LAVORO E DIGNITÀ – 22 GENNAIO 2023
Nell’ultimo ventennio le vite delle popolazioni di tutto il mondo sono state stravolte da una fortissima spinta commerciale.
Non stupisce.
La crescita delle Civiltà è stata costruita anche sulle relazioni commerciali, occasione di scambio culturale e momento di incontro di filosofie di vita diverse. Così i Popoli sono riusciti a migliorarsi.
Lo racconta splendidamente Marco Polo ne Il Milione, che rivela lo stupore di chi, immaginando di trovare nel nuovo arretratezza, incontra invece un modo diverso di vivere i valori e una diversa attenzione per le cose.
Il mercato non rappresenta un male in sé. Va solo reimpostato verso la giusta funzione, che è quella di consentire la realizzazione di interessi altri, non strettamente patrimoniali, per la migliore soddisfazione delle esigenze esistenziali.
Gli ultimi vent’anni sono stati segnati da una galoppante globalizzazione, che ha assorbito i meriti e la diversità e ha affidato il potere a pochi soggetti capaci di reggere la dimensione internazionale delle relazioni, e che hanno puntato sul profitto della quantità, a discapito della qualità.
Il fare aggressivo di un mercato proiettato al produttivismo fine a se stesso ha calpestato il valore del rispetto dell’ambiente, dell’equità sociale e dell’eguaglianza, e ha finito per svilire la funzione prima del lavoro.
Lo dice l’art. 1 della Costituzione, in apertura, prima d’ogni altra cosa, che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma il lavoro resta la priorità quando sa di democrazia, socialità, personalismo. Quando consente di realizzare le aspirazioni e non serve soltanto ad assicurare la sussistenza.
Il richiamo, nella stessa disposizione, alla sovranità popolare completa l’idea, colorando l’impegno di ciascuno di responsabilità. Non è possibile imputare ad altri la colpa per la propria infelicità quando è nelle proprie mani il potere, di cambiare le cose e di costruire la società migliore.
Quando tutto va male, è il popolo a dover reagire, anche cercando di indirizzare le Istituzioni verso la giusta soluzione a problemi che a volte neppure conoscono. Spiegando e proponendo.
Si scelga sempre la strada del sacrificio. Del dialogo. Dello studio e della formazione. Perché da questo passa la riconquista e la tutela della dignità umana.
Da sempre Meritocrazia difende l’importanza del Prodotto Interno Umano, della centralità della persona in ogni progetto politico. Il benessere non è calcolabile in moneta. Non è il Prodotto Interno Lordo il misuratore della felicità di un Paese.
Continueremo a sostenerlo con forza, proponendo soluzioni rispettose della gerarchia dei valori data da un disegno costituzionale improntato a personalismo e solidarismo. E così dando sostanza ai propositi di costanza e passione e professando la politica del garbo e della competenza.
Per le costruzioni solide, servono tempo e pazienza. Soprattutto servono fiducia e voglia di fare. Lo dimostra anche l’esperienza di tanti gruppi politici nati dall’iniziativa di pochi volenterosi e oggi investiti di istituzionalità sul piano nazionale, dopo aver attraversato crisi interne, momenti di basso consenso elettorale.
Credere nella qualità del progetto è fondamentale.
Nessun ostacolo può fermare la corsa se ci si allena con dedizione e si coltiva il rispetto, per sé e per l’altro.