LA TUTELA DELL’INFANZIA TORNI A ESSERE TRA LE PRIORITÀ DELL’AGENDA POLITICA – COMUNICATO 04.01.22
La cronaca recente si macchia continuamente di fatti di violenza sui minori, nuova e vecchia piaga sociale.
Soltanto in Italia si fotografa la triste realtà di un totale di 401.766 minori presi in carico dai servizi sociali, 77.493 dei quali vittime di maltrattamento.
Per quasi la metà dei casi, si tratta di maltrattamento multiplo e la fascia d’età prevalentemente colpita è quella compresa tra gli 11 e i 17 anni.
Un fenomeno diffuso ma molto difficile da rilevare e monitorare, sia per incrostazioni culturali che portano alla minimizzazione e alla negazione, sia perché altissima è la percentuale di sommerso.
Gli ultimi dati disponibili evidenziano che più del 90% degli abusi sui minori avviene tra le mura domestiche. E le restrizioni pandemiche, con l’isolamento domestico, hanno portato alla definitiva rottura di situazioni familiari borderline, e, insieme, un sensibile aumento di manifestazioni acute di violenza.
È fondamentale che la tutela dell’infanzia sia posta tra le priorità dell’agenda politica.
A tal fine, Meritocrazia Italia sollecita:
– un più accorto studio dei dati sul maltrattamento, per il miglior monitoraggio del fenomeno a livello nazionale, e la predisposizione di un efficace Piano per la prevenzione e il contrasto (il casellario dell’assistenza alimentato dai Comuni, attualmente esistente presso l’Inps, con minimi adeguamenti potrebbe essere uno strumento operativo importante, oggi per lo più inutilizzato);
– maggiore impegno nella prevenzione e nella promozione di stili di vita sani, con attività di sensibilizzazione e supporto alle famiglie: occorre creare una rete sociale coesa e coerente, una comunità che presti attenzione alle condizioni dell’infanzia, attraverso sistemi di tutela nelle scuole, nelle comunità sportive e nelle comunità di cura in generale;
– maggiore sensibilità da parte delle Istituzioni, perché, almeno nelle segnalazioni, all’autorità giudiziaria si affianchino pediatri e ospedali, ancora poco attivi;
– la predisposizione di sistemi di sicurezza nell’accesso ai servizi sociali, per un intervento omogeneo e più tempestivo, che possa essere più efficace e durare meno, con migliore impatto anche sugli equilibri interni alle famiglie.