IL VOCABOLARIO DELL’INCLUSIONE
Comunicazione e inclusione
Non si può parlare di coesione sociale senza riflettere sulle utilità delle differenze. E ogni riflessione sulle differenze impone un approccio di razionalità, equità e sensibilità, oltre ogni limite e barriera.
Uno dei profili maggiormente sottovalutati in questo quadro è quello del lessico da utilizzare.
La definizione di un linguaggio rispettoso delle diversità, di un vocabolario dell’inclusione, serve a favorire il necessario percorso di superamento delle discriminazioni, aiutando a riconoscere, comprendere e valorizzare le peculiarità.
La terminologia e i modelli semantici legati alla disAbilità, in particolare, rimandano quasi sempre a un’accezione negativa. L’essere diverso è raccontato come minorità e le parole attivano meccanismi mentali che non aiutano l’inclusione sociale, determinando un notevole squilibrio tra ciò che è realmente e ciò che dovrebbe essere.
Occorre, dunque, un cambio di paradigma con l’adozione di modelli che possano servire a valorizzare le differenze piuttosto che metterle in risalto in negativo, in modo da annientare il pregiudizio che, anche a livello inconscio, è spesso rivolto alle persone con disAbilità.
Le barriere non sono solo quelle che impediscono o rendono difficoltoso il libero movimento o le autonomie, sono anche quelle che caratterizzano le nomenclature, le diciture, i linguaggi che implicitamente avallano distinzioni e accentuano differenze e delle quali non si percepisce il disvalore perché si tratta di nozioni associate a modelli culturali consolidati, diffusi ed erroneamente stereotipati.
Ciò non vale solo per la lingua parlata, ma anche per le rappresentazioni non verbali che rimandano a una immagine spesso sofferente, che suscita mero e controproducente pietismo.
È necessario che istituzioni, amministrazioni pubbliche, giornalisti e addetti alla comunicazione pubblica, ciascun cittadino contribuisca a restituire alla collettività l’idea del rispetto delle differenze, del genere, delle diverse abilità, adeguando ogni settore di competenza alla naturale compresenza di persone con caratteristiche ed esigenze diverse.
Il processo di evoluzione della comunicazione è indispensabile e deve attuarsi promuovendo campagne dedicate, a partire dall’amministrazione pubblica (trasporti, scuole, edilizia, welfare), tenendo conto delle specificità di ogni essere umano e favorendo la costruzione di condizioni di pari opportunità e pari considerazione.
A tal riguardo, è lodevole l’iniziativa di Intesa Sanpaolo che ha realizzato, in collaborazione con l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e dell’ Anffas (Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), la Guida ‘Le parole giuste – Media e persone con disabilità’ con obiettivo sensibilizzare nel trattare questi argomenti con correttezza e rispetto.
Altra iniziativa degna di menzione è la campagna ‘Decathlon Ability Signs’, in cui Decathlon Canada ha proposto delle alternative alla segnaletica riferita alle persone disAbili trasformando gli anonimi omini stilizzati, classicamente seduti su una sedia a rotelle, in atleti che praticano sport con obiettivo dare evidenza alle possibili abilità, come abbiamo avuto modo di constatare nelle recenti Paralimpiadi di Tokyo.
L’auspicio è che tali iniziative valgano come esempi virtuosi, affinché tutti acquisiscano maggior consapevolezza agevolando l’abbattimento delle barriere che limitano una reale coesione
Con la consapevolezza che bisogna imparare ad educare al rispetto e non insegnare l’educazione al rispetto si propone di:
– introdurre nei percorsi scolastici progetti di educazione alla filantropia, alla coesione e alla solidarietà in collaborazione con professionisti ed associazioni del Terzo Settore;
– promuovere campagne di sensibilizzazione con Pubblicità Progresso, anche mediante la composizione di opuscoli, accessibili anche alle persone con disAbilità, che aiutino ad abolire i tabù e ad evitare i danni da non adeguata comunicazione;
– modificare le icone (es. cartellonistica stradale) e tutte quelle definizioni che accentuano, dal punto di vista della comunicazione verbale e non, il concetto di differenza in termini di disvalore;
– promuovere l’inclusione delle minoranze, di qualsiasi natura essa siano, garantendo sempre a tutti pari diritti incrementando anche i controlli e le sanzioni in caso di rilevazione di trasgressione delle norme vigenti (es. legge n. 68/1999).
FONTI
https://group.intesasanpaolo.com/it/sala-stampa/news/cultura-e-responsabilita-sociale/2021/le-parole-giuste-per-parlare-di-disabilita
https://cimoinfo.com/2021/11/17/decathlon-ability-signs-limportanza-dellinclusivita/