INFRASTRUTTURE E RISORSE IDRICHE: UNA PARTITA DA NON PERDERE – COMUNICATO 15.10.21
Non è mistero che, sull’intero territorio nazionale, le infrastrutture idriche siano insufficienti e che quelle esistenti necessitino di manutenzione e rinnovo. Già a una prima osservazione dello stato dell’arte, peraltro, la distanza tra Nord e Sud risulta incredibilmente marcata. L’espressione «Water Service Divide» è ormai ricorrente.
Le Regioni del Mezzogiorno fanno registrare, in totale, una dispersione idrica del 52,3%. Vuol dire che oltre la metà dell’acqua che viene immessa nei sistemi di acquedotto va sprecata.
In Sicilia è disperso oltre il 50% dell’acqua dalle reti idriche; in Sardegna si conta il 51,2% della dispersione. Sull’Appenino Centrale italiano, mediamente, l’acqua dispersa nelle reti idriche raggiunge il 48,4%, mentre nell’Appennino Meridionale tocca il 48%.
Sono oltre 1 milione e 450 le famiglie del Sud Italia subiscono delle interruzioni nella fornitura idrica. Il servizio pubblico di fognatura comunale è completamente assente in almeno 40 Comuni del Meridione; discorso simile per il servizio di depurazione, mancante in ben 339 comuni italiani, dei quali il 66,4% localizzati al Sud.
Il rischio di desertificazione è altissimo.
Anche per questo, l’Italia è già stata sottoposta dalla Commissione europea a ben quattro procedure di infrazione per irregolarità nel trattamento delle acque reflue (e la metà degli agglomerati che sono stati oggetto di condanna si trovano al Sud Italia).
Oggi il Governo conferma l’intenzione di destinare il 40% delle risorse del Recovery Plan al Sud Italia, con un’attenzione molto marcata al problema idrico.
La risoluzione delle problematiche idriche sarà la parte cruciale di un progetto che prevede 57 opere pubbliche di prioritaria importanza, dal valore di oltre 83 miliardi di euro, dei quali ben 2,8 miliardi da destinare alle infrastrutture idriche. Di questi, 501 milioni di euro sono rivolti a opere del Meridione.
Si può fare tanto.
Nella certezza che il PNRR rappresenti un’opportunità preziosa e porta via ogni alibi all’inerzia motivata con la scarsa disponibilità economica, Meritocrazia Italia reputa fondamentale accompagnare una ragionevole distribuzione delle risorse e degli investimenti in contenimento delle perdite di rete e delle interruzioni del servizio, miglioramento della qualità dell’acqua erogata e di quella depurata restituita all’ambiente, sviluppo di una rete fognaria resiliente, e riduzione dello smaltimento dei fanghi in depurazione, con
– seri interventi di riforma normativa sugli impegni degli enti locali, se del caso attraverso la ridefinizione delle sanzioni a carico di quelli che non provvedano almeno alla manutenzione idrica e l’individuazione di standard minimi garantiti;
– un’opera di reale sburocratizzazione, con accentramento delle competenze a favore del Ministero dell’Ambiente, chiamato a un impegno continuo di vigilanza. Sempre per la maggiore speditezza, per i comuni più piccoli (classificati secondo estensione in superficie o numero di abitanti) si potrebbe pensare di creare un unico bacino che abbia la responsabilità di segnalare e intervenire in caso di guasti o semplicemente per la manutenzione ordinaria;
– maggiori incentivi agli investimenti privati, favorendo le emissioni ESG (green bond e blue bond), a beneficio di una finanza etica e sostenibile diretta a riconciliare la ripresa e lo sviluppo economico con i valori ambientali e sociali.