
La politica è un’arte
Il mulino è simbolo di ingegno, forza e resistenza.
Grazie alla sua particolare architettura è in grado di dare supporto a intere comunità, agevolando la coltivazione nei campi e quindi favorendo lo svolgimento di quelle attività che servono alla sopravvivenza di tante famiglie.
L’energia naturale è canalizzata in modo da produrre altra energia, da distribuire tra tutti. Senza rischi o pericoli.
Come si arriva dal mulino all’energia nucleare? O alle auto elettriche? O ai viaggi nello spazio?
Se ne parla tanto, e non ci si accorge che il passo avanti lo fa sempre l’Uomo, partendo dalla capacità di dare valore a tutto quello che lo circonda, e cercando di tenersi il più vicino possibile all’ecosistema che lo ospita.
Alla fine, le opere più importanti nascono dall’impegno di poche persone.
Oggi voglio fare il riferimento alla Democrazia Cristiana, che, grazie all’opera di un sacerdote marchigiano, Murri, messo in disparte dalla Chiesa perché bollato come rivoluzionario e perché faceva di tutto per richiamare le origini della rivoluzione francese.
A fine ottocento, la Democrazia Cristiana vedeva la partecipazione di pochissimi giovani. Nessuno allora avrebbe immaginato che avrebbe ricoperto un ruolo importante nella Storia grazie alla sintonia tra Murri e Don Sturzo, un prete siciliano poco votato all’ideologia e con un forte senso pratico. Più il primo mostrava una cifra ideologica, più il secondo mostrava di voler tenere i piedi a terra.
La volontà era quella di forzare la Chiesa nella cultura generale di ogni posto e di formare una classe dirigente adeguata al cambiamento dello schema di vita che caratterizzava i tempi.
Per fare questo, la politica non poteva vivere di improvvisazione. Doveva studiare per dare le risposte giuste. Doveva lasciarsi guidare da un leader con visione.
Questo modo di vedere le cose attecchì anche perché si riuscì ad approfittare della forza della Chiesa, del fatto che questa avesse insediamenti territoriali ovunque, facendosi punto fermo della democrazia per la prima Repubblica.
Che c’entra tutto questo con il lavoro del mulino?
Il collegamento è dato dalla stessa abilità che aveva Brunelleschi nell’unire concretezza e spirito. Anche la politica è arte. Come l’artista, anche il politico ha bisogno di senso pratico per ritrarre la realtà, ma anche di saper cogliere l’anima delle cose, il cuore pulsante di ogni momento storico.
Non è affatto semplice.
In passato era chiaro che fosse necessario vincere la povertà e dare a tutti la possibilità di crescere culturalmente. Oggi, invece, non solo serve saper costruire benessere, ma serve, a monte, far comprendere quale sia il vero benessere al quale ambire. Star bene non vuol dire essere capaci di acquistare beni materiali. Auto, moto e bei vestiti. Star bene non vuol dire neppure arrivare facilmente ai risultati più ambiti.
Il politico, come il pittore, deve disegnare la vita migliore per ciascuno, senza standardizzazioni e soluzioni preconfezionate, ma a misura dei bisogni e delle necessità di ognuno.
Il mulino rappresenta un punto fermo in grado di consentire lo svolgimento di tante attività diverse, creando benessere per tutti. Allo stesso modo la Democrazia Cristiana muoveva le fila del mondo, sollecitando uno sforzo di cambiamento culturale.
La geo-Cultura sarà il nostro mulino.