La riforma del lavoro non si riduca alla settimana corta

La riforma del lavoro non si riduca alla settimana corta

La difficoltà di costruire un dibattito politico improntato a leale collaborazione e lo scontro tra maggioranza e opposizione ora si accende sulla questione della settimana corta lavorativa.

Meritocrazia Italia sostiene da tempo che non si tratti soltanto della riduzione dell’orario di lavoro, ma che occorra dare priorità a una riforma collettiva del mercato del lavoro, con una visione quanto più strutturale e pragmatica possibile.
È necessario un migliore adattamento alle evoluzioni e alle trasformazioni economiche e sociali, per un mondo del lavoro più equo, con orari di lavoro flessibili e proiettato verso la valorizzazione della produttività.

L’Italia, pur essendo l’ottava potenza mondiale, ha un indice produttivo pro capite tra i più bassi in Europa. Eppure, la digitalizzazione e nuovi approcci gestionali potrebbero migliorare il sistema, se si riuscisse ad attuare un cambiamento culturale che parta dal vertice.

Meritocrazia Italia propone di concentrarsi sul miglioramento del welfare aziendale, per l’adeguato bilanciamento tra vita e lavoro. E’ emerso, infatti, che il principio della flessibilità e l’adozione di una politica salariale premiale hanno realizzato – nelle imprese che hanno implementato questa nuova policy – risultati positivi, con maggiore qualità e benessere dei lavoratori, nonché un rafforzamento della fidelizzazione.

Meritocrazia ritiene, inoltre, che un’altra criticità legata al mondo del lavoro sia data dalla rappresentatività sindacale e dalla massiccia diffusione di contratti pirata, che riducono le tutele per molti lavoratori. In quest’ottica, si rende necessaria una riforma che garantisca maggiore equità nella contrattazione e preveda meccanismi di tutela per coloro che oggi ne sono privi.

Per tali ragioni, Meritocrazia Italia nuovamente propone: di:
– promuovere un adeguamento culturale in grado di puntare all’efficienza, trovando equilibri tra benessere aziendale e benessere delle persone che compongono l’azienda, puntando alla cura del benessere del lavoratore, che sempre più deve sentirsi parte attiva e centrale della vita produttiva aziendale;
– creare e/o rafforzare modelli produttivi già esistenti in cui si sia ben bilanciato il rapporto tra lavoro e vita privata
– favorire un aumento della produzione pro capite attraverso l’applicazione di nuovi modelli produttivi, e ciò al fine di donare all’Italia nuova prosperità
– di definire parametri oggettivi su cui fondare la validità della contrattazione collettiva, rendendola il più possibile equa;
– investire in innovazione e formazione riconoscendo degli incentivi per la produttività.

L’approccio da utilizzare, in relazione al tema del lavoro, deve necessariamente essere a lungo termine, serio e strutturato, e mettere al centro il futuro del lavoro e dei lavoratori. Investire sul benessere della persona non solo migliora la qualità della vita ma comporta benefici all’intero sistema produttivo e all’economia nazionale. L’obiettivo ultimo deve essere quello di un sistema lavoro complessivamente più efficace, equo e sostenibile.

Stop war.



<p style="color:#fff; font-weight:normal; line-height:12px; margin-bottom:10px;">Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso consulta la nostra Privacy Policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.</p> Leggi la nostra cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi