IL TAGLIO DELLE FIGURE DI CARTONE – 19 DICEMBRE 2021

IL TAGLIO DELLE FIGURE DI CARTONE – 19 DICEMBRE 2021

Fare politica oggi è difficile. Lo era anche in passato.
Qualcosa, però, è cambiato. È cambiato l’impegno culturale. Si è persa la passione, insieme allo spirito di sacrificio e alla voglia di studio e approfondimento.

Già nel 1967, nel corso di una conferenza presso la London School of Economics a proposito del fenomeno populista, Isaiah Berlin metteva in guardia contro il c.d. «complesso di Cenerentola». Nella rappresentazione metaforica, il termine ‘populismo’ è una scarpa che sembra adattarsi a tutti i numeri. Ma, ammoniva Berlin, non bisogna lasciarsi trarre in inganno, perché nessun fenomeno politico risponderà mai davvero alla definizione che si scelga di dare al concetto, qualunque essa sia. Quando si troverà il piede al quale calzerà alla perfezione, solo allora sarà trovato il ‘populismo puro’.

Da qui bisogna partire. Dall’essenza del populismo.

Cosa dovrebbe fare oggi, per essere davvero differente, un Movimento basato sul desiderio di vivere la cittadinanza attiva? È davvero necessario partecipare a campagne elettorali ed esporsi al fango mediatico che accompagna partite giocate senza fair play?

Qualcuno crede di sì.

Si deve considerare, però, che lo spirito altruistico incontra sempre l’ostacolo dell’odio, del disfattismo e della sfiducia, che porta ad alzare un muro per tenere lontani coloro che professano la fede della pura costruzione.

Il populismo sembra essere una moda corrente. Vessillo di tanti. Ovunque. Partendo dalla Francia, per passare all’Italia, la scia va poi oltre i confini europei.
Perché è facile vivere di slogan. Facile pronunciare sentenze senza l’impegno dello studio del caso, della valutazione dei bisogni. Pensando soltanto al proprio interesse personale. Molto semplice attaccare e demolire, senza proporre alternative. È utilissimo per catturare consenso elettorale in un momento di disagio e rancore.
Si scioglie l’incantesimo quando finalmente si realizza l’ambizione di conquistare un posto al Governo.
Chi ha raggiunto la posizione ambita puntando sulla divisione e sulla contestazione, senza solide basi progettuali, non può che governare contando sul sostegno delle lobby. Individualismo e scarsa propensione al sacrificio dello studio rendono facili prede dei grandi poteri, degli invisibili, di coloro che comandano davvero, senza bisogno di campagne elettorali, trasparenti ai sondaggi.
È allora che accade che tutte le battaglie fintamente ideologiche e fintamente populiste cessano in pochi istanti. Chi alzava la voce diventa burattino nelle mani d’altri. La funzione istituzionale diventa una facciata.
È il taglio delle figure di cartone.
Restano traditi sogni e aspettative dei cittadini, che, nei vuoti proclami, riponevano le speranze del cambiamento.

Un Movimento differente deve partire dalla consapevolezza delle difficoltà. Deve sapere che la strada della costruzione è tutta in salita. Deve sapere che i sondaggi riflettono l’idea di una percentuale bassa degli italiani. Nutrito è, infatti, il gruppo di chi sceglie di non esprimersi, di non esercitare il diritto di voto e dismette la libertà della partecipazione. Di chi non riesce ad appassionarsi della politica.
Il disinteresse vince in ogni sondaggio.
È la fiducia degli sfiduciati che va riconquistata. Questa è la vera missione.
E non è possibile riconquistare con le parole. Servono serietà e azione.
La fiammata iniziale della passione di alcuni può innescare l’incendio di un pensiero differente.

Chi sceglie Meritocrazia Italia sa che il progetto non segue un percorso elettorale, non è retto dall’ambizione della candidatura. Nessun bisogno di fama e di ribalta mediatica.
Per chi vive Meritocrazia, la candidatura è quotidiana. Ci candidiamo tutti i giorni a essere punto di riferimento, dando esempio di umiltà e impegno, di spirito di squadra, di intesa dei sentimenti. Componendo, con l’opera costante, quel mondo di semplicità del quale abbiamo tutti bisogno.
Senza fretta. Con il tempo necessario a ogni costruzione solida. Come la goccia che, poco per volta, scava la roccia.

Per camminare verso il vero cambiamento non servono le stampelle dell’ideologia o del populismo. Serve l’impegno di un pensiero eticamente orientato. Per sostituire le sagome di cartone con le persone giuste, competenti, umili e altruiste.



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