L’EUROPA È DAVVERO INTERESSATA AD UN PIANO VACCINALE RAPIDO E PROGRAMMATICO? – COMUNICATO 02.03.21
Quante falle ha mostrato l’Europa dall’inizio della pandemia?
Dall’isolamento dell’Italia, nel primo periodo, ai mancati interventi finanziari coordinati, fino ad oggi, quando le compagnie farmaceutiche hanno optato per cedere ad altri Paesi notevoli quantità di vaccini disattendo i contratti siglati con la UE.
Di tutto ciò non si parla!
Si continua a far soffrire le persone senza una seria programmazione. Ciò conduce solo ed esclusivamente alla esaltazione delle chiusure e delle paure.
E’ il momento per capire se essere in Europa rappresenta davvero un vantaggio, visto anche che a oggi, soprattutto nei Paesi con consistente debito pubblico, nessuno percepisce dei favori ma solo restrizioni.
In Italia, come in altri Paesi membri, le prime dosi sono state riservate al personale sanitario e agli anziani ricoverati presso le strutture residenziali. Sicuramente le categorie di soggetti a priorità d’attenzione e per le quali la somministrazione risulta più semplice, per svariate ragioni.
Ora, però, le incertezze sui prossimi passi, in uno con un nuovo aggravamento della situazione epidemiologica e l’ormai usuale contraddittorietà informativa, generano allarme e preoccupazione. Rispetto alle attese iniziali, la tabella di marcia non è rispettata e non è facile fare realistiche previsioni sui tempi necessari a coprire l’intera popolazione. Si stima che, per ottenere l’auspicato effetto della c.d. immunità di gregge, ad essere vaccinato dovrebbe essere almeno il 70% dei cittadini.
Per far fronte al problema, è fondamentale riportare ordine nei piani organizzativi e operare una programmazione di breve e medio periodo improntata a chiarezza e misurata sulle giuste priorità di attenzione, con monitoraggio delle fragilità che meritano prima risposta.
In questa direzione, Meritocrazia Italia reputa essenziale e urgente:
– provvedere al potenziamento dei centri vaccinali, attraverso una più capillare distribuzione sul territorio, anche per contenere gli spostamenti, aggirare le criticità del momento del sistema dei trasporti pubblici, e scongiurare ulteriori ritardi, che avrebbero certe ripercussioni anche sulle attività produttive;
– congegnare un più fattivo coinvolgimento della medicina territoriale nella somministrazione dei vaccini che presentano condizioni di logistica e conservazione più semplici (ogni anno, i medici di famiglia partecipano alla campagna vaccinale antinfluenzale, gestiscono al massimo 1.500 pazienti e sanno come contattarli e convocarli presso i loro ambulatori o nei sedi presso i quali le ASL metteranno a disposizione locali idonei e, ultimo, ma non per importanza, svolgono una funzione determinante per sensibilizzare i pazienti a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid; ovviamente sarà necessario supportare i medici di medicina generale con personale di studio ed infermieristico, onde consentire di gestire l’aumento del carico di impegno quotidiano);
– coinvolgere le farmacie del territorio nello stoccaggio e distribuzione delle dosi, oltre che nella somministrazione dei vaccini, predisponendo la necessaria supervisione di un medico in esecuzione a quanto disposto dalla legge finanziaria 2021;
– coinvolgere i medici ospedalieri che, a causa della ridotta attività chirurgica e delle visite specialistiche ambulatoriali (spesso ridotte o addirittura sospese a causa della pandemia), potrebbero essere utile supporto nella somministrazione dei vaccini.
Particolare attenzione deve essere rivolta alla individuazione di punti di vaccinazione, atteso che sarà necessario:
– provvedere a una dotazione di dispositivi accessibili e prontamente disponibili per i casi di shock anafilattico, allergie e intolleranze al vaccino;
– assicurare la presenza di personale adeguato a garantire un corretto percorso ‘sporco/pulito’;
– predisporre aree dedicate alla ‘degenza’ post vaccino;
– mettere a disposizione dell’utenza distributori di igienizzanti o mascherine ffp2, ove necessarie;
– prevedere lo scaglionamento efficace delle somministrazioni onde evitare assembramenti, attese e disservizi (utili da soli di costituire fonte di contagio).
Meritocrazia auspica che l’individuazione delle classi di priorità rappresenti oggetto di dialogo fra Regioni e sia operata in costante interlocuzione con categorie in debolezza e singoli cittadini, perché sia data adeguata risposta a tutte le realtà locali secondo criteri uniformi ma con riguardo per le peculiari criticità. Restino in disparte parametri diversi da quelli relativi all’effettivo grado di bisogno (come livello di contribuzione al reddito nazionale, localizzazione geografica, importanza strategica del settore produttivo). Perché gli obiettivi primi di conservare e favorire coesione sociale e inclusività non cedano alla freddezza del calcolo economico.
L’auspicio è anche che la corretta informazione alle persone, anche sui rischi della vaccinazione e sull’indice di risoluzione del problema di esposizione al covid per chi è stato vaccinato, possa condurre l’intera popolazione ad aderire alla campagna vaccinale, compiendo al contempo il più solidaristico degli atti di autotutela.