IL POTERE HA UN DOVERE… VERITÀ E LEALTÀ – 21 FEBBRAIO 2021
L’emotività non consente di percepire la verità storica nei suoi contorni di obiettività e di analizzare i problemi.
La realtà odierna è devastata da un disagio dilagante, fatto di disoccupazione, iniquità sociale, insostenibilità ambientale, malasanità e cattiva amministrazione della giustizia. Se ne ha consapevolezza. Quel che forse non si vede bene è che, a frapporsi alla correzione delle storture, è l’ambizione individuale di alcuni, ammaliati dalle lusinghe del potere e ciechi alla nobiltà della missione.
La bramosia dell’affermazione di sé annienta ogni libera e autonoma volontà.
Le buone intenzioni iniziali, comuni a tanti, di lotta alla povertà e alle ingiustizie sociali, si perdono lungo il sentiero dell’ascesa al potere. Il desiderio di rivalsa nei confronti di un sistema malato di prevaricazione antisolidale subisce la contaminazione delle ambizioni individuali. E, nel voler rimanere fortemente ancorati al posto conquistato anche contro il consenso popolare, si finisce per calpestare la propria stessa dignità.
L’esperienza politica, di ieri e di oggi, ne dà larga prova. Guerre contro privilegi immeritati e per la tutela delle fragilità si sono risolte nella triste evidenza dell’attaccamento alla poltrona. In giochi di scambio di ruoli, a garanzia della stabilità della propria posizione di forza, economica e sociale.
Ciò che accade può essere letto in modi diversi. Cambia l’angolo di visuale, cambia la prospettiva, cambia il colore dell’istantanea del momento. Occorre saper cogliere le sfumature per avere una visione completa.
Non rende giustizia al Medioevo, ad esempio, l’espressione «secolo buio». In realtà, il XII secolo segnò una importante rinascita in termini di creatività. All’epoca si devono nuove tecniche di coltivazione, decisi progressi nella costruzione dei sistemi di difesa e nella scrittura. Un periodo di reazione e cambiamento nei costumi sociali e di relazione. Guerre e massacri, però, lo colorano di oscurità e non consentono di apprezzare i passi in avanti allora fatti verso la nascita del liberismo e del liberalismo (che trovò prima espressione nell’opera dei banchieri fiorentini, di finanziamento al papato per la realizzazione di opere infrastrutturali).
Prospettive.
Leggere l’oggi con obiettività non è possibile.
La conoscenza del vero è offuscata da un bombardamento informativo scorretto e pilotato nel verso più favorevole alla raccolta di consenso democratico. Non è facile fare analisi di lucidità.
Interessi di pochi e giochi di potere di lobby capaci di autoaffermarsi intorbidiscono dolosamente il flusso informativo e sottraggono la libertà della consapevolezza. Invece di dare risposte ai bisogni che invocano soddisfazione, chi decide approfitta di quelle stesse fragilità che dovrebbe risanare.
E il Popolo ne esce deluso.
La storia si ripropone ciclicamente. L’individualismo non ha colore politico. Non ha identità. Nessuno è immune dal male.
Bisogna prenderne atto. E giocare d’anticipo. Dotare i buoni propositi dei dirigenti del domani di una corazza protettiva. Ricordare che il vero potere non è nella carica ricoperta, ma nella libertà della scelta. Che la decisione spetta sempre al Popolo e che tutto il resto è finta democrazia. Che il vero valore dei diritti sta nel rispetto delle regole e nel riconoscimento dei doveri. Che l’impegno di chi rappresenta non è sacrificio di uno, ma rispetto della fiducia dei rappresentati, di chi ha contribuito alla creazione della leadership.
Meritocrazia Italia è fatta di lealtà e dell’opera di persone comuni, mosse dal desiderio di restituire responsabile autonomia a chi ha ruoli di decisione, sostanza e concretezza allo studio dei problemi, verità e rispetto ai cittadini. Perché il Popolo dia un senso alla missione e non sia invece strumentalmente invocato per dare finta legittimazione a scelte mirate soltanto alla stabilità del potere personale di alcuni.
Questo è nel logo di Meritocrazia. Questo l’impegno di sempre.