
I vantaggi della scuola per l’infanzia
La questione se sia meglio che i bambini in età prescolare stiano a casa con i nonni o che frequentino la scuola dell’infanzia è una riflessione che molti genitori si trovano ad affrontare. Entrambe le opzioni hanno vantaggi e svantaggi e la scelta dipende da numerosi fattori, tra i quali esigenze familiari, caratteristiche del bambino e contesto sociale ed economico.
Molte famiglie preferiscono lasciare i propri figli con i nonni perché il legame che i bambini stringono con loro, soprattutto nei primi anni di vita, fornisce un senso di sicurezza e stabilità emotiva cruciale per la costruzione dell’autostima e la regolazione emotiva del bambino. Inoltre, così, i bambini possono ricevere una cura personalizzata, più flessibile e meno strutturata rispetto all’ambiente scolastico. In alcuni casi, questa attenzione individuale può essere particolarmente vantaggiosa per i bambini che necessitano di più tempo per adattarsi o che hanno bisogno di un supporto emotivo particolare.
Sebbene i nonni possano essere una risorsa affettiva straordinaria, però, è importante considerare che la loro età e talvolta la loro energia possono limitare la capacità di rispondere a tutte le necessità fisiche e intellettuali del bambino.
Come affermato dai report dei maggior esperti nel settore, inserire il bambino in età prescolare è essenziale in quanto la scuola dell’infanzia rappresenta un ambiente educativo strutturato, dove i bambini iniziano a sviluppare competenze sociali e cognitive in un contesto più formale.
Uno degli aspetti più importanti della scuola dell’infanzia è la possibilità di interagire con i coetanei. Questo contatto sociale aiuta a sviluppare competenze relazionali fondamentali, come la condivisione, la gestione dei conflitti e l’empatia. In molti casi, le scuole dell’infanzia sono dotate di risorse educative che non sempre sarebbero disponibili in un ambiente familiare. Offrono attività mirate che stimolano lo sviluppo cognitivo, motorio e linguistico. Attraverso il gioco, il disegno, la musica e altre attività, i bambini imparano a risolvere problemi, a sviluppare la creatività e a conoscere il mondo che li circonda. Inoltre, allontanare anche solo per qualche ora i bambini dall’ambiente protetto della famiglia permette loro di sviluppare maggiore indipendenza e autonomia.
In un contesto educativo, i bambini imparano a seguire regole, ad adattarsi a orari e routine e a risolvere piccoli problemi quotidiani in modo autonomo e soprattutto sono educati all’integrazione e alla tolleranza, in un ambiente educativo che celebra la diversità e l’accesso alle stesse opportunità educative.
Peraltro, l’iscrizione dei bambini alle scuole dell’infanzia è una questione cruciale per garantire un’educazione di qualità nei primi anni di vita, che costituiscono la base per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino. Tuttavia, in molte aree, si riscontrano ancora delle difficoltà in termini di accesso e partecipazione. Questi ostacoli, che vanno dalla percezione dell’utilità della scuola dell’infanzia alla mancanza di infrastrutture adeguate, richiedono politiche mirate e strategie concrete per aumentare il numero di iscrizioni.
Per queste ragioni diventa cruciale privilegiare campagne di sensibilizzazione, per permettere alle famiglie, soprattutto quelle con genitori poco informati o provenienti da contesti svantaggiati, di acquisire consapevolezza dei benefici offerti dalla scuola dell’infanzia. In particolare, si dovrebbero spiegare i benefici delle scuole dell’infanzia, diffondere informazioni pratiche precise sulle prassi da seguire per l’iscrizione dei minori e magari coinvolgere esperti del settore tramite riunioni pubbliche ed online.
Naturalmente è necessario, a margine, migliorare la qualità e l’accessibilità delle strutture (soprattutto pubbliche) attraverso la formazione continua per gli insegnanti, il miglioramento strutturale dei locali e la maggiore accessibilità economica, anche ipotizzando tariffe scaglionate e agevolazioni economiche per le famiglie con redditi bassi o secondo un criterio di progressività reddituale.
In buona sostanza è decisivo immaginare una scuola dell’infanzia che si adatti maggiormente alle esigenze delle famiglie: in una società nella quale entrambi i genitori lavorano, la scuola dell’infanzia dovrebbe offrire orari flessibili (ad esempio, prolungare l’orario scolastico, offrendo opzioni come il tempo pieno o un sistema di iscrizione a moduli orari), fornire servizi aggiuntivi come il doposcuola, assistenza con i compiti per il consolidamento di quanto appreso in classe, o piuttosto proporre attività extra scolastiche che possano attrarre le famiglie lavoratrici e rendere la scuola dell’infanzia un punto di riferimento non solo educativo, ma anche di supporto logistico.
L’alleanza scuola-famiglia si consolida, inoltre, nel promuovere una maggiore collaborazione anche con il coinvolgimento delle comunità locali per offrire un’integrazione con i servizi sociali locali per supportare le famiglie in difficoltà, sia economicamente che socialmente, valorizzando – anche con il supporto dei pediatri di zona o i servizi di assistenza sanitaria – l’importanza della scuola dell’infanzia come elemento di crescita psicofisica per i bambini.
Stop war.