IL PRIVILEGIO DEL PESCE FUOR D’ACQUA – 12 DICEMBRE 2021
Ogni giorno una nuova sfida. Ogni giorno una nuova battaglia. Per tutti. In una insoddisfazione costante, che nasce dal desiderio di avere di più, dal bisogno che sia tutto perfetto. Ci si scoraggia facilmente dinanzi a ostacoli non previsti e a problemi sempre nuovi.
Ma la vita è fatta di prove da superare. Abbiamo tutti fragilità nascoste, che ne siamo consapevoli oppure no.
C’è un modo per reagire e rendersi più forti: imparare a nuotare fuor d’acqua.
L’unica strada è avere il coraggio di osare, di valicare i confini della propria zona di conforto. E cominciare ad apprezzare il nuovo.
Non è semplice.
Siamo capaci di esaltare il Noi a parole, di professare la politica dell’altruismo, ma è più complicato dare prosa alla poesia. Vivere l’altruismo presuppone un lavoro importante prima di tutto su se stessi.
Meritocrazia si propone di creare una realtà nuova puntando sul solidarismo e sull’altruismo, perché, per il vero cambiamento, occorre saper conoscere e farsi carico dei problemi altrui, facendo spazio tra i propri.
Cogliamo l’esempio di chi, prima di noi, è riuscito davvero a fare la differenza.
Guy Kawasaki, ex dipendente Apple, racconta che, per rivoluzionare l’universo telematico attraverso il Mac, ci sono voluti circa vent’anni. Un progetto con l’obiettivo nobile di rendere il mondo un posto migliore, che ha finito per portare ricchezza a chi lo ha pensato e realizzato. Ma il proposito iniziale non era nel guadagno. Era molto più ambizioso. Si voleva fare la storia puntando sulla creatività e mettendo anche agli altri nella condizione di esprimere la propria.
Passione e visione portano a migliorare se stessi, migliorando un po’ anche il mondo intorno. Con questo spirito, non c’è mai sacrificio troppo gravoso.
I grandi risultati, però, si ottengono soltanto con gioco di squadra e coesione di gruppo. La missione più grande è quella condivisa, che trascende l’ispirazione del singolo. E, nel prestare il proprio alla causa comune, può capitare di muoversi in terreni inesplorati e avvertire paura e insicurezza.
Sentirsi pesci fuor d’acqua può essere un privilegio. Essere costretti a mettersi alla prova, a confrontarsi con le proprie insicurezze e con i propri limiti.
Bisogna solo avere la forza di superare l’impulso del contrasto e di riflettere sulla soluzione migliore, dinanzi a ogni dilemma.
L’ambizione di Meritocrazia è alta, e per questo necessita dell’apporto di tutti. Raccoglie sensibilità, esperienze e conoscenze diverse. Immagazzina energia e passione. Puntando consapevolmente al traguardo.
Nasciamo tutti con le stesse abilità. Il nastro di partenza è lo stesso per tutti. Sviluppiamo poi il potenziale in direzioni differenti secondo il contesto nel quale ci alleniamo, e in base agli stimoli che riceviamo, alla cultura che assimiliamo.
Questo è un bene.
In Meritocrazia non si è chiamati a contribuire tutti allo stesso modo. Però, perché ciascuno possa concentrarsi su quello che gli riesce meglio, è indispensabile amplificare la partecipazione. Solo così è possibile ripartire, e ripartire dal basso.
Viviamo di creatività e immaginazione. Viviamo di innovazione culturale. Perché non si vedano più giovani senza ambizioni. Perché si creino davvero i presupposti di una Società equa, nella quale ciascuno sia di puntare sulle proprie aspirazioni.
Il proposito è chiaro.
Se si vuol credere che la felicità è fatta di agio economico e di prestigio professionale, come ci si spiega che le maggiori insoddisfazioni colpiscono chi si trova in una condizione economica migliore? Si è più felici in una capanna in cui si ride che in un castello in cui si piange.
Con impegno costante, continuiamo nella nostra costruzione altruistica, verso un’idea nuova di benessere. Con pazienza, attenderemo il tempo necessario alla goccia per scavare la roccia. Senza fretta, ma assolutamente senza sosta.