IMPRESA ROSA
Percezioni di futuro
Secondo quanto riportato nel Global Gender Gap Report 2020 realizzato annualmente dal World Economic Forum, “la parità di genere ha un’influenza fondamentale sul fatto che le economie e le società prosperino o meno. Lo sviluppo e l’implementazione della metà dei talenti disponibili al mondo ha un enorme impatto sulla crescita, la competitività e la prontezza futura delle economie e delle imprese di tutto il mondo”.
Gli studi evidenziano che le imprese femminili hanno una crescita più allineata alle keyword del momento: maggiore inclusività, maggiore sostenibilità, maggiore attenzione per gli stakeholder del territorio.
La loro assenza è tanto più avvertita alla luce del fatto che il Next Generation EU indica nella crescita sostenibile e inclusiva il principale orientamento della trasformazione delle nostre economie.
In Italia, l’indagine delle CCIAA 2020 riporta l’imprenditoria femminile al 22,0% del totale imprese, prevalentemente più piccola di dimensione, più presente nel Mezzogiorno, più giovane, guardando sia agli imprenditori under 35 sia all’età dell’impresa.
I settori a maggior presenza di donne sono quelli legati al Wellness, Sanità e assistenza sociale, manifattura Moda, Istruzione e Turismo&Cultura, mentre, dal punto di vista geografico, le regioni più ‘femminili’ sono Molise e Basilicata per il Mezzogiorno, Abruzzo, Umbria, Toscana e Marche per il Centro, e Valle d’Aosta per il Nord.
Vale chiedersi quali siano i principali ostacoli alla decisione di fare impresa per le donne.
Nei settori più innovativi, i problemi sembrano riguardare:
– capacità finanziarie;
– cultura imprenditoriale e manageriale, unita a scarse conoscenze e competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics);
– infrastrutture e servizi di supporto per l’infanzia e/o per gli anziani;
– reti di relazioni più deboli (inizialmente).
Ciò considerato, per agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria femminile quel che occorre è intervenire, prima di tutto, nel verso di un cambio di paradigma culturale, perché, fuori dalla logica delle c.dd. quote rosa e allineata pienamente a quella delle pari opportunità, sia possibile valorizzare il ruolo professionale e sociale per le donne, a beneficio di un modello di sviluppo prospero, equo, sostenibile e creativo.
Occorrono azioni concrete in grado di
– incoraggiare la partecipazione delle giovani donne ai percorsi formativi di tipo tecnico e imprenditoriale, indispensabili per comprendere e guidare i percorsi di trasformazione digitale e di internazionalizzazione dei mercati, ed a quelli necessari per sviluppare e potenziare le doti di leadership;
– promuovere in maniera più decisa l’imprenditorialità femminile nelle scuole e nelle università;
– agevolare la creazione d’impresa al femminile, anche e soprattutto in ambiti innovativi e green, come da obiettivi del Next Genaration Found, con contributi a fondo perduto e/o finanza agevolata a supporto degli investimenti, della ricerca e sviluppo, della internazionalizzazione, della formazione personale continua, della promozione e valorizzazione di reti d’impresa al femminile;
– dare risposta alle necessità di assistenza per minori e per anziani, con asili nido, servizi per l’infanzia e centri di assistenza per anziani e disabili, funzionanti, distribuiti sul territorio ed a basso costo.
Un riforma culturale e di maggiore inclusività lavorativa non può non aver conto delle differenze e dare valore alle differenti inclinazioni, con attenzione per le diversificate necessità.