzare interventi a tutela della famiglia.
Il Fondo è stato da ultimo ridisciplinato con l. n. 296 del 2006 (Legge finanziaria 2007) che, fra l’altro, ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla famiglia, con funzioni di studio e consulenza sulle politiche in favore della famiglia e di supporto ai fini della predisposizione del Piano nazionale per la famiglia.
Dal 2010 le risorse afferenti al Fondo sono ripartite fra interventi relativi a compiti e attività di competenza statale e attività di competenza regionale e degli enti locali.
La prima tranche di risorse è destinata a realizzare e promuovere politiche di competenza statale con particolare riferimento a:
– iniziative di conciliazione di vita e di lavoro,
– promozione del welfare familiare aziendale,
– attività relative all’istruzione e alla promozione della Carta della famiglia.
Le risorse destinate a interventi di competenza regionale e degli enti locali, invece, sono volte a favorire attività svolte dai Centri per le famiglie e dai Consultori a sostegno della natalità, anche con carattere di innovatività rispetto alle misure previste a livello nazionale, ed attività a supporto della genitorialità.
Le risorse del Fondo destinate alle Regioni e agli enti locali sono assegnate mediante un apposito decreto di ripartizione del Ministro delle politiche della famiglia, previa intesa in sede di Conferenza Unificata.
La legge di bilancio 2019 (art. 1, comma 482, l. n. 145 del 2018) ha introdotto una nuova disciplina e una nuova finalizzazione del Fondo, nella quale si annoverano:
– interventi volti a valorizzare il ruolo dei Centri per la famiglia;
– definizione di criteri e modalità per la riorganizzazione dei Consultori familiari;
– percorsi di sostegno, anche di natura economica, ai minori orfani di crimini domestici e alle loro famiglie, affidatarie o adottive;
– progetti finalizzati alla protezione e la presa in carico dei minori vittime di violenza;
– contrasto del fenomeno del cyberbullismo;
– interventi per il sostegno dei genitori separati e divorziati;
– interventi volti a favorire i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l’abbandono dei minori; interventi in materia di adozione e affidamenti.
Dal 2019, la dotazione a regime del Fondo, parallelamente a tale ampliamento di finalità, è stata pari a quasi a 100 milioni di euro (94.682.826 euro), di cui ben 79 milioni, però, destinati a interventi relativi a compiti ed attività di competenza statale, di cui l’1% riservato a consulenze che il ministero potrà affidare a soggetti esterni quali aziende private per la promozione del welfare aziendale, e solo 15 milioni per attività di competenza regionale e degli enti locali.
Si è parlato di un ampliamento di finalità eccessivo tanto da apparire velleitario dove all’aumento complessivo delle risorse non è corrisposto, in percentuale, un aumento effettivo di risorse per le regioni e gli enti locali, quanto, piuttosto, una messa a disposizione eccessiva di risorse a favore di aziende private per interventi settoriali a favore di un segmento di popolazione che lavora nelle grandi imprese italiane che già, di per sé, è più garantito di altri.
Per il 2020, la dotazione del Fondo prevista dalla legge di bilancio 2020 è stata pari a 74,5 milioni di euro registrando una riduzione di circa 30 milioni di euro rispetto alla dotazione strutturale del Fondo come stabilita dalla legge di bilancio 2019.
Le risorse del Fondo per le Politiche per le famiglie destinate ad attività di competenza regionale e degli enti locali hanno dunque subito per il 2020 un taglio significativo, passando dai 15 milioni del 2019 ai 12 milioni del 2020, una riduzione ulteriore tanto più significativa se si considera che tali fondi costituiscono risorse importanti per finanziare interventi che si sono amplificati per effetto della legge di bilancio del 2019 ed afferenti, nello specifico a: centri per le famiglie, consultori ed iniziative in generale a sostegno e supporto della natalità e della genitorialità.
Il 7 maggio 2020, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso l’intesa sullo schema di decreto di riparto delle risorse del fondo per l’anno 2020, ma ha rappresentato forte preoccupazione per la decurtazione della quota riservata alle Regioni rispetto al precedente anno ed evidenziato l’importanza di disporre di una dotazione di risorse congrue, anche a livello regionale, proprio in un momento di crisi, quale quello attuale, in cui tutti i servizi locali, ed in particolar modo i servizi a sostegno delle famiglie, sono chiamati a ripensare, ed in alcuni casi a reinventare completamente il loro operato e le modalità e gli interventi messi in atto per sostenere le famiglie e la genitorialità.
Nel periodo emergenziale da COVID-19, l’art. 105 del decreto Rilancio (d.l. n. 34 del 19 maggio 2020) ha incrementato di 150 milioni di euro per l’anno 2020 il Fondo, allo scopo di destinare una quota di risorse ai Comuni per il potenziamento, anche in collaborazione con istituti privati, dei centri estivi diurni, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo per i bambini di età compresa tra i 3 ed i 14 anni, nonché allo scopo di contrastare con iniziative mirate la povertà educativa.
Si tratta di iniziative da realizzare durante il periodo di emergenza e per quando l’emergenza sarà terminata ed il lockdown gradualmente sospeso al fine di recuperare il tempo perso in termini di offerta educativa e culturale.
Viene rimandata al Ministro per la Famiglia l’individuazione dei criteri di riparto.
Tuttavia, l’orizzonte temporale e la strumentazione del ‘decreto Rilancio’ non vanno oltre la pandemia. La sua natura, per quanto straordinaria, anche in ambito di enti locali, resta congiunturale.
Passare dalla risposta emergenziale ad una strategia di medio e lungo periodo è, oggi, più che mai fondamentale.
Come già osservava la Corte dei Conti nel 2019, è necessaria una programmazione, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, al passo con l’evoluzione delle esigenze dei destinatari delle provvidenze.
In quest’ottica, oggi, serve aprire una nuova fase, incrementando stabilmente i fondi nazionali, anticipandone ed allineandone i tempi della ripartizione, coordinando e facendo convergere – anche attraverso un Piano straordinario – gli obiettivi ed i livelli contenuti nelle diverse programmazioni già avviate, coinvolgendo le parti del sistema a tutti i livelli: statali, regionali e degli enti locali.
Fonti:
http://famiglia.governo.it/it/politiche-e-attivita/finanziamenti-avvisi-e-bandi/fondo-per-la-famiglia-intese-conferenza-unificata/informativa/
http://www.regioni.it/newsletter/n-3600/del-30-04-2019/politiche-per-la-famiglia-raggiunta-lintesa-sul-fondo-2019-19677/
https://www.lombardianotizie.online/tagli-fondo-famiglia/
http://www.regioni.it/newsletter/n-3844/del-19-05-2020/fondo-per-le-politiche-della-famiglia-regioni-ok-allintesa-sul-decreto-ma-risorse-decurtate-21201/
https://francopesaresi.blogspot.com/2019/07/fondo-per-la-famiglia-dal-tutto-al-poco.html
https://www.cisl.it/grandi-temi/sociale-e-sanita/13712-decreto-riparto-fondo-politiche-per-la-famiglia-anno-2019.html