Introdotta la figura dell’assistente infermiere: la sanità e la sicurezza dei cittadini non ammettono soluzioni tampone
È introdotta la figura dell’assistente infermiere.
L’iniziativa si inserisce in un contesto di evidente crisi della professione infermieristica, ma tale intervento, lungi dal risolvere le problematiche strutturali legate alla carenza di personale e alla riduzione dell’attrattività del ruolo, non arriva alle radici del problema e rischia, al contrario, di introdurre ulteriori criticità.
Il progressivo calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, unito alla fuga di molti professionisti verso l’estero o alla rinuncia al proseguimento della professione, deve essere affrontato attraverso strategie di lungo periodo che comprendano incentivi, valorizzazioni concrete e una revisione complessiva del sistema.
L’istituzione della figura dell’assistente infermiere, invece, potrebbe finire per compromettere l’equilibrio attuale delle professioni sanitarie, creando una sovrapposizione di competenze e responsabilità priva di un chiaro inquadramento giuridico e contrattuale.
Dal punto di vista formativo, risulta inadeguato il percorso di qualificazione previsto per gli assistenti infermieri, il quale si limita a 500 ore aggiuntive, insufficienti a garantire una preparazione adeguata alle delicate competenze che tale figura è chiamata a svolgere. La professione infermieristica, infatti, prevede un iter formativo universitario triennale, comprensivo di ore di simulazione pratica e di esami rigorosi sia teorici che pratici. Affidare agli assistenti infermieri compiti riservati alla professione infermieristica, come la somministrazione di farmaci o la gestione di tracheostomie, senza un’adeguata formazione, costituisce un rischio concreto per la sicurezza del paziente, aggravato dal fatto che tali attività rientrerebbero nelle responsabilità degli infermieri secondo il principio della responsabilità in vigilando.
Sul piano giuridico, si rileva l’assenza di un chiaro inquadramento normativo per la nuova figura professionale. La mancata previsione di una specifica disciplina contrattuale e l’incertezza riguardo all’applicabilità delle disposizioni della legge Gelli-Bianco espongono tale figura, nonché l’intera equipe sanitaria, a potenziali conflitti organizzativi e di responsabilità. Inoltre, l’assenza di un obbligo di copertura assicurativa per gli assistenti infermieri, unitamente alla loro esclusione dalle tutele della legge Gelli-Bianco, potrebbe creare una pericolosa lacuna normativa, con gravi ripercussioni sul sistema delle responsabilità mediche, in particolare sugli infermieri che, a norma dell’art. 7, l. n. 24 del 2017, potrebbero rispondere per omessa vigilanza sulle attività delegate a personale non adeguatamente formato.
Per risolvere le criticità attuali e future della professione infermieristica sono necessarie misure strutturali che prevedano un’adeguata valorizzazione economica e professionale degli infermieri e degli operatori sociosanitari (OSS).
Tra le misure utili, Meritocrazia Italia richiama l’attenzione su:
– innalzamento delle retribuzioni e migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro;
– riconoscimento giuridico delle competenze avanzate degli infermieri, tra le quali la prescrizione di farmaci in emergenza e la piena autonomia nelle procedure avanzate come l’impianto di cateteri venosi centrali;
– revisione del profilo dell’OSS, con un miglioramento delle tutele contrattuali e una regolamentazione uniforme a livello nazionale, evitando frammentazioni territoriali;
– potenziamento del ruolo dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie, nonché un rafforzamento delle risorse dedicate alla ricerca e alla didattica infermieristica nelle università.
Stop war.