GLI ORDINI PROFESSIONALI COME PROTAGONISTI DELLA RIVOLUZIONE DELLA P.A.
Per una nuova sinergia tra pubblico e privato
La Pubblica Amministrazione va riformata.
È una delle certezze del momento. Non a caso rappresenta uno dei passaggi fondamentali del proposto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’idea di trasformazione trova la realizzazione nelle prime quattro lettere dell’alfabeto:
A come ‘accesso’,
B come ‘buona amministrazione’,
C come ‘capitale umano’,
D come ‘digitalizzazione’.
Sotto il primo profilo, un ruolo centrale potranno svolgerlo gli Ordini professionali.
Un coinvolgimento attivo degli Ordini, chiamati a fare una selezione al loro interno per dare risposta alla richiesta di nuove professioni, aprirebbe a sistemi più snelli e veloci di accesso, reclutamento e concorsi, con percorsi specifici per selezionare gli specialisti da destinare all’attuazione degli investimenti del Recovery Plan.
Un metodo che unisce tempestività e specializzazione, con contratti a termine di immediata fruizione, la cui rinnovabilità sarà decisa dalle amministrazioni.
Potrebbe essere una Rivoluzione. Una grande occasione.
Insomma, non più concorsi interminabili, ma una selezione veloce tra gli iscritti agli Ordini professionali. Una iniezione di competenza subito operativa che intanto si preoccupi di ridurre quel gap in termini di carenza del personale che affligge l’attività degli uffici pubblici.
Ma gli ordini professionali, protagonisti del cambiamento, sono pronti?
In questi giorni di riunioni di tutti gli organismi nazionali che rappresentano le professioni, emergono entusiasmo e nuove idee.
E’ in cantiere la realizzazione di strumenti ponte che permettano nell’immediato di far funzionare la macchina amministrativa. Infatti, grazie al concetto di sussidiarietà degli enti pubblici, gli Ordini stanno lavorando a una proposta di decreto legislativo in attuazione della legge delega al governo (n. 81 del 2017); all’art. 5 è previsto, infatti, che il sistema ordinistico metta a disposizione le proprie competenze immediatamente.
I professionisti puntano alla correttezza del rapporto tra pubblico e privato.
Occorre una reale sinergia tra libero professionista e dipendente pubblico, per traguardare l’obiettivo comune di dar soddisfazione all’interesse dei cittadini.
L’apporto degli Ordini può essere utilissimo in diversi ambiti. Nella digitalizzazione del c.d. fascicolo cartaceo, ancora largamente in uso, oppure nel controllo preventivo dei progetti nel mondo dell’urbanistica. Sono in grado di trasferire conoscenze su qualità progettuale e competenze documentate.
Per una amministrazione meno appesantita, capace di far fare più che di fare. Una amministrazione in cui il libero professionista non è soggetto passivo, ma attivo, una amministrazione che fa anche su richiesta del pubblico.
È importante che, nel reclutamento delle nuove risorse, si dia maggiore rilievo alle selezioni interne agli Ordini professionali.
Una strada che parte dal capitale umano dei migliori.
Una piccola grande Rivoluzione.