La disAbilità non sia una prigione: si lavori all’adeguatezza abitativa
Alle volte la disAbilità porta a una forte privazione della libertà personale.
Accade di essere costretti a restare nella propria abitazione, senza poter uscire. E, peggio, accade che le abitazioni non siano davvero adeguate alle esigenze. Case troppo anguste nelle quali non si può deambulare in carrozzine, o piene di barriere architettoniche che non si possono modificare.
Nella prospettiva di non lasciare nessuno indietro e consentire la piena equità sociale, Meritocrazia Italia invoca attenzione per questa problematica.
Chiede che sia esplorata la possibilità di ammettere una cessione temporanea dell’usufrutto di abitazioni per le quali non è possibile intervenire in modifica strutturale ma comunque adeguate alla vita di persone normodotate, in cambio del diritto di usufrutto di case popolari o unità abitative realizzate in edifici privi di barriere, per tutta la durata dell’esigenza.
In alternativa, si rivedano subito i requisiti previsti per la partecipazione ai bandi per l’assegnazione di case di edilizia pubblica, per la quale è prevista l’assenza di barriere architettoniche, da parte di portatori di diversa abilità, nel verso di consentire una maggiore accessibilità.
Stop war.