
Le due metà della mela
La mela ha una forte valenza simbolica sotto almeno due aspetti contrapposti.
È al centro di narrazioni e storie diverse. Se ne mettono in evidenza le importanti proprietà curative; ‘una mela al giorno toglie il medico di torno’, recita il noto adagio. Nei testi sacri, è addirittura il frutto del peccato.
Un lato positivo e uno molto negativo, come in tutte le cose, anche nelle più semplici.
Gli esiti dell’ultima direzione nazionale di Meritocrazia hanno dato la prova di una crescita istituzionale importante. Non è scontato riuscire a catturare l’attenzione di tante persone e avere un seguito tale anche a Firenze, in una città lontana dal centro di attività principale del Movimento. Idee e proposte nuove sono state portate in discussione e tantissime sono state le interviste rilasciate. Per due giornate.
Tutto questo mi fa pensare alla vita di Archimede da Siracusa, uno dei più grandi matematici della Storia.
Archimede era votato alla scienza, ma anche alla filosofia. In molti gli attribuiscono una certa influenza sul pensiero di Platone e Aristotele. Altri ne tracciano invece le differenze sostanziali. Non c’è dubbio che si tratti comunque di uno studioso di indiscusso impegno, tanto devoto alla causa da dimenticare persino gli aspetti più banali della cura di sé. Progettò strumenti innovativi in ambito agricolo. Già al tempo, non v’era chi non riconoscesse quanto fosse avanti rispetto allo stato delle conoscenze dell’epoca. Aveva capacità fuori dal comune, e soprattutto era in grado di valorizzarle per dar forma a idee da nessun altro concepite. Fu Archimede a pensare all’utilità che potevano avere gli specchi sulle navi da guerra, per appiccare fuochi a distanza.
Tutto questo in un periodo in cui si insegnava il lavoro duro, senza le garanzie che (legittimamente) si invocano oggi.
Sono paragoni che vanno fatti, perché danno il senso della nostra missione. Fanno capire quale contributo sia possibile dare al benessere collettivo mettere a disposizione degli altri il proprio particolare sapere.
L’esperienza in Meritocrazia insegna che si cresce come gruppo soltanto se si è in grado di fare un passo avanti oltre il proprio io. Piace a tutti essere adulati o affermare la propria abilità in qualcosa, ma bisogna saper dare priorità al ‘noi’.
Come la mela, è facile passare dal bene al male in un attimo.
La politica è fatta così.
Come diceva Archimede, ogni fatto deve portare a delle conseguenze scientificamente valutabili e prevedibili. È tutto racchiuso in quell’‘Eureka’ passato alla Storia.
È certo che tutto quello che fece, Archimede non lo fece per se stesso. Non lo fece per migliorare la propria vita, ma per migliorare quella di tutti.
Tanto da morire in battaglia.
Si mise a disposizione della propria terra, dei luoghi che amava, trascurandosi e dedicando i propri sudati studi al bene della comunità, presente e futura.
Gran parte di quello che sappiamo oggi parte da lì.
Dobbiamo conservare questo insegnamento.
Stare insieme arricchisce, consente di trarre tanta nuova energia, ma accresce anche le responsabilità condivise. La scorsa direzione nazionale è stata vissuta con grande intensità e ha fatto capire a tutti quanto sia importante accantonare edonismo e individualismi.
Il nostro impegno può essere prezioso anche per le generazioni future e sono certo che se ne accorgerà presto anche chi oggi mostra indifferenza per il sacrificio della cittadinanza attiva.
Sono orgoglioso di avere la guida di un gruppo come Meritocrazia Italia.