LA VERA BUSSOLA DELL’UMANITÀ – 27 FEBBRAIO 2022
È complicato promuovere la Rivoluzione culturale, perché il mondo è distratto.
Siamo tutti troppo occupati tra mille impegni di natura diversa, familiare e lavorativa. Il poco tempo libero è dedicato ad attività ludiche o di diletto personale.
Non resta attimo da rivolgere al sociale.
Invece, dedicarsi anche alla promozione di un pensiero differente è fondamentale per ripristinare il giusto livello di civiltà.
Si avverte ancora l’eco dei successi dei tanti che hanno accettato i rischi di progetti ambiziosi, non interamente prevedibili negli esiti.
L’innovazione porta sempre luce anche in aree sconosciute, favorendo la conoscenza e il progresso. Le scoperte, piccole o grandi che siano, possono avere utilità diffuse, che vanno oltre lo stretto ambito di riferimento. E portano ad altre scoperte.
Dopo la straordinarietà della prima spedizione sulla luna, l’Uomo ha voluto ulteriormente forzare i propri limiti, andare oltre lo spazio consentito ed esplorare nuovi pianeti.
Nel 1970, una religiosa dello Zambia, suor Mary Jucunda, cercava di riportare l’attenzione di tutti sulle vere necessità. Non riusciva a comprendere come si potesse pensare di fare investimenti tanto significativi per andare su Marte, quando, molto più vicino, c’era tanta sofferenza della quale preoccuparsi, tanta fame e tanta diseguaglianza, tanti diritti negati, tanta povertà e tanta solitudine. Tanto da fare su una terra vinta dalla sete di potere.
Il direttore della Nasa Ernst Stuhlinger le rivolse una risposta che oggi, a distanza di anni, fa ancora riflettere. L’investimento in programma per la realizzazione della missione era, in effetti, considerevole, pur rappresentando solo una piccolissima parte del Pil degli Stati uniti e una piccolissima parte della spesa pubblica totale. Nel suo discorso, Stuhlinger mostrava apprezzamento per la profondità di pensiero e per il cuore compassionevole di suor Mary, essenziali per parlare agli altri. Per far comprendere la reale portata della missione, si aiutò, però, con un racconto. Riferiva di un conte amatissimo, vissuto nella Germania di quattrocento anni prima, che non distribuiva generosamente le proprie ricchezze ai poveri, ma scelse anche di finanziare le attività di ricerca di un artigiano del posto, che, in un piccolo laboratorio, realizzava lenti in vetro da montare dentro strani tubi. Uno sperpero agli occhi di tanti, che invece faticavano a sopravvivere. Del resto, quelle somme avrebbero potuto essere rivolte ai più bisognosi. Il tempo diede ragione al conte. Dal lavoro dell’artigiano venne il primo microscopio, che sarebbe servito come arma potente contro malattie, povertà e fame. Finanziando quella prima rudimentale attività di ricerca, il conte aveva contribuito ad alleviare le sofferenze umane più di quanto non avrebbe potuto fare dando tutto alla comunità, all’epoca colpita dalla peste.
Un insegnamento che vale per il nostro tempo e che vale per tutti coloro che sottovalutano la forza della cittadinanza attiva nella creazione di una Cultura differente.
La politica vera è quella che costruisce benessere, anticipando il disagio e scongiurando le crisi.
Non è fatta di scelte emergenziali, di secche alternative tra il sì e il no.
Non isola i cittadini e non trascura il futuro.
Bisogna correggere il tiro. E per farlo serve che qualcuno cominci a diffondere l’esempio di condotte eticamente responsabili, per tracciare la rotta.
Chi sa vivere l’altruismo si faccia bussola dell’Umanità.