La riorganizzazione delle ZES passi per una accorta analisi delle criticità esistenti

La riorganizzazione delle ZES passi per una accorta analisi delle criticità esistenti

La riorganizzazione delle Zone Economiche Speciali (Zes) del Mezzogiorno in una Zes unica rappresenta un passo significativo verso lo sviluppo economico delle regioni meridionali dell’Italia.

L’introduzione di crediti d’imposta fino al 45% della spesa, insieme ad altre agevolazioni e semplificazioni burocratiche, fornisce un incentivo tangibile per le imprese interessate agli investimenti in queste aree. Questo potrebbe tradursi in un aumento degli investimenti privati e in una maggiore creazione di posti di lavoro, contribuendo così a contrastare il divario economico tra il Nord e il Sud del paese.

Tuttavia, l’assenza del beneficio della detassazione per il credito d’imposta costituisce un elemento da considerare nella valutazione dei costi e dei benefici per le imprese. Questo potrebbe ridurre l’efficacia dell’incentivo fiscale e influenzare la decisione delle imprese di investire nelle Zes uniche. Inoltre, la revoca del beneficio della riduzione del 50% dell’aliquota Ires potrebbe aumentare il carico fiscale complessivo per le imprese, riducendo così la loro redditività.
D’altra parte, l’introduzione delle Zone Franche Doganali (Zfd) offre opportunità aggiuntive per ottimizzare gli scambi commerciali e ridurre i costi di importazione. Questo potrebbe favorire l’attrattività delle Zes uniche per le imprese che operano nel settore dell’import/export e migliorare la competitività delle aziende sul mercato internazionale.

In definitiva, mentre le nuove misure offrono un quadro più favorevole per gli investimenti nel Mezzogiorno, è fondamentale che le imprese considerino attentamente tutti gli aspetti fiscali e operativi prima di prendere decisioni strategiche. La valutazione dei pro e dei contro delle Zes uniche può aiutare le imprese a pianificare in modo più efficace i loro investimenti e massimizzare i benefici a lungo termine per lo sviluppo economico del Sud Italia.

Meritocrazia Italia invita a riflettere sulle opportunità a disposizione, anche per dirigere la prossima politica fiscale nazionale, sollecitando attenzione per le seguenti criticità:
– la ZES unica (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) rischia di avere tempistiche ristrette per l’attuazione;
– vi è necessità di coordinamento tra le diverse amministrazioni regionali coinvolte per garantire uniformità di applicazione e sinergie;
– vi è il rischio di disparità tra le aree interne: le diverse realtà territoriali presentano criticità e potenzialità differenti;
– per rendere pienamente efficaci le agevolazioni della ZES, sono necessari investimenti paralleli in infrastrutture materiali e immateriali (trasporti, logistica, connettività), che al momento non sembrano essere adeguatamente pianificati;
– non mancano dubbi sulla reale attrattività degli incentivi: nonostante gli sforzi di semplificazione e le agevolazioni fiscali previste, come il credito d’imposta per investimenti, c’è incertezza sulla capacità di attrarre effettivamente nuovi investimenti esteri nelle aree del Sud.

Si parta da una lucida analisi dello stato dell’arte, per interventi calibrati sull’esigenza del rilancio del Paese.

Stop war.



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