LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA IN SANITA’
La sfida di oggi
Una trasformazione epocale della organizzazione e delle modalità produttive è stata resa possibile dall’avvento dell’elettronica, dell’informatica, delle tecnologie di telecomunicazione e della digitalizzazione.
Nella sanità, l’applicazione delle nuove tecnologie presenta significative potenzialità e ha già cambiato non solamente la pratica clinica e amministrativa dei servizi sanitari, ma anche la concezione stessa della prevenzione, della diagnostica, della terapia e della riabilitazione.
È facile comprendere quale sia stato l’impatto nella diagnostica per immagini, ad esempio grazie all’introduzione della tomografia computerizzata, oppure, nella terapia fisica, alla cosiddetta radiochirurgia, o ancora alle possibilità offerte nella terapia chirurgica dalla robotica e ancora nella riabilitazione delle applicazioni della cibernetica (arti ed apparecchi sensoriali sono già realtà).
Se il presente appare futuro, nella realtà è già passato e il fluire verso la medicina delle acquisizioni tecnologiche apre a opportunità in ogni campo. La stessa assistenza sanitaria sensu strictu sarà rivoluzionata dal massiccio ricorso all’automazione ed alla intelligenza artificiale.
Se, da un lato, le mansioni fisicamente più pesanti o a maggiore rischio infettivo saranno abilmente svolte da robot, così come quelle di massima precisione e dettaglio, dall’altro l’elaborazione di sistemi sempre più raffinati di intelligenza artificiale consentirà di abbattere gli errori diagnostici sanitari in maniera automatica.
Da non tralasciare anche le potenzialità legate alla telemedicina e oggi anche alla telechirurgia con la conseguente possibilità di razionalizzare la presenza di strutture sul territorio e di migliorare il contenuto dell’assistenza, che ha la potenzialità di divenire di qualità elevata e disponibile a tutti, in tutti i contesti e con grande rapidità.
Anche l’elaborazione di grandi masse di dati (Big Data) ha grandissime potenzialità non solo nello sviluppo di nuove tecnologie e terapie, ma anche in campo preventivo per la valutazione di impatto sulla salute ed il monitoraggio di fenomeni sanitari anche trasmissibili.
Ma queste grandi innovazioni risulteranno possibili solo con:
– la predisposizione di infrastrutture tecnologiche capillarmente diffuse e strutturalmente adeguate, con più seri investimenti strutturali e particolare attenzione alla sanità,
– personale opportunamente formato e competente nell’utilizzo e nella manutenzione degli strumenti, con adeguamento delle competenze in uscita dai corsi di studio delle professioni e programmi di educazione continua aderenti alle nuove necessità e realmente formativi, oltre che all’introduzione ed alla valorizzazione di nuove figure;
– una nuova rete integrata di strutture sanitarie, realmente collegate tra di loro, tecnologicamente avanzate e congruamente dotate, strutturalmente adeguate, anche nell’ambito di una nuova sanità maggiormente territoriale ed umanizzata, da progettare e realizzare senza ulteriori indugi;
– una corretta programmazione numerica del personale sanitario, con particolare attenzione alle professionalità da sviluppare, rivedendo anche i programmi dei corsi di studio che siano orientati a sviluppare ed acquisire conoscenze e competenze in ambito tecnologico, manageriale, comunicativo, socio-psicologico e bioetico, e la formulazione dei nuovi percorsi formativi delle professioni sanitarie, che preveda un maggior coinvolgimento del SSN.
Il vorticoso evolversi delle conoscenze, unitamente ai mutamenti demografici ed epidemiologici, modificano molto velocemente i bisogni di salute della popolazione, come mai avvenuto prima.
Nel recente passato il Sistema Sanitario Nazionale ha dimostrato inerzia e scarsa capacità di adattamento al mutamento degli scenari assistenziali. In futuro, tale atteggiamento potrebbe risultare fatale per il SSN, la cui sostenibilità non è legata esclusivamente alle possibilità finanziaria, ma anche e soprattutto alla tipologia e qualità delle prestazioni erogate.
Accumulare un ritardo nella introduzione delle nuove tecnologie e nella formazione degli operatori, rischia di avere conseguenze disastrose per il diritto alla Salute dei cittadini.
Conseguentemente, al fine di garantire il mantenimento del SSN pubblico ed universalistico, l’auspicio è che questo sia sempre più rafforzato come strumento di promozione, tutela e recupero della salute umana e coesione sociale, anche combattendo convintamente il digital divide, per un’equa distribuzione delle opportunità.