GIOVANI E LAVORO
Si punti sull’orientamento
I recenti tristissimi fatti di cronaca riportano l’attenzione sulle concrete utilità dell’alternanza Scuola-Lavoro, che da sempre desta perplessità soprattutto in ordine all’adeguatezza dei percorsi strutturati rispetto agli obiettivi formativi.
L’alternanza scuola-lavoro è uno strumento diffuso in tutti i Paesi industrializzati.
In Italia è introdotta nel 2003 in modo facoltativo, ma già due anni dopo diviene vincolante in tutti i percorsi di istruzione.
Da ultimo, nel 2017, la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro porta ad applicare le norme del testo sulla sicurezza n. 81/08. A settembre 2019 ne sono dimezzate le ore e si parla di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento.
Alla base, la capacità di costruire percorsi di qualità e verificare che gli ambienti ospitanti siano idonei. Si tratta di un impegno gravoso, poco riconosciuto, che però talvolta ha generato casi di ‘sindrome da firma’ nei soggetti responsabili.
Oggi si contano esperienze davvero formative, ma anche altre poco utili.
Ha scosso la dolorosa morte di Lorenzo di 18 anni, nello scorso mese di gennaio, mentre svolgeva le ultime ore del suo stage in alternanza. Si aggiunge quella di Giuseppe, studente sedicenne marchigiano, morto durante un percorso di formazione professionale triennale.
La misura nasce con fini condivisibili, ma, a quel che è dato riscontrare, non sempre le attività programmate riescono a stimolare la curiosità dello studente o avvicinare l’interesse dei giovani al mondo del lavoro. Eppure, con l’espressione ‘Percorso Formativo’ si intende un percorso di formazione professionale altamente specifico finalizzato all’accrescimento sia della cultura, sia delle competenze, sia della manualità o applicazione pratica delle tematiche oggetto del Percorso stesso.
Il Dipartimento Giovani di Meritocrazia Italia propone che il dialogo tra studenti e mondo del lavoro avvenga mediante
– il potenziamento dei percorsi formativi professionalizzanti, anche alternativi ai corsi universitari, in linea con le richieste di competenze tecniche provenienti dai diversi settori produttivi, e un maggiore investimento nell’ambito ITS, per consentire la valorizzazione delle abilità e l’allargamento delle opportunità di impiego;
– il coinvolgimento diretto di imprese e altre realtà locali nella progettazione e nell’erogazione della didattica, anche per la riscoperta dei vecchi mestieri;
– attività svolte nel corso di stage e tirocini realmente in linea con i propositi di formazione e vengano svolte con rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza.
È essenziale che la Scuola riscopra la propria fondamentale funzione di generatore di Cultura e supporto nella scoperta di attitudini e inclinazioni, nella migliore aderenza alle esigenze imposte dal rinnovato contesto sociale, culturale ed economico, ma soprattutto nella miglior salvaguardia dei Giovani.