IL SACRIFICIO È L’UNICA OPZIONE – 11 APRILE 2021
La multietnicità mette a confronto culture diametralmente opposte. «Il Cattolico [è] dotato di minor impulso acquisitivo, preferisce un genere di vita il più possibile sicuro, anche se con reddito inferiore, a una vita arrischiata, eccitante, capace di portare eventualmente onori e ricchezze. Il detto popolare afferma scherzosamente: o mangiar bene o dormire tranquilli. Nel nostro caso il protestante preferisce mangiar bene, mentre il cattolico vuol dormire tranquillo» (M. Offenbacher, in Konfession und soziale Schichtung). Così qualcuno stigmatizzava le diversità.
Il pensiero lutherano, protrattosi fino al Sacro Romano Impero, considerava la ricerca della grazia una delle tappe fondamentali del cammino della vita. La convinzione avrebbe trovato conferma anche in epoca successiva. Con una sola differenza. Mentre i protestanti ritenevano che tutti fossero sacerdoti della propria esistenza, il cristianesimo viveva il sacerdozio come il tramite necessario tra l’Uomo e Dio.
Questo sollecita alcune riflessioni sul valore di grazia e rigore.
Il quotidiano di ciascuno è segnato da cose che ‘devono’ essere fatte. E che, per questo, comportano un sacrificio. Ma non sempre è davvero chiara la differenza tra sacrificio e dovere. I due concetti si sovrappongono e si confondono.
E accade che la scelta di non sacrificarsi e di non indignarsi complichi le cose. Renda tutto più difficile.
È necessario un momento di introspezione, per guardarsi dentro e comprendere quanto davvero sia importante assumere l’onore del sacrificio, a beneficio di sé e degli altri.
Lavoro, studio e impegni familiari, che a volte occupano l’intera giornata, non sono veri sacrifici. Sono mero adempimento di un dovere.
Il sacrificio è altro.
È il ruolo che ciascuno sceglie di assumere nella Società. È quello che ciascuno riesce a dare di sé all’altro.
La Storia racconta l’abnegazione di grandi Uomini che hanno dedicato le proprie energie all’evoluzione della Civiltà. Anche Noi, nel nostro piccolo, possiamo dare un contributo. Ogni piccolo gesto d’altruismo diventa tassello fondamentale per la costruzione del benessere collettivo.
A partire dall’avvento del Cristianesimo, la vita virtuosa, quella degna del Paradiso, è l’esistenza laboriosa, e accorta a rimuovere ogni ostacolo all’eguaglianza sociale. Invece, il disinteresse di chi si dedica a soli adempimenti edonistici ed egocentrici favorisce l’accumulazione della ricchezza in mano a pochi, a fronte del disagio economico e sociale di tanti.
Grazia e rigore sono momenti inscindibili.
Nessun discorso fine a se stesso renderà mai pronti all’autogoverno. La strada è lastricata di fatti, non di parole. Questo anche l’insegnamento di Gandhi, quando dà un senso a religione, stare insieme, bene altruistico, uguaglianza e valore delle personalità: «se uno straniero cadesse dall’alto su questo grande tempio e dovesse giudicare ciò che siamo noi […], non avrebbe ragione di giudicarci? Non è questo tempio il riflesso della nostra natura? […] È giusto che le corsie del nostro tempio sacro siano tanto sporche? Gli edifici intorno sono costruiti a caso. Le viuzze sono tortuose e strette. Se neanche i nostri templi sono modelli di pulizia, cosa potrà essere il nostro autogoverno?».
Senso civico, cura dell’ambiente e delle relazioni sono indici del grado di Civiltà di un Popolo, che dipende anche e soprattutto dall’impegno individuale.
Siamo responsabili dello spazio condiviso tanto quanto lo siamo di quello privato. Aver cura soltanto del proprio è adempimento di un dovere che basta noi stessi, ma non aggiunge nulla a chi è vicino e a chi verrà dopo di noi.
Occorre risorgere dall’egoismo, che attanaglia l’animo umano, e abbracciare quella parte di umanità che spetta anche agli altri. Per realizzare qualcosa di diverso, di migliore.
Occorre recuperare la capacità di sacrificio di chi in passato ha lottato per i diritti fondamentali delle generazioni successive.
È questo che fa passare a essere Uomini da bruti.
È questo il messaggio di Meritocrazia. Chi non è in grado di trovare in sé il senso della missione non porta utilità all’altro e, così, non porta utilità neppure a sé.o