Formazione e Lavoro
La formazione nel mondo del lavoro è un tema di centrale importanza in uno Stato che cerca di ridurre il gap esistente con Paesi in cui l’offerta lavorativa è ben più variegata e meno regolamentata, nonché offerta a prezzi concorrenziali ed in regimi in cui il carico fiscale è molto inferiore al nostro.
Con il D.M. 12 ottobre 2015 del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali sono stati positivamente delineati gli standard formativi che costituiscono i livelli essenziali delle prestazioni lavorative ed i criteri generali delle varie forme di apprendistato. Nell’attuale versione il legislatore, ai fini dell’attivazione di un contratto di apprendistato, abdica al proprio ruolo alla capacità delle istituzioni formative autorizzate di sapere individuare concretamente quali siano le vere necessità del mercato del lavoro. Purtroppo, però, la lentezza della macchina burocratica, l’eccessiva standardizzazione su modelli obsoleti dei piani formativi individuali – che mal si conciliano con le esigenze del mercato – e la carenza di controlli efficaci, hanno portato l’apprendistato sempre più lontano dalle intenzioni del legislatore, trasformando uno strumento di crescita e qualificazione del lavoratore in un meccanismo che favorisce quei datori di lavoro che non hanno di mira l’acquisizione di reali professionalità e competenze tecniche dei propri dipendenti, ma un mero beneficio fiscale.
Tutto questo si sostanzia in percorsi di apprendistato non più finalizzati a promuovere il successo formativo degli apprendisti o a favorire il raccordo didattico e organizzativo tra l’istituzione formativa e l’impresa, come voluto dal legislatore, e si risolve in un danno al lavoratore che, salvo una minima formazione esterna avulsa dalle mansioni che è in realtà chiamato a svolgere, una volta ultimato il percorso viene allontanato e sostituito con un nuovo apprendista che consenta all’azienda di godere nuovamente dei medesimi benefici.
Lo sforzo per una formazione mirata e riconosciuta, in favore e non in danno all’apprendista, deve essere il principale obiettivo di una legislazione armonica del mondo del lavoro, che consenta a chiunque di accedere ad un periodo formativo, anche al di fuori dei requisiti di età, ma soprattutto volta ad una maggiore valorizzazione della loro professionalità, ancor di più in un panorama come quello italiano ove la formazione, anche universitaria, è lontana dal mondo dell’applicazione pratica degli insegnamenti che fornisce. Anche l’alternanza scuola-lavoro nei fatti è stata una grande occasione mancata, in quanto organizzata in modo tale da non essere effettivamente utile allo studente che si affaccia sul mondo del lavoro, vantaggiosa solo per le imprese che hanno goduto della disponibilità di manodopera non retribuita.
La crescita di un Paese passa dalla formazione e dalla capacità delle istituzioni formative di cogliere quali nuovi sbocchi lavorativi e quali opportunità, anche nel mercato globale, si possono aprire per i giovani e, perché no, anche per i meno giovani non adeguatamente formati, al fine di calibrare il proprio intervento al perseguimento dell’interesse dei lavoratori e delle imprese. Stages formativi troppo frammentari, o tirocini slegati dall’ambito lavorativo concreto, non possono raggiungere gli ambiziosi obiettivi di fare crescere la professionalità di un soggetto, che si trova a dover sopravvivere senza salario o con emolumenti non commisurati al costo della vita, in quanto i benefici fiscali sono destinati solo al datore di lavoro e non creano un reale meccanismo di protezione nei confronti del lavoratore, che spesso si presta alla stipula di un contratto di apprendistato quale unica possibilità di accedere al mercato del lavoro.
L’auspicio è dunque che si addivenga ad un intervento legislativo teso alla riforma della formazione lavorativa che meglio si coordini con la formazione scolastica, in quanto la scuola ben potrebbe fungere da trampolino per l’attuazione di progetti evolutivi che si affaccino nel mondo del lavoro con una impronta maggiormente armonizzata con la realtà attuale in rapido sviluppo non solo sul piano tecnologico ma anche sociale.