LA DEMOCRAZIA È GIOCO DI SQUADRA – 27 DICEMBRE 2020
I percorsi di condivisione sono anche percorsi di crescita.
La costruzione per l’obiettivo impone studio e continua sollecitazione correttiva. L’azione sociale mirata alla conquista della cittadinanza attiva richiede la flessibilità di pensiero che soltanto un’adeguata formazione può rendere. Una formazione fatta anche di scienze politiche, sociali e giuridiche.
Studiare, però, non basta. Serve anche capacità di resilienza, contro il disfattismo della negatività. La contrapposizione delle idee fa smarrire la direzione e accompagna il decadimento valoriale, homo homini lupus. Così, in un perverso sovvertimento dei fini, la lotta per la Comunità si fa attacco individuale fine a se stesso. E si dimenticano le utilità di una società fatta di ordine politico, economico e culturale, d’equa distribuzione delle opportunità e di rifiuto delle discriminazioni.
A fotografare l’oggi, si colgono frammenti scomposti di un Paese alla deriva. Sanità e giustizia tra le immagini più sfocate. Non si contano gli errori commessi. Non si contano le vite distrutte dall’incompetenza o dalla distrazione di alcuni.
Alla base, sempre il male dell’individualismo.
Il fallimento di ogni sia pur nobile missione è sempre segnato dall’egoità di pochi, che lacera gli equilibri e distoglie dal fine. L’ambizione personale intorbidisce la purezza delle intenzioni.
In un contesto nel quale i piani sono strategicamente rivolti all’affermazione di pochi, la partecipazione democratica è vana illusione. Lo stesso concetto di democrazia si perde nella disorganica proposizione di pensieri divergenti e di individuali punti di vista. La burocratizzazione dei processi decisionali zavorra e arresta la marcia.
Ma la vera libertà è anzitutto nel rispetto delle regole del gioco.
La definizione di contorni entro i quali il movimento è consentito non è, in sé, sintomo di regime dittatoriale. È espressione del senso di Comunità. Permette a ciascuno di identificarsi in un comune progetto di vita.
Pure, affidare la decisione a chi è capace di ‘vestire la maglia del colore del disagio’ aiuta ad avvicinare il traguardo.
Democrazia è consentire a tutti di dare il proprio contributo alla costruzione dell’idea, di partecipare al momento della progettazione.
Democrazia è equilibrio.
Per comprenderlo, occorre volgere lo sguardo al bene della vita tutelato dalla regola, per quanto sgradita. Non preoccuparsi tanto della struttura quanto della funzione.
La fiducia concessa a chi ha il potere rappresentativo deve essere rinnovata sulla base degli obiettivi raggiunti in relazione al punto di partenza.
Quando la libertà di partecipazione non si traduce in giustizia sociale, è di una finta democrazia che ci si vanta.
Quando, invece, l’esercizio del potere concesso porta a regole improntate a chiarezza e stabilità valoriale, la vera democrazia è onorata.
Il desiderio di rivalsa per la libertà sottratta nel tempo da scelte politiche non realmente calibrate sui bisogni dei cittadini rende difficile accettare l’idea che la democrazia è affidamento. Più facile è farsi giudici dell’operato altrui e moralizzare azioni e opzioni operative.
La riconquista del benessere sociale è, invece, gioco di squadra. Ruoli diversi e intenzione comune. Per tutti, passione, purezza delle intenzioni, umiltà, garbo, rispetto e fiducia nelle mosse dei propri compagni, pronti a dare il proprio sostegno e fare la propria parte. Nella consapevolezza che ciascuno nel suo può fare la differenza.
Determinata a vincere la partita, Meritocrazia consegna il potere a tutti coloro che sono pronti al sacrificio dello studio e del confronto.