LA NUOVA DIMENSIONE DEL TURISMO. PROPOSTE PER IL RILANCIO
Il Turismo rappresenta uno dei comparti produttivi più floridi del Paese.
In termini assoluti l’industria turistica mondiale genera flussi di denaro quasi uguali a quello del mercato del petrolio ed ha un tasso di crescita superiore a quello del PIL mondiale. Questa crescita così importante del settore ha prodotto di riflesso benefici economici e occupazionali in tutti quelli collegati, dalle costruzioni di infrastrutture, alla agricoltura fino alle telecomunicazioni, ai trasporti, al settore del divertimento, ma anche alle aziende innovative, alle aziende che si occupano di sviluppo sostenibile, ecc.
L’industria turistica rappresenta una risorsa essenziale per Paesi come Spagna e Grecia, o, oltre i confini europei, Malesia e Tailandia.
Nonostante la centralità del comparto anche in Italia, la percezione della qualità dei servizi turistici nazionali non sempre è positiva.
La presenza del maggior numero di siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco (51) fa sì che l’Italia sia uno dei posti più visitati al mondo. Ma a questa ricchezza di elementi non corrisponde un adeguato sostegno a tutto ciò che opera attorno al mondo turistico. In particolare, si riscontrano rilevanti carenze infrastrutturali, l’incapacità di attrarre investitori esteri, la non sempre adeguata preparazione e qualificazione del personale che a vario titolo si occupa di accoglienza, ospitalità e promozione, nonché limitate sicurezza, sostenibilità ambientale, competitività dei prezzi. Il settore sconta anche una certa lentezza nell’adozione di strumenti di comunicazione e promozione innovativi e digitali che sono diventati un elemento da cui è impossibile prescindere.
L’importante concentrazione di paesaggi sensazionali, monumenti e musei senza eguali non può più bastare. L’Italia rientra tra le 5 destinazioni più visitate al mondo, ma il settore turistico contribuisce solo per il 10% al Pil nazionale.
Il miglioramento passa per l’applicazione di un rigore e di azioni di sistema che abbiano conto di attrattività delle mete, delle caratteristiche dei luoghi e di tutto quanto gira attorno al turismo.
Il settore – durante e successivamente alla fase emergenziale – ha rivelato una fragilità alla quale serve dar risposta. Ciò nonostante la flessibilità dell’imprenditoria italiana abbia di fatto cercato di sopperire in tempo record alle mancanze che la crisi globale ha determinato; certamente la velocità di adattamento gioca un ruolo importante, ma non è decisiva nel colmare tutte le falle che la crisi Covid 19 ha originato.
Certamente i tempi di Thomas Cook sono assai lontani. Il fenomeno al quale si assiste in questo periodo è di vigoroso ripensamento del modo di fare turismo, un turismo sempre più legato alla conoscenza dei luoghi e delle radici. Si è riscoperta una nuova dimensione del turismo, quello di prossimità, che ha modificato in parte la sua natura, mettendo in fila tutti gli elementi che determinano l’attrattività di una meta; la scoperta di cammini, la narrazione dei luoghi e della sua storia, i percorsi esperenziali del comparto enogastronomico, l’accessibilità dei luoghi per coloro che hanno esigenze particolari per via di disabilità fisiche e per coloro che hanno esigenza di tipo etico-religioso, od anche per coloro che sono alla ricerca di servizi legati all’esercizio dello sport, della letteratura, dei racconti cinematografici e via discorrendo.
L’innovazione connessa alla promozione dei territori contribuisce ulteriormente a fornire strumenti a supporto della industria turistica funzionali per la sua crescita, per il trasferimento di esperienze e per la possibilità di un’accessibilità declinata secondo metodologie di nuova generazione che consentano di agire come moltiplicatore delle opportunità. La dimensione social del turismo ha accentuato la propensione del turista a condividere la propria esperienza in una cerchia di persone accomunate da stile, mood e interessi.
L’agenzia turistica specializzata delle Nazioni Unite punta sull’innovazione per dare una risposta alla pandemia. Questa risposta ha visto l’UNWTO lavorare a stretto contatto con l’OMS per mitigare l’impatto, porre il turismo al centro dei futuri sforzi di ripresa e collaborare strettamente con i governi e il settore privato per rafforzare la cooperazione e la solidarietà internazionale.
Inoltre, la crisi delle società è coincisa di fatto con i processi di globalizzazione che, se, da una parte, hanno reso tante informazioni accessibili, dall’altra hanno minato al cuore l’essenza dell’appartenenza delle persone ai luoghi. Tale scollamento ha di fatto creato un contenitore senza contenuto. Basti pensare al calvario di tanti paesi, che, svuotati dei suoi cittadini, di fatto sono diventate città fantasma. Il ripristino di quella funzione sociale di quei paesi in cui primo cittadino assume il ruolo di guida suggerisce il recupero di spazi a favore del territorio stesso, favorendo incontri, conoscenze ed opportunità e scambi.
Un ruolo centrale in questa azione di ripartenza potrebbe essere svolta, quindi, dagli enti locali, i quali hanno perso via via il loro ruolo di guida; e invece il cambiamento sta nel riconsiderare il territorio come opportunità di lavoro e di sviluppo. Ciò sarà possibile nell’individuare spazi di coprogettazione per lo sviluppo territoriale in chiave solidale, sostenibile, accessibile ed innovativa a cui far partecipare i giovani che hanno una maggiore attitudine nell’utilizzo degli strumenti di innovazione.
Tra le più utili proposte per la ripartenza,
– promuovere la valorizzazione dei borghi, innescando i processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare anche attraverso l’accesso alle misure agevolative in tema di efficientamento energetico (ecobonus) e di messa in sicurezza (sismabonus) degli stessi immobili per renderli fruibili e a disposizione del territorio per avviare progetti virtuosi per il territorio e per creare opportunità di lavoro;
– favorire la costruzione di reti fra i principali attori del sistema trasportistico italiano, fondamentale al fine di consentire la facilità di accesso dei turisti verso le aree più interne. Le vie di comunicazione ferroviario e stradale formano un uno con la rete dei servizi pubblici e privati dei trasporti; ad oggi questa offerta risulta inadeguata allo scopo: le vie di comunicazione sono spesso insufficienti e poco sicure, in quanto non vengono adeguatamente mantenute. I sistemi dei trasporti hanno bisogno di “comunicare” fra di loro e fra esse creare sinergie per i territori dell’entroterra, affinché tutte le mete possano essere raggiunte senza sforzo alcuno, con il contributo e la volontà delle persone e delle aziende che agiscono su quei territori e delle piccole realtà (associazioni culturali per la promozione del territorio) che anche esse contribuiscono alla crescita del sistema integrato turistico;
– promuovere percorsi sostenibili per la valorizzazione del territorio per la creazione di opportunità di lavoro e di crescita nei nel pieno rispetto dell’ambiente. Quindi progettare cammini, ciclovie, parchi avventura, ecc., per attrarre una utenza interessata ad un esperienza naturale e sostenibile. Ciò anche in linea con il dettame degli obiettivi Europei in tema ambientale del 2030;
– innescare azioni di promozione territoriale integrata con i sistemi produttivi locali dell’enogastronomia, in cui ai luoghi si fanno corrispondere esperienze legate al gusto, agli odori e a tutto ciò che fa riferimento alle specificità territoriali comprese le ricette della tradizione popolare ed enogastronomica di quei particolari luoghi. Ciò, per aumentare la forza attrattiva dei territori, esplorare nuove dimensioni sensoriali e fornire elementi di conoscenza della tradizione rurale locale, anche attraverso l’adozione di testimonial, per ciascun luogo, che diventa ambasciatore del gusto e della dieta mediterranea;
– focalizzare l’attenzione sulla soddisfazione dei bisogni delle persone per i territori che applicano il modello di sviluppo sostenibile partecipato che definisce le variabili da valutare e che utilizzi un linguaggio comune ed un sistema di condivisione, misura, comunicazione e crescita. Tale modello potrebbe essere di grande ausilio per comunità locali per definire ed orientare la propria offerta rispetto a idee/soluzioni assunti in modo consapevole ed inclusivo; la conoscenza di queste valutazioni darebbe esiti su: avvio nuove imprese nel settore enogastronomico, digitale, turistico, servizi a supporto, ecc. con benefici tangibili per il territorio, le aziende e le persone che in quei luoghi vive. Dotarsi di questo strumento anche con la collaborazione dei centri di ricerca pubblici e privati consentirebbe di fornire tempestive risposte e creare un giusto equilibrio tra benessere personale ed ambientale secondo criteri integrati di cultura mediterranea e sostenibilità;
– rafforzare la conoscenza, con la collaborazione delle scuole, dei processi di produzione e consumo da parte delle giovani generazioni che dando priorità all’ambiente e al digitale potranno contribuire al miglioramento delle scelte e azioni in tutto il ciclo produttivo per quei luoghi che meglio di ogni altro conosce;
– promuovere percorsi di qualificazione del personale occupato e la progettazione di percorsi formativi altamente specializzati;
– promuovere la defiscalizzazione dei contributi per 24 mesi per il personale occupato nel settore del turismo. Settore che va preservato e supportato, a partire da questa stagione iniziata in bilico. Sarebbe opportuno e necessario dare agevolazioni e defiscalizzazioni per le attività del 2020-2021, incentivando gli operatori a promuoversi in modo da preservare sia l’avviamento sia l’occupazione, in particolare stagionale;
– sostenere la creazione di reti di impresa e aggregazioni prevedendo un contributo a fondo perduto per investimenti comuni legati alla promozione di servizi digitali in comune, un credito d’imposta sull’investimento previsto dal programma di rete, misure ad hoc che favoriscano distacco e iniziative di codatorialità nell’ambito di contratti di rete rispetto alle nuove assunzioni e al personale già in organico.
Di FABIO SPILOTROS ed ENZA LARETTO