LA ECOESIONE
Una nuova coesione sociale tra uomo e ambiente
Il concetto di sviluppo sostenibile presenta una natura complessa, soggetta a numerose interpretazioni, ma la definizione universalmente riconosciuta risale al 1987 e si trova nel cosiddetto ‘Rapporto Brundtland’ dal titolo «Our Common Future». Gli enunciati principi di equità intergenerazionale e intragenerazionale hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale determinando nuovi sviluppi della nozione di sostenibilità, dappoi esteso non solo alla dimensione ambientale, ma anche a quella sociale attraverso il principio della ‘mutua coesione’.
La sostenibilità economica riguarda la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura;
la sostenibilità ambientale interessa la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali;
la sostenibilità sociale è la capacità di garantire che le condizioni di benessere umano siano equamente distribuite.
In queste tre dimensioni evolutive va ritrovata oggi la coesione, attraverso un innovativo sistema di ecocoesione.
Questo è un decennio decisivo per la lotta alla crisi climatica, e i prossimi cambiamenti investiranno tanto i grandi sistemi quanto la vita di ogni singolo cittadino.
Viene da chiedersi allora quanto le democrazie conosciute potranno spingere sull’acceleratore della ‘rivoluzione verde’ fintanto che i cittadini – ora preoccupati prevalentemente dai problemi portati dalla pandemia – sembrano mancare di una chiara percezione della posta in gioco riguardo la risposta alla crisi climatica.
Eppure il rischio climatico ha tutte le caratteristiche per suscitare una forte reazione emotiva, perché si tratta di un rischio sconosciuto, incontrollabile e che colpisce la popolazione in modo eterogeneo. Tuttavia, la generale reazione di indifferenza o negazione delle persone lascerebbe intuire che la mossa migliore per la comunicazione sia la care communication.
A questo proposito, per prevenire e vincere la resistenza al cambiamento, occorrerebbe investire in una comunicazione coerente e costruttiva, che miri a politiche climatiche efficaci e attraenti basate su co-benefici locali e tangibili, in grado così di superare i possibili pregiudizi psicologici della popolazione. Oltre a parlare delle limitazioni necessarie per il taglio delle emissioni di gas serra, il messaggio dovrebbe focalizzarsi sui benefici per la salute dalla riduzione dell’inquinamento dell’aria, dal muoversi a piedi o in bicicletta, e su una responsabile promozione dei cambiamenti di stile alimentare per la riduzione dei rischi di tumore e di malattie cardiovascolari, producendo al contempo importanti benefici per il clima e per la biodiversità.
Costruire una priorità nelle politiche climatiche non è cosa semplice, perché ci si scontra con la percezione che la maggior parte dei danni della crisi riguarderà gli esseri umani nel futuro o luoghi lontani, e con la necessità di una complessa programmazione e visione a lungo termine.
Una forte ecoesione sociale può essere la forza che nasce dal basso per spingere l’azione politica verso scelte alternative basate su un fenomeno che, seppur complesso e incerto, consenta di vincere l’effetto deterrente di complessi fattori psicologici dei processi decisionali. Di fronte alla polveriera di energia ed emozioni delle persone, le prime mosse sulla scacchiera della lotta alla crisi climatica dovrebbero dunque essere la cooperazione e la solidarietà dei governi e la facilitazione alla coesione sociale.
Pertanto, serve stimolare una diffusione di progetti simili a TEA (Transizione Ecologica Aperta), ovvero attività di comunicazione e incontri per informare e discutere le opportunità offerte dal Next Generation EU.
E, nell’approccio pragmatico che deve contraddistingue ogni attività propositiva, atto a definirne i cardini operativi, si propongono esperienze di ecoesione sociale mediante prese di coscienza dei fenomeni e conseguenze della produzione di CO2:
– creando e sostenendo nuovi percorsi formativi, con l’obiettivo di realizzare anche obiettivi di occupazione nel settore della Transizione Ecologica ed Energia, a livelli non inferiori alla media europea;
– sviluppando ed utilizzando progetti pilota di misurazione dell’impronta di CO2, al fine di compensarla sia con l’annullamento dei certificati di origine sia con azioni di eco-sostenibilità ambientale locale.
Una Transizione Ecologica basata sulle soluzioni e sui co-benefici del contrasto alla crisi climatica abbraccia l’interesse di istituzioni e cittadini, ed equivale alla scoperta di nuovi diritti alla salute, al benessere, alla giustizia e alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica per le presenti e future generazioni.
La coesione sociale è coesione ambientale.
«Non solo il diritto ma il dovere di camminare verso un impegno di rinnovamento di coesione sociale e ambientale non più revocabile» [Calamandrei]