Il valore del dubbio

Il valore del dubbio

In questi giorni, mi sono imbattuto nella lettura di Bertolt Brecht, uno scrittore tedesco, drammaturgo della fine del 1800, il quale, parlando del dubbio, osserva che tutti, in qualunque attività quotidiana, dovremmo cercare proprio nel dubbio la maggiore forza e nella curiosità il desiderio di relazionarci all’altro.

Mi ha fatto molto riflettere.
Siamo abituati a combattere ogni battaglia trincerandoci dietro le nostre certezze. E questo, probabilmente, è il nostro principale punto debole. Perché le verità assolute, quelle nelle quali tanto crediamo, non esistono.
Succede che ad avere maggiori sicurezze sia chi meno sa, chi meno ha studiato e ragionato; il vero saggio, diceva Socrate, è invece colui che sa di non sapere. La persona di cultura si alimenta di dubbi.
Brecht era lontano dal pragmatismo aristotelico, eppure nelle sue parole c’è tanta concretezza.

Nella mia esperienza in Meritocrazia, ho conosciuto tantissime persone ed è capitato che si creassero delle contrapposizioni. Ora, ripensandoci, ogni discussione è sempre partita da qualche personale convinzione.
Dobbiamo cercare un altro modo, e imparare a leggere la vita diversamente. Altrimenti sarà difficile raggiungere obiettivi importanti, in ogni ambito, professionale, politico o economico. Lo dicevo già la scorsa domenica che, con il trionfo del capitalismo nella vita sociale, quello che si immaginava avrebbe avuto un effetto trainante dell’equità sociale si è ritorto contro di noi, e ha creato le peggiori divisioni, generando a un tempo ricchezza estrema ed estrema povertà.
Si farebbe meglio a usare prudenza prima di dire, di giudicare, soprattutto quando si entra a far parte di un gruppo consolidato, che ha già una precisa direzione e nel quale non si conosce ancora nessuno. Bisogna sempre mettersi in discussione e pensare che non necessariamente il proprio punto di vista sia quello giusto, e che esistono tante versioni della stessa storia.

Questo atteggiamento rende più solidi i progetti, perché previene i contrasti.
Mai sentirsi essenziali, ma sempre tassello di un puzzle più grande e complesso.
Si può imparare tanto dalla prospettiva altrui. La diversità di pensiero è una fonte inesauribile di arricchimento, a prescindere dal grado di conoscenza ed esperienza di partenza.

Si trovi sempre il tempo per il confronto, perché è sempre tempo guadagnato. Ritorna in termini di maggiore competenza e abilità in ogni attività, anche fuori dal progetto comune. È un modo efficace per migliorarsi.
Per converso, le certezze portano isolamento. Come la fame di successo, la sfrenata ambizione individuale, che accecano, non permettono di comprendere bene il senso di gesti e parole altrui e inaspriscono i rapporti.
Brecht mi ha davvero riportato sul valore del dubbio.
Anzi, Meritocrazia dovrebbe essere la patria del dubbio, il posto in cui tutti è messo in discussione, è oggetto di profonda riflessione, e nulla è dato per scontato, per certo a priori. Dovremmo essere in grado di credere che può esserci una verità diversa dalla nostra, anche quando, per farlo, serve moltissima umiltà.

È nel garbo, nella consapevolezza di non poter essere sempre i primi, la forza propulsiva per raggiungere dei traguardi insieme.
Togliamo il bavaglio delle certezze e usciamo dalla banalità, dalla sottocultura. Soprattutto quando le convinzioni non sono il portato di reale approfondimento, ma si basano sul sentito dire, su informazioni di seconda mano, su notizie riportate da tuttologi sui social. Tutto questo ‘sapere facile’ genera presunzione e rende difficile la transizione verso la conoscenza vera.
La storia della filosofia insegna che il miglior pensiero nasce nell’agorà dello scambio delle idee.



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