Il tempo della coesione

Il tempo della coesione

Nelle scorse settimane non si è fatto che parlare del G7.
Il primo incontro si svolse in Francia nel 1975, con la partecipazione dei Paesi più industrializzati al mondo. Pochi ricordano, però, che fino al 2013 vi prendeva parte anche la Federazione russa, poi esclusa dall’allora G8 a seguito dell’annessione forzosa al proprio territorio della Crimea.
Non è stato l’unico cambiamento. Negli anni è variato molto anche l’approccio e il peso. Sono trattati tutti i temi a rilevanza globale e la possibilità di incidere sull’agenda politica mondiale è concreta.

Almeno in astratto.

In concreto, davvero poche sono le azioni che possono essere considerate esecuzione di impegni importanti assunti in quella sede.
Si fatica moltissimo a trovare giuste soluzioni ai grandi problemi. Ambiente ed energia, prima di tutto. Non seconde le questioni connesse alla conservazione della pace mondiale, verso la quale dovrebbe convergere lo sforzo proprio dei Paesi a maggiore industrializzazione.

Ma questo vale anche a voler guardare il piccolo della realtà nazionale, in Italia, l’estate alle porte, sono diversi i Comuni in emergenza idrica. Eppure è il tempo dei fondi strutturali, dei PNRR, insomma delle grandi opportunità. Tante opere si sarebbero già dovute avviare, anche per l’ammodernamento e la manutenzione degli impianti.
Si avverte forte il bisogno di riconciliarsi con l’idea originaria di democrazia.

Ne ‘Il ritratto di Dorian Gray’, Oscar Wilde scrive che «essere buoni vuol dire essere in armonia con se stessi. Costringerci a essere in armonia con gli altri vuol dire farci entrare in disaccordo con noi stessi. La nostra vita, questo importa! Quanto alla vita dei nostri simili, se vogliamo essere puritani, possiamo farvi sopra molte considerazioni morali ma non è cosa che ci riguarda, e l’individualismo diventa lo scopo essenziale della nostra esistenza. La morale di oggi consiste nell’intonarsi alla propria epoca, ed io credo che accordarsi con la propria epoca sia la migliore immoralità che un uomo colto possa commettere».
Un passaggio bellissimo, che mostra la tensione continua tra individualismo e visione d’insieme, tra io e loro, e mette in luce la necessità di trovare un momento di riconciliazione del singolo con gli altri. Perché, perseverando in un’esistenza di pura egoità, si perde la prospettiva. E questo è gravissimo sia quando riguarda ciascuno di noi, sia, o forse soprattutto, quanto interessa chi vive la politica e assume responsabilità istituzionali e impegni di massima tutela della cosa pubblica.

Se questo è, non meraviglia che si continui con la sconsideratezza degli investimenti in armamenti e con attività produttive che producono immissioni ormai insostenibili.
Non meravigliano neppure campagne elettorali come quella da poco conclusasi, nelle quali i partiti raccontano ciascuno la propria verità ma non si preoccupano di dialogare con i cittadini, per raccoglierne istanze e necessità. Il popolo merita di essere rappresentato da chi davvero riesce a coglierne gli interessi e a intervenire nella soluzione dei problemi di tutti i giorni, per il miglioramento della vita di tutti.

Sia il tempo della competenza.
Sia il tempo della coesione. L’Europa torni a essere ‘unione’ tra i Paesi, perché soltanto la cooperazione rende forti e meglio capaci di generare e conservare benessere.
Sia il tempo della solidarietà, non della competizione.
Parliamo solo di pil, di legge di bilancio, di vincoli di indebitamento, di armamenti. Questioni importanti. Ma non possono assorbire interamente l’attenzione, facendo perdere di vista che la felicità non è solo stabilità economica.

Meritocrazia vuole assumere questa missione, quella di riconciliare il cittadino con la cittadinanza. Questo ha sempre tentato di fare. Questo vorrà realizzare anche con il prossimo Congresso nazionale, riunendo sensibilità diverse attorno a un unico tavolo, per discutere di ambiente, sostenibilità, delle nuove forme possibili e necessarie di politica. Con fare propositivo e conciliativo.
L’individualismo non ha mai portato ad altro che a effimeri successi personali. Solo vivere la comunità in modo responsabile conduce al vero cambiamento.



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