LA DISTRIBUZIONE DEI TRIBUNALI IN ABRUZZO

LA DISTRIBUZIONE DEI TRIBUNALI IN ABRUZZO

Il d.lg. 7 settembre 2012, n. 155 ha disciplinato la soppressione dei ‘tribunali minori’, stabilendo la revisione delle circoscrizioni giudiziarie (c.d. taglia tribunalini), dando così attuazione alla delega attribuita al Governo con la legge per la stabilizzazione finanziaria n. 148 del 2011.

Nella Regione Abruzzo i Tribunali interessati alla riorganizzazione della geografia giudiziaria sono i Tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto.

La privazione di interi territori dei più importanti presidi di legalità a tutela dei cittadini ha, sin da subito, allertato tutti gli operatori del sistema giudiziario interessati, unitamente alle istituzioni locali, i quali si sono resi conto della gravità che avrebbe comportato tale riforma.

In seguito, l’art. 8, d.lg. n. 155 del 2012 è stato integrato dal comma 397 della l. 27 dicembre 2013, n. 147, che dopo il comma 4 ha aggiunto il seguente comma: «4-bis.: In via sperimentale, il Ministro della Giustizia può disporre, nell’ambito di apposite convenzioni stipulate con le Regioni e le province autonome, che vengano utilizzati, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l’esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi. Le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione».

É di tutta evidenza come, con tale norma, sia stata introdotta un’interpretazione maggiormente estensiva che, oltre alla compartecipazione dei Comuni nella gestione degli immobili destinati a sedi giudiziarie, ha previsto un ruolo co-programmatorio delle Regioni con il Governo centrale; tale funzione si esplica nel definire la sussistenza dei 6 requisiti per la permanenza di sedi giudiziarie, delle quali sia riscontrata congiuntamente ed oggettivamente la necessaria funzione giurisdizionale.
In Abruzzo si è arrivati ad un importante risultato di approvazione, con il recente provvedimento n. 33/3 del 15 settembre 2020 del Consiglio Regionale, della proposta di legge alle Camere di modifica al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148) e successive modifiche.

Detta proposta di legge prevede che il Ministro della Giustizia debba disporre, nell’ambito di apposite convenzioni, che i Tribunali soppressi dall’art. 1 del richiamato d.lg. n. 155 del 2012 riprendano appieno la funzione giudiziaria nelle loro sedi, a condizioni che le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture siano integralmente a carico del bilancio degli enti locali e della regione richiedente (rimanendo a carico dello Stato le spese relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e di polizia giudiziaria).

Corre l’obbligo sottolineare come il testo legislativo proposto contiene la c.d. “clausola di invarianza finanziaria”, disponendo l’assenza di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza statale.

Per arrivare a questo importante risultato è stato svolto un lavoro congiunto di sensibilizzazione e collaborazione che ha visto come protagonisti oltre alla Regione, le amministrazioni comunali delle città oggetto dell’intervento (Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano), i rispettivi Consigli dell’Ordine degli Avvocati, il personale amministrativo dei Tribunali unitamente ai magistrati e ai Presidenti dei Tribunali nonché la società civile.

Tribunale di Avezzano
Il Tribunale di Avezzano sta vivendo una situazione di drammatica carenza di organico, sia togato che onorario, che ha interessato l’ufficio negli anni 2019-2020, e che ha visto praticamente dimezzati i giudici rispetto alla previsione tabellare.
Eppure, con i suoi 1.802,00 km quadrati di circondario, il Tribunale marsicano è il più grande per estensione territoriale della Provincia dell’Aquila (servendo la piana del Fucino e i paesi limitrofi), con un carico di procedimenti civili e penali molto rilevante.
Nonostante le difficoltà, i dati statistici confermano la diminuzione delle sopravvenienze complessive nell’anno in relazione agli affari civili del 10% rispetto a quello precedente.
Nel circondario si evidenziano, inoltre, preoccupanti fenomeni di riciclaggio e di reimpiego di capitali di origine illecita, oggetto di molteplici indagini da parte della D.D.A., che hanno dato luogo all’apertura di numerosi procedimenti penali che rendono ancor più evidente la necessità di un presidio di legalità sul territorio.
Detta proposta di legge prevede che il Ministro della Giustizia debba disporre, nell’ambito di apposite convenzioni, che i Tribunali soppressi dall’art. 1 del richiamato d.lg. n. 155 del 2012, riprendano appieno la funzione giudiziaria nelle loro sedi, a condizione che le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture siano integralmente a carico del bilancio degli enti locali e della regione richiedente (rimanendo a carico dello Stato le spese relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e di polizia giudiziaria).

Tribunale di Vaeeeeesto
Il Tribunale di Vasto, sede giudiziaria che funge da cerniera tra l’Abruzzo e le infiltrazioni della criminalità delle regioni meridionali confinanti, nonostante la grave carenza di personale verificatosi nel recente passato, ha numeri tali da consentire che resti operativo. Numeri relativi all’attività inquirente, ma anche giudiziaria è, infatti, risultato in equilibrio numerico tra i procedimenti chiusi e quelli sopravvenuti.
Nonostante l’organico dei magistrati, come detto, non sia stato sempre completo negli ultimi anni, il Tribunale vastese non è stato interessato dal problema della ultratriennalità, ovvero dello smaltimento delle sopravvenienze in funzione dell’organico che deve avvenire entro i tre anni, così come richiesto, invece, dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Non può e non deve essere trascurata, inoltre, la primaria funzione del Palazzo di Giustizia di Via Bachelet, laddove si ragioni in termini di attrattività del polo nei confronti delle imprese del territorio e nel territorio, oltre all’annosa questione dell’aggravio dei costi per i cittadini e per il sistema giudiziario, disagio da evitare nel modo più assoluto al fine di tornare ad una giustizia a misura d’uomo così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale.

Tribunale di Lanciano
Il Tribunale di Lanciano è situato in un territorio che comprende importanti realtà industriali, commerciali e artigianali, il che comporta lo sviluppo di un’importante carico di lavoro giudiziario che riesce a smaltire garantendo, con l’organico a sua disposizione, nel rispetto dei tempi, una buona durata media dei procedimenti, tanto da essere stato premiato a livello nazionale, pochi anni or sono, come uno Tribunali più efficienti sul territorio.
Il personale amministrativo ha recentemente visto un’implementazione di organico ad oggi in via di formazione, mentre dal lato della magistratura in organico, il numero è ancora sottodimensionato rispetto alle esigenze territoriali.
La soppressione del Tribunale di Lanciano comporterebbe conseguenze pesanti in relazione alla grossa mole di lavoro che esso svolge, e sarebbe un errore strategico data la buona efficienza che lo caratterizza territorialmente.

Tribunale di Sulmona
Il Tribunale di Sulmona presenta una situazione peculiare perché è situato in un territorio montano nel quale, a causa delle condizioni climatiche e dei collegamenti difficili, non ne è pensabile la soppressione che comporterebbe, specie nei mesi invernali, un disagevole e complicato spostamento sia per gli utenti ma soprattutto per tutti gli operatori della giustizia (amministrativi, magistrati ed avvocati).
La presenza di un Tribunale sul territorio è sinonimo della volontà dello Stato di mantenere la legalità nella zona.
I Tribunali, come le Procure, intese come i due piatti di una stessa bilancia, svolgono funzioni fondamentali e sono da sempre, per il cittadino, un riferimento primario, che deve essere necessariamente mantenuto, specialmente nei presidi territoriali, alla luce soprattutto del significato che ricoprono e della necessaria funzione legata ai territori stessi.

La presenza di un Tribunale sul territorio garantisce il rispetto della legge, la tutela della persona e la certezza del diritto che orienta, guida e tutela la società civile.
Privare delle strutture giudiziarie tutti questi territori caratterizzati da rilevante estensione territoriale e con alta densità di popolazione, spesso difficilmente raggiungibili, come quelli dell’area montana, presenti in Abruzzo, appare estremamente penalizzante.

Lo Stato dovrebbe garantire un rapido, sicuro ed effettivo accesso alla giustizia ai cittadini, tenendo conto delle peculiarità di alcuni territori che necessitano dei presidi di legalità.

Alla luce di quanto esposto, l’auspicio è

– che venga accelerato l’iter di approvazione dalle Camere della proposta di legge di modifica al d.lg. 7 settembre 2012, n. 155 sulla soppressione dei tribunali minori;
– l’aumento dell’organico amministrativo e giudiziario dei Tribunali regionali;
– che vengano destinate le opportune risorse del Recovery Plan a favorire gli investimenti volti ad accelerare il processo di digitalizzazione della giustizia sia in ambito del più collaudato Processo Civile Telematico, realtà consolidata in tutto il panorama giudiziario nazionale, ma anche in ambito Penale (PPT), che per contro, ha visto la luce solo nel settembre 2020 – sotto la spinta dell’evento pandemico – e che, ove non si riuscisse a scongiurare la chiusura anche delle Procure dei quattro Tribunali minori, determinerebbe non poche oggettive difficoltà al prezioso lavoro di tutti gli operatori ed in prima battuta ai cittadini;
– la riduzione della durata dei procedimenti e la semplificazione delle procedure volte ad eliminare le disomogeneità territoriali;
– l’utilizzo diffuso delle risorse del PNRR dedicati alla giustizia affinché venga migliorata l’efficienza dell’intero sistema giudiziario a vantaggio degli operatori e dei cittadini.



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