GIORNATA DEL RICORDO DEI CADUTI MILITARI E CIVILI NELLE MISSIONI INTERNAZIONALI – COMUNICATO 12.11.20

GIORNATA DEL RICORDO DEI CADUTI MILITARI E CIVILI NELLE MISSIONI INTERNAZIONALI – COMUNICATO 12.11.20

Non si può dimenticare il 12 novembre 2003. Un camion bomba si lancia contro “Base Maestrale” il comando delle Unità di Manovra dei Carabinieri italiani della MSU impegnati nell’Operazione “Antica Babilonia”. Oltre 50 sono i morti ed i feriti tra il personale militare e civile italiano ed i cittadini iracheni.

È il più importante tributo versato dall’italia in una missione di pace dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri, impegnati come unità di polizia – oltre che nell’addestramento della nuova polizia irachena – avevano scelto di installare i propri comandi all’interno del perimetro urbano al fine di mantenere uno stretto contatto con la popolazione, seguendo le proprie storiche tradizioni. E mentre svolgevano il loro tradizionale lavoro – sebbene in zona di guerra – tra la popolazione e per la popolazione sono stati attaccati vilmente dai terroristi.

È questo che ha contribuito a rendere l’attentato un gesto ancor più abbietto perché le unità MSU erano impegnate in prima linea nell’aiutare il nuovo Iraq a sviluppare le proprie forze di polizia democratiche ed a proteggere la popolazione non solo e non tanto dai terroristi, ma soprattutto dai criminali comuni.
Proprio per questo motivo il 12 novembre è la “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali” in cui si ricordano tutti i caduti durante missioni di mantenimento della pace nei teatri di guerra all’estero.

Numerosi sono i militari italiani e i cooperanti civili che in diversi territori hanno sacrificato le loro vite per aiutare le popolazioni nell’ambito delle operazioni di peace keeping  o peace enforcing cui l’Italia ha partecipato nel corso degli anni sia sotto la guida ONU che nell’ambito della NATO. Dagli aviatori trucidati a Kindu fino ai caduti in Afghanistan passando per la Bosnia, l’Iraq e la Somalia una lunga scia di sangue ha segnato gli interventi umanitari italiani che non possono essere dimenticati.

Meritocrazia Italia auspica che questi sacrifici delle vite umane, cui va un deferente omaggio, siano da monito per il futuro e si possa giungere alla risoluzione delle controversie internazionali attraverso la via della pace anche con un maggiore e più intenso lavoro di mediazione dell’ONU e delle altre Organizzazioni Internazionali.



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