IL DRAMMA DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE

IL DRAMMA DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE

Un fenomeno complesso

La modernità porta con sé nuove difficoltà di gestione del quotidiano. Non tutti reagiscono allo stesso modo dinanzi a incertezze e pressioni e accade che le fragilità spingano nel baratro delle dipendenze.
Una vera e propria piaga sociale, gravemente acuita negli ultimi mesi.

La recente crisi emergenziale ha messo tutti a dura prova, una prova ancor più ardua per chi già viveva una situazione di forte disagio e delle frange della società in situazione di maggiore debolezza. Paura, stress e ansia per le possibilità di contagio, la perdita di persone care o l’incertezza per il futuro hanno contribuito a far emergere inedite instabilità.

Al rischio delle dipendenze è esposto chiunque, senza esclusioni e senza distinzione di sesso, età, estrazione sociale.

L’uso continuativo di sostanze in grado di alterare completamente il comportamento dell’individuo è qualificato ‘dipendenza patologica’.
Esistono diversi tipi di dipendenze patologiche. Tra le più diffuse:
– abuso di sostanze stupefacienti;
– dipendenza da alcool;
– tabagismo;
– abuso di psicofarmaci;
– ludopatia, ossia la dipendenza da gioco d’azzardo;
– uso eccessivo di internet;
– diasturbi alimentari.

Il processo che porta a una dipendenza patologica è articolato e da recenti studi si ritiene che ciò sia dovuto a una complessa interazione tra geni e ambiente circostante.
Più che di fattori causali, è opportuno parlare di fattori di rischio biologico, psicologico e sociale.
La predisposizione biologica consiste in un’alterazione della produzione di neurotrasmettitori endogeni (come la dopamina) coinvolti nei processi legati alla gratificazione e alla ricompensa.
Altri fattori di rischio da non sottovalutare sono la situazione socio-economica, il verificarsi di eventi stressanti o traumatici (come l’aver subito abusi sessuali in età infantile), la ‘familiarità’ con quella determinata sostanza (come per l’abuso di alcool) o disturbi psichiatrici (disturbo dell’umore, di personalità, etc.).
A prescindere dal tipo di sostanza assunta, le dipendenze si caratterizzano pressoché tutte per ridotta capacità di controllo sull’uso della stessa, la compromissione del funzionamento sociale (incapacità di portare a termine mansioni o attività ed esclusione dalla vita familiare e sociale) e l’utilizzo proprio nelle situazioni che ne aumentano la rischiosità (ad esempio, mettersi alla guida dopo l’assunzione).

Già nel 2012, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che sono tra i 153 e i 300 milioni le persone che hanno fatto uso, almeno una volta nella vita, di qualche sostanza illegale e tra esse il 12% è giunta a farne un uso ‘problematico’.
In Italia, negli ultimi anni, sono aumentate le dipendenze tra i giovani, come quella da alcool, e preoccupa non poco l’abbassamento dell’età d’esordio dei disturbi.

Alcuni dati.

Secondo l’Istat (dati al 2020), si è registrato un progressivo aumento, a partire dal 2018, dell’uso di bevande alcoliche da parte delle ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, tanto da allinearsi ai livelli dei coetanei maschi. Un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2019. Il 4,3% in questa fascia di età consuma quotidianamente bevande alcoliche. Se si considera la fascia di giovani dai 18 ai 24 anni, tre su quattro hanno consumato alcol ed anche in questo caso l’aumento principale ha riguardato le ragazze (dal negli ultimi 10 anni si è passati dal 60,3% al 69,7%). In crescendo anche gli incidenti stradali con lesioni a persone dovuti a guida in stato di ebrezza: ogni 100 si è passati dall’1,2% nel 2014 al 4% nel 2019.
Quanto al fumo, il 6,3% di giovani di 14-17 anni consumano abitualmente tabacco. Tra i 18-24 anni la percentuale sale al 21,9%, in prevalenza maschi. Si tratta prevalentemente di consumo di sigarette, anche se negli ultimi anni si è affermato sempre più l’uso della sigaretta elettronica (3,5% dei consumatori tra i 14-24 anni).
Le ospedalizzazioni per droga riguardanti giovani sotto i 34 anni sono state circa il 40% di tutti i ricoveri dovuti all’uso di sostanze stupefacienti, con prevalenza dei maschi sulle femmine. Nel corso degli anni la mortalità per droga nei giovani si è ridotta notevolmente (-65,5% rispetto al 2004), con una ripresa negli ultimi tempi, e un numero di decessi costantemente più elevato nei maschi.

Il quadro di recente delineato in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza è davvero preoccupante: uso sempre più frequente tra i giovani di cannabis, droghe ‘classiche’ e sintetiche, nonché propensione al gioco d’azzardo, all’uso regolare di alcol e psicofarmaci. Ad aggravare una situazione già difficile è sopraggiunto l’isolamento causato dall’isolamento pandemico, che ha portato con sé un utilizzo massivo di internet.
Preoccupa la facilità con la quale è possibie reperire sostanze droganti, sia attraverso le vie tradizionali dello spaccio in strada o presso locali, sia online. Il mondo degli stupefacienti si è evoluto verso nuove e più pericolose droghe sintetiche, sostanze psicoattive create in laboratorio e difficili da identificare. Un nuovo mercato che si affianca al vecchio e ha fortissima carica attrattiva. Il 9,5% degli studenti ha riferito di averle utilizzate almeno una volta nella vita.
Resta un male diffuso anche la dipendenza alimentare correlata a disturbi alimentari e a disturbi della percezione di sè, dovuta, spesso, alla distorsione della propria immagine, anche a causa dei modelli estetici imposti dalla società moderna.

Rilevato il dato, non può non ribadirsi l’urgenza di interventi incisivi volti a contrastare la piaga delle dipendenze patologiche.
Utili interventi sarebbero, tra gli altri,

– l’aumento del numero degli assistenti sociali in ogni Comune (almeno 1 ogni 2.000 abitanti, come proposto da Meritocrazia Itala nel nuovo Progetto Italia e nel dettaglio del proprio Piano Nazionale per la Resilienza), al fine di delineare un quadro il più realistico possibile in merito a situazioni di disagio presenti nei vari territori;

– l’istituzione di ‘Punti di Ascolto’ su territorio comunale gestiti da professionisti del settore, al quale possano rivolgersi (in completo anonimato) sia coloro che vivono direttamente il dramma di una dipendenza, sia familiari e congiunti;

– la presenza fissa di uno psicologo in ogni Istituto scolastico, che operi in sinergia con famiglie ed insegnanti, al fine di rilevare tempestivamente comportamenti ed atteggiamenti inusuali riconducibili a dipendenze;

massive campagne di sensibilizzazione e informazione sulla problematica, anche con l’ausilio di pediatri e medici di medicina generale (MMG);

– la destinazione di più cospicue risorse, a favore delle Regioni, per l’istituzione di comunità terapeutiche pubbliche, di più facile accesso, soprattutto dal punto di vista economico;

maggiore autonomia dei Ser.D (Servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale), sia dal punto di vista gestionale che strutturale, con affidamento di un proprio budget e di propria responsabilità di spesa.

 

 

 

 

 

 

 

Fonti:
studimedicidonofrio.it
studicognitivi.com
quotidianosanità.it
www.agi.it
politicheantidroga.gov.it



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