Il progetto GOL non finisca per accentuare i divari territoriali
Da anni ormai Meritocrazia Italia chiede di investire sulla crescita professionale dei percettori del reddito di cittadinanza, al fine di favorire la riqualificazione professionale e agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Tale prospettiva sembra finalmente accolta con l’ultima manovra di bilancio.
Stante la forte convinzione che sia fondamentale superare logiche di mero sussidio e intervenire sulle politiche attive del lavoro, creando opportunità, modernizzando i centri per l’impiego e tutelando i lavoratori con processi di crescita costanti, Meritocrazia esprime apprezzamento per il passo in avanti fatto, sotto la regia dell’Anpal, attraverso il progetto Gol.
Il progetto ha proprio la finalità di promuovere la formazione, delegando a Regioni e Comuni la fattiva organizzazione dei corsi professionali tesi al recupero di coloro i quali non sono inseriti nel mercato del lavoro con particolare riguardo verso le categorie deboli, ossia donne, giovani, over 55 e appunto percettori di ammortizzatori sociali.
L’iter dovrebbe essere completato da un reale rafforzamento dei centri per l’impiego, da rendere realmente efficienti e proiettati alla funzione.
Restano perplessità in punto di territorializzazione del processo. Il timore è che si ripetano esperienze non virtuose del passato prossimo, con corsi formativi ben congegnati in teoria ma rivelatisi inutili in concreto, non realmente qualificanti. Con l’effetto di accentuare quelle disparità regionali che portano a limitare non solo le opportunità di lavoro, bensì, per via delle carenze strutturali, anche le opportunità di riqualificazione.
Meritocrazia Italia reputa indispensabili:
– un’analisi preventiva e dettagliata delle figure professionali chieste dal mercato del lavoro, tenuto conto non soltanto delle istanze portate dall’innovazione tecnologica, ma anche dalle opportunità insite nel recupero degli antichi mestieri;
– la rivisitazione degli ammortizzatori sociali tutti tesi al reinserimento nel mercato del lavoro;
– azioni perequative volte a bilanciare le diversità territoriali con particolari attenzioni verso il meridione e le aree interne del paese;
– l’eliminazione di ogni vincolo di età ai progetti di riqualificazione professionale e di inserimento lavorativo;
– la previsione di misure di controllo volte a evitare lo sperpero di risorse pubbliche e a duplicare costi, personale ed iniziative non necessarie, per non ripetere l’esperienza disastrosa dei navigator.
Stop war.