LE INFRASTRUTTURE IN ITALIA. PROGRAMMAZIONE E REALIZZAZIONE
Nei prossimi anni, la politica infrastrutturale avrà un ruolo determinante.
Sarà necessario conciliare il riequilibrio dei conti pubblici con uno sforzo volto a rendere il sistema produttivo parte attiva della ripresa economica mondiale. Sarà necessario riallocare le risorse verso quei settori e quelle imprese con maggiore potenziale di espansione; si dovranno anche migliorare i servizi pubblici e la qualità della regolamentazione.
La dotazione di capitale pubblico è tra i fattori che determinano il potenziale di crescita di un’economia. Il potenziale di sviluppo fornito da una buona dotazione infrastrutturale è significativo.
La spesa italiana per investimenti non è stata finora inferiore a quella media dell’area dell’euro e ha avuto un impatto fortemente diversificato sul territorio. Entrambi questi elementi suggeriscono l’esistenza di importanti margini di miglioramento nell’impiego delle risorse, in particolare in alcune aree del Paese.
La selezione delle priorità soffre della mancanza di un quadro finanziario chiaro e di criteri di valutazione trasparenti.
Le misure di dotazione fisica non sono un indicatore sufficiente a determinare la necessità di un investimento, né a valutare quale tipo di intervento possa avere l’impatto maggiore sul sistema produttivo. Si tratta di carenze particolarmente rilevanti alla luce della necessità di procedere nel consolidamento dei conti pubblici, che rende indispensabile la sistematica comparazione dei costi e dei benefici di progetti alternativi.
L’efficiente realizzazione delle opere è ostacolata da carenze progettuali, normative (con riferimento al coordinamento tra i diversi livelli di governo, alla collocazione territoriale delle opere, alla selezione del contraente privato) e di monitoraggio. Se ne vedono le conseguenze nei rilevanti scostamenti di tempi e costi di realizzazione rispetto ai preventivi. Ne risulta ostacolato anche lo sfruttamento delle risorse tecniche e finanziarie del settore privato. L’impatto della spesa per investimenti sul benessere della popolazione e sulla crescita dell’economia dipende dall’efficienza con cui le risorse finanziarie sono impiegate. Gli studi indicano l’esistenza di significativi margini di miglioramento in tutte le fasi del processo di realizzazione delle opere.
E’ diffusa la percezione di un rilevante ritardo infrastrutturale dell’Italia nel suo complesso, e di alcune regioni in particolare, rispetto agli altri principali paesi europei. Tale percezione desta preoccupazione perché l’opinione prevalente in letteratura è che la spesa per investimenti abbia un moltiplicatore superiore a quello delle altre poste di spesa del bilancio pubblico e che un’adeguata dotazione di infrastrutture sia condizione necessaria per garantire stabili prospettive di crescita.
Possibili cause del ritardo infrastrutturale italiano sono: risorse finanziarie; qualità della programmazione; cornice legislativa e amministrative.
La relazione tra infrastrutture e crescita è positiva, ma la forza del legame dipende dal modo in cui sono impiegate le risorse. L’efficienza complessiva delle infrastrutture influenza sensibilmente la produttività dell’intero sistema economico, le scelte di localizzazione delle imprese sul territorio, la vita dei cittadini.
La qualità delle infrastrutture riflette quella dei meccanismi istituzionali e di mercato.
Dalle analisi emergono, carenze in diversi aspetti della programmazione, del coordinamento tra livelli di governo e nei meccanismi delle gare di appalto. Ne derivano tempi e costi di realizzazione delle opere elevati nel confronto internazionale e significativi scostamenti dai preventivi: una ridotta capacità di realizzare interventi per date risorse finanziarie.
L’analisi aggregata condotta non può tenere conto della diversa natura delle opere che concorrono a determinare la spesa complessiva, né dello specifico grado di efficienza che caratterizza la produzione di ciascuna opera.
Spesso l’analisi microeconomica degli effetti delle infrastrutture fornisce indicazioni meno positive di quelle desumibili dalle analisi macroeconomiche. Per una migliore comprensione dell’impatto delle infrastrutture sul territorio è opportuno lo sviluppo di modelli che tengano conto anche dei fattori di contesto maggiormente persistenti, come le strutture sociali e istituzionali.
Le stime effettuate evidenziano che gran parte dell’effetto della spesa per infrastrutture sulla crescita di lungo periodo proviene dalla parte di spesa pubblica effettuata in modo ‘coordinato’ sul territorio nazionale. Questo risultato sottolinea la rilevanza per sistemi istituzionali a elevato decentramento, come il nostro, di avere efficaci canali di coordinamento tra i diversi livelli di governo, in senso sia verticale sia orizzontale.
In conclusione i temi da affrontare, esaminare e su cui porre l’attenzione in futuro saranno la valutazione quantitativa della relazione tra capitale pubblico e crescita e quella del ritardo infrastrutturale del Paese. Saranno indispensabili una programmazione di lungo periodo e l’individuazione delle priorità. Cruciali anche le interazioni tra governo centrale e governi locali, tra pubblico e privato, tra autorità di regolazione e soggetti regolati.
Di ALESSANDRO SERRAO