IL POTERE DEL VENTO
Dai vecchi mulini a vento alle pale eoliche, per un mondo più vivibile
Il vento è una fonte naturale di energia e una delle più affidabili, pulita e rinnovabile.
In una società che punta alla Green Economy, si stanno compiendo enormi sforzi per incentivare il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, in prospettiva di sostenibilità.
Un studio dell’Università del Sussex e della Aarhus University intitolato “How much wind power potential does Europe have? Examining european wind power potential with an enhanced sociotechnical atlas”, pubblicato a settembre 2019, fornisce un quadro sorprendente sul potenziale energetico rinnovabile dell’Europa. In particolare, conferma anche che i Paesi europei, in adeguato coordinamento, hanno un potenziale immenso e possono proporsi come leader mondiali della sostenibilità energetica.
Gli impianti eolici si distinguono in offshore installati in terraferma e offshore installati in mare. Il sud Italia, ospita l’80% delle strutture del Paese e, tra le Regioni con il maggior numero di impianti, emerge la Puglia (con 372 impianti a fine 2012), seguita da Campania (126 impianti), Basilicata (con 110) e Sicilia con 92 impianti.
Tuttavia, a livello europeo, l’Italia si colloca al terzo posto dopo la Germania e la Spagna, con una produzione di energia eolica di 1000 Megawatt all’anno.
Paesi come la Gran Bretagna da anni scommettono con grande successo sull’eolico offshore con risultati rivoluzionari (è stato da poco approvato il progetto “Norfolk Vanguard di Vattenfall” un nuovo super parco da 1800 megawatt e con 90/180 aerogeneratori).
Proprio quanto all’eolico offshore – tutto di manifattura italiana – nello scorso mese di giugno, la società Energia Wind 2020 s.r.l. (azienda con sede a Breno in provincia di Brescia) ha presentato al competente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti domanda per la concessione trentennale di uno specchio d’acqua marina al largo di Rimini in cui collocare 59 aerogeneratori all’interno di un’area di 114 km quadrati davanti alle coste di Rimini, Riccione, Misano e Cattolica.
Se non vi saranno ulteriori stop alla realizzazione, importanti potranno essere le ricadute economiche ed Ambientali sul territorio:
– circa un miliardo di euro di investimenti sul territorio;
– creazione di circa 150 posti di lavoro permanenti (tra dipendenti diretti e indotto) per la gestione e manutenzione degli impianti tecnologici;
– creazione di circa 50 posti di lavoro permanenti (tra dipendenti diretti e indotto) per attività di ricerca e tutela ambientale;
– costituzione di aree di tutela per la riproduzione e crescita della fauna ittica, tartarughe, mammiferi marini, con effetti positivi sulla biodiversità, tra cui la creazione di habitat artificiali per gli organismi marini e nuove aree di deposizione delle uova di pesci e di altri esseri marini, derivanti dalla presenza delle nuove strutture.
Tuttavia, l’opera – essendo previste al largo della costa Adriatica – se, da una parte, sembrerebbe superare le due maggiori critiche che i detrattori più attenti sostengono nei confronti dei parchi eolici, ovvero, l’impatto paesaggistico e acustico, d’altra parte dovrà superare il punto più problematico di simili opere, consistente nell’impatto negativo sull’avifauna locale.
In particolare, bisogna studiare attentamente la loro collocazione e le caratteristiche della zona, in modo da salvaguardare sia le importanti rotte migratorie dei volatili che l’avifauna locale.
A ogni modo, l’eolico ha il vantaggio di non richiedere porzioni di territorio troppo ampie per funzionare e i suoi effetti sull’ambiente sono molto meno dannosi di quelli provocati da altre fonti di energia.
Proprio su questi presupposti, sembra porsi la posizione di Legambiente, che auspica la nascita di più parchi eolici “fatti bene” nei nostri mari e meno piattaforme estrattive.
Nell’attuale fase post Covid-19, in ottica di rilancio dell’economica e considerate le importanti occasioni derivanti dai fondi europei collegati al Green Deal, l’auspicio è che la transizione energetica del Paese possa concretizzarsi anche attraverso:
– la realizzazione di grandi opere come quella del “Parco Eolico nell’Adriatico” che innegabilmente coniuga economia, energia green e rispetto dell’Ambiente;
– una semplificazione della normativa, con l’elaborazione di regole certe che aumentino la sostenibilità dei progetti rendendo più snelli i passaggi burocratici;
– l’adozione di tutte le misure idonee e lungimiranti per assicurare il minor impatto ambientalepaesaggistico;
– l’adozione di tutte le misure imprescindibili per la tutela della fauna acquatica e avifauna dei mari.
Se è vero che nel resto dell’Europa si sta assistendo alla dismissione del nucleare in favore di nuovi impianti eolici, l’Italia non può e non deve perdere l’opportunità di sfruttare il Grande “potere del vento” a suo favore.
Di PIO MARZIANI e KATIUSCIA BALLARINI
FONTI
https://youmanist.it/categories/ambiente/europa-eolico-energia-pulita
https://www.qualenergia.it/articoli/eolico-offshore-altro-che-i-no-italiani-in-uk-via-libera-a-nuovoparco-
da-18-gw/
https://www.chiamamicitta.it/energia-eolica-presentato-progetto-al-largo-di-rimini-59-pale-alte
125-metri/