“LA MIA MISSIONE”

“LA MIA MISSIONE”

Nella riflessione dei più noti pensatori politici, da Max Weber ad Antonio Gramsci, l’evoluzione industriale ha giocato un ruolo determinante.
Lo studio di Gramsci riportava le fasi della vita politica a quelle produttive elaborate da Henry Ford e i suoi ‘Quaderni del carcere’ descrivono con chiarezza l’ineluttabile centralità delle esigenze di produzione.
Riconosceva negli uomini comuni, quelli fedeli ai principi e agli ideali e pronti a fare squadra verso un obiettivo condiviso, quegli operai (o ‘uomini bue’, come li chiamava Taylor) vocati alla mera esecuzione di ordini di processo. Riconosceva negli uomini con capacità di visione, che rendono possibile la realizzazione del proposito, la stessa élite creativa alla quale Ford affidava il genio della progettazione. Al livello intermedio di struttura politica e processo produttivo, i ‘quadri’.
Le dinamiche evolutive portano a scoprire che i sistemi di produzione non seguono cicli standardizzati. La crescita delle imprese può essere improvvisa e agevole, specie quando sono dotate di un’architettura organizzativa che apre alla partecipazione di chiunque abbia idee vincenti da proporre. Con altrettanta facilità, però, il processo si inverte se l’ascesa non è costruita su una struttura solida e adeguata.
Questo vale anche per i Movimenti politici. La fantasiosa improvvisazione può decretare il successo immediato e la rapida crescita di consensi, ma, se non ben strutturato, anche il Movimento, come l’impresa, è destinato al collasso.
Un punto d’equilibrio può raggiungersi soltanto dismettendo ogni egoismo e perseguendo l’interesse collettivo, nel rispetto del sacrificio delle generazioni precedenti e nel proposito di garanzia di una esistenza libera e dignitosa per tutti. Verso la massima inclusione sociale e lavorativa e la tutela della salute.
Una politica solida non può vivere alla giornata, risolvendo con approssimazione problemi non previsti, ma deve saper costruire con lungimiranza e leggere i sintomi del disagio a prima comparsa, in una prospettiva di collaborazione ispirata al bene comune e non condizionata da contrapposizioni ideologiche.
Competenza, adeguato bagaglio culturale e spirito propositivo sono essenziali per ridare stabilità alla politica e far sì che i diritti civili siano promessa mantenuta.
Non è un caso che i più saldi punti di riferimento siano ancora persone ormai scomparse da tempo.
Il contributo di Alcide De Gasperi alla costruzione puntuale di un concetto nuovo di comunità ed Europa è ancora attuale e lo sarà fino a quando non si riuscirà a dare attuazione ai programmi dei padri d’Europa. Il prolungato fallimento nel raggiungimento dell’obiettivo di composizione di realtà eterogenee per identità nazionale e tradizioni culturali deve far riflettere.
L’esempio di De Gasperi, che ha messo al servizio della causa la propria esperienza personale e il proprio bagaglio culturale, resta vivo. La sua formazione cristiana non gli ha impedito di mostrare apertura e rispetto per impostazioni religiose diverse e ha fatto della libertà personale il valore primo da difendere. Ha mostrato capacità di dialogo, senza spirito polemico e con puntuale aderenza ai termini oggettivi della discussione. Ha vissuto la propria carriera politica nei termini della ‘missione’, in piena serenità di coscienza. “Ci sono molti” – diceva – “che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione”.
È tutto questo a sopravvivere nel tempo.
Chi fa parte di un Movimento si spoglia delle proprie ambizioni personali, crede nel gioco di squadra e nella forza del gruppo e punta all’obiettivo con il coraggio di chi non si arrende alle difficoltà.
È l’operosità altruistica a fare il Cittadino.
«Solo se uniti saremo forti» (A. De Gasperi).



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