IL DRAMMA DELL’ERRORE GIUDIZIARIO
Dimensione del fenomeno e soluzioni
L’errore giudiziario rappresenta un danno economico per lo Stato, ma soprattutto rappresenta un dramma per chi lo subisce.
Una distinzione va fatta tra vittime di ingiusta detenzione e vittime di vero e proprio errore giudiziario. Le prime sono sottoposti a custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, per poi essere assolti; le seconde sono quelle persone che, dopo essere state condannate con sentenza definitiva, vengono assolte in seguito a un processo di revisione.
Secondo i dati forniti da errorigiudiziari.com, dal 1991 al 31 dicembre 2019, in Italia sono stati 28.893 i casi tra ingiusta detenzione di innocenti ed errori giudiziari in senso stretto, per una spesa complessiva in indennizzi a carico dello Stato che supera gli 820 milioni di Euro.
L’archivio online delle tante persone vittime di errori giudiziari è in costante aggiornamento, a riprova di quanto, purtroppo, sia comune il fenomeno e di come rappresenti una vera piaga sociale.
Più grave, non mancano errori giudiziari ai danni di persone fragili, emarginate che, spesso, non possono godere di un’adeguata difesa.
Proprio per superare il problema, non sempre dovuto a disattenzione dei Giudici ma ascrivibile talora anche alla particolare complessità della ricostruzione probatoria, è ammessa una revisione delle sentenze di condanna, ex artt. 629 ss. c.p.p., e una riparazione del danno commisurata alla durata della pena espiata o alle conseguenze subite dopo una condanna successivamente sospesa.
Tra i danni specifici da ristorare, è quello morale soggettivo, legato alla sofferenza e al dolore come immediata conseguenza dell’ingiusta condanna e dell’ingiusta privazione della libertà. Secondo pregiudizio meritevole di attenzione è quello alla salute, il danno biologico inteso come lesione dell’integrità psico-fisica (per contrazione di malattie, disturbi del sonno, sindromi depressive collegate all’ingiusta detenzione, etc.).
I danni più difficili da valutare sono quelli di carattere psicologico, che possono manifestarsi in maniera differente a seconda della personalità, del patrimonio genetico, delle situazioni relazionali, etc.
L’unico dato certo è che l’esistenza di chi subisce un errore giudiziario è stravolta e non sarà mai più la stessa.
Nessun indennizzo potrà mai ristorare pienamente la vittima e i suoi familiari per le ripercussioni subite a causa dell’errore giudiziario.
Nessuno potrà restituire il tempo trascorso ingiustamente in carcere e le conseguenze di ciò si protrarranno per tutta la durata della vita. Una volta usciti di prigione è difficilissimo ‘ricominciare a vivere’, poiché le relazioni, i progetti, le motivazioni e gli interessi potrebbero essere definitivamente compromessi. Si pensi soltanto alle difficoltà nella ricostruzione della vita lavorativa, sociale, sentimentale.
Il tutto aggravato dalla frequente ingiuria mediatica, di un Paese sempre più ‘giustizialista’.
Accade di solito che l’arresto crei clamore e la correzione dell’errore, invece, resti nel silenzio e venga ignorato.
A supporto delle vittime di errori giudiziari, è sorta l’AIVM (Associazione Italiana Vittime di Malagiustizia), che offre sostegno gratuito alle persone che ritengono di aver subito un torto penale, civile, amministrativo e tributario. Promuove assistenza anche formazione, ricerca e sensibilizzazione.
Si avvale di figure professionali (psicologi, sociologi, medici, avvocati) che operano su base volontaria. In più, è stata stipulata una convenzione di Formazione e orientamento con Università lombarde per lo svolgimento di stage presso il proprio Centro di Ascolto e Osservatorio, che hanno l’obbiettivo di formare figure professionali più attente alla dimensione etica. Grazie, poi, a un proprio Centro Studi, l’AIVM analizza le nuove problematiche sociali emerse dalle informazioni reperite tramite il Centro d’Ascolto, con l’obbiettivo di formulare proposte, anche di tipo legislativo.
Improcrastinabile è un intervento fatto di rimedi concreti alla spinosa problematica degli errori in ambito giudiziario, con più efficaci garanzie di maggior tutela.
In favore di tutte le vittime di un errore giudiziario, dovrebbe essere cura delle Istituzioni provvedere a una giusta ricollocazione in ambito lavorativo e a un adeguato supporto psicologico da parte di professionisti per tutto il tempo necessario al pieno recupero.
Occorrerebbe altresì rivedere il principio del libero convincimento del Giudice, prendendo spunto da altri sistemi che non assegnano valore probatorio alla deduzione logica, e puntare su una migliore attuazione del principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio (introdotto da ultimo tra le regole sulla condanna dell’imputato).
Utili sarebbero anche maggiori incentivi alla nascita di Associazioni funzionalmente speculari all’AIVM su tutto il territorio nazionale, affinchè il supporto alle vittime di malagiustizia sia più capillare.
Fonti:
− errorigiudiziari.com
− aivm.it