‘INABILI’ SOCIALI
Quando il contatto umano diventa fobia
La società moderna presenta aspetti che, fino a qualche decennio fa, apparivano assolutamente non immaginabili.
Si registra una più diffusa propensione a chiudersi in se stessi, a cercare rifugio in Rete e nei social, abbandonando il piacere che solo una conversazione in persona riesce a donare.
Puntare sulla tecnologia comporta indiscutibili vantaggi in ogni ambito, soprattutto in quello della ricerca scientifica. Sull’altro piatto della bilancia, però, si ritrova un reale inaridimento emozionale. L’Uomo sta diventando sempre più incapace di interagire direttamente e sviluppa difficoltà relazionali e nuove dipendenze comportamentali.
Il digitale abbatte barriere, consente di viaggiare restando fermi, di essere vicini restando lontano, di vivere avventure dalla comodità del proprio divano, di lavorare senza spostarsi, di conoscere e scoprire, ma mortifica la capacità di stare insieme.
Lo scenario potrebbe essere quello di una futura generazione di inabili sociali.
Ma cos’è che rende socialmente ‘incompetenti’?
Tra le cause principali: carenza di abilità sociali, da individuare e allenare; paura del giudizio altrui, che provoca insicurezza e conseguente svalutazione personale, fino a far crollare tutti i punti di forza; convinzioni personali, che possono indurre a credere di non essere in grado di superare le difficoltà relazionali e di stabilire rapporti interpersonali.
Le abilità sociali rappresentano una serie di competenze che permettono di entrare in relazione con l’altro. Tra queste, l’empatia, come abilità di comprendere l’emozione dell’interlocutore, o il saper individuare modi e tempistiche di intervento in una conversazione, criticare in modo costruttivo e mai distruttivo, saper realmente ascoltare l’altro.
Temere il giudizio altrui, s’è detto, può essere sintomo di bassa autostima e può comportare un irrigidimento del corpo che trasmette ‘senso di chiusura’. Mai dimenticare l’importanza della comunicazione non verbale nelle interazioni.
Il rischio è quello che si inneschi un circolo vizioso: più ci si sente inabili socialmente, più si rafforzano le convinzioni negative, sempre a discapito dell’autostima. Ne deriva un allontanamento dai contesti sociali, che può sfociare in una vera e propria fobia del contatto.
Per superare le difficoltà relazionali generate dall’incapacità di comunicare in modo chiaro, semplice e diretto, bisognerebbe cercare di abituarsi a capire gli atteggiamenti che si utilizzano nelle relazioni interpersonali.
Ci si sente a proprio agio in un gruppo quando in esso si riscontrano calore e sostegno, i ruoli sono ben definiti e la comunicazione risulta chiara e aperta, basata su rispetto e ascolto reciproco. Quest’ultimo aspetto è fondamentale, in quanto il saper ascoltare e il saper comunicare in modo efficace svolgono una funzione preventiva contro questo tipo di problematica.
Risulterebbe utile promuovere percorsi formativi rivolti soprattutto ai più giovani, che mirino a fornire indicazioni necessarie per utilizzare al meglio il proprio strumento comunicativo.
Riuscire a individuare le giuste parole da proferire in base alle situazioni permette di instaurare rapporti interpersonali buoni e duraturi. Attraverso una comunicazione efficace, inoltre, si riesce ad acquisire carisma e forza per gestire sia l’aggressività di alcuni individui, sia gli eventuali stati d’ansia che le relazioni sociali spesso inducono.
Sarebbe, altresì, opportuno prevedere, all’interno del sistema scolastico, percorsi motivazionali per aiutare a ritrovare una sana autostima, componente essenziale per il benessere e il successo delle relazioni interpersonali. Anche per questo aiuterebbe la presenza dello psicologo come figura stabile in ogni istituto scolastico.
FONTI:
psicologiaecomunicazione.it
www.meritocrazia.eu/discorsidelpresidente