L’INDUSTRIA DEL TURISMO: UN FUTURO SOSTENIBILE?
L’industria del turismo, negli ultimi vent’anni, ha conosciuto una straordinaria espansione a livello mondiale. La riduzione dei costi di trasporto e la crescita dei livelli di reddito anche nelle economie emergenti, hanno enormemente allargato il bacino dei viaggiatori. Quale sarà, però, l’impatto di una crescita così incontrollata sull’ambiente? Quali strategie adottare per lo sviluppo di un turismo sostenibile?
Oggi, il turismo è la principale attività economica del globo, seconda solo al petrolio: sono cinque miliardi gli arrivi all’anno nei Paesi del mondo e sono milioni gli occupati in questo settore. Numeri destinati a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni, con il contributo dello sviluppo di trasporti e comunicazioni, ma anche della crescita dei livelli di reddito delle economie emergenti. Parallelamente, una crescita così ‘selvaggia’, senza il rispetto dei principi di sostenibilità, solidarietà e responsabilità sociale, soprattutto nelle applicazioni del turismo di massa e di lusso, potrebbe avere effetti molto negativi su ambienti, culture, società ed economie nei Paesi di destinazione.
Per comprendere la reale entità del problema basta fare alcuni esempi.
L’andamento stagionale delle presenze turistiche sottopone i territori a dei picchi di pressione che spesso mettono in difficoltà due aspetti di diretta competenza delle amministrazioni locali: la mobilità locale e la gestione dei rifiuti. Così come la qualità delle acque dei comuni costieri, e pertanto, quella di balneazione, risente notevolmente dell’apporto dei carichi inquinanti e trofici da parte dei corpi idrici che sfociano nel territorio di pertinenza.
I numeri fotografano un contesto presente e futuro dove il tema della sostenibilità sullo sviluppo del turismo sarà molto importante: dalle emissioni inquinanti associabili al trasporto, alle problematiche relative alla produzione e gestione dei rifiuti; dall’uso intensivo di risorse naturali, all’utilizzo di prodotti a rilevante impatto ambientale; dal trattamento delle acque, alla individuazione e gestione delle fonti di inquinamento; dalla lotta ai cambiamenti climatici anche nel settore turistico, alla loro mitigazione e adattamento. Sono tutti indicatori dei quali bisognerà tener conto nell’individuazione di strategie volte a sensibilizzare compagnie, tour operator, amministrazioni e viaggiatori per lo sviluppo di un turismo sostenibile.
Ma cosa vuol dire turismo sostenibile?
Secondo la definizione adottata dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), turismo sostenibile è quella forma di turismo che soddisfa i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e, allo stesso tempo, protegge e migliora le opportunità per il futuro. È anche, per l’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Riconosce la centralità della comunità locale ospitante ed il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.
Sostenibilità è, dunque, sinonimo di responsabilità: un principio che si fonde nella regola Economy, Ethics ed Environment, dove economia, etica ed ambiente hanno pari considerazione nella mente di chi muove ed ospita persone.
In questo senso, il Green Key Program è uno standard di eccellenza leader nel campo della responsabilità ambientale e delle attività sostenibili nel settore del turismo. Si tratta di un eco-label volontario, riconosciuto da UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite) e si fonda su criteri imperativi e linee guida che le strutture turistico-ricettive dovranno osservare nel tentativo di ridurre l’impatto del servizio offerto sul territorio circostante; la loro gestione prevede l’adozione di procedure orientate al calo e al corretto smaltimento dei rifiuti, al risparmio idrico ed energetico, alla promozione della mobilità sostenibile e al coinvolgimento costante di tutti i soggetti interessati.
Anche la compagnia KLM Royal Dutch Airlines ha dato un segnale importante attraverso il lancio dell’inedita campagna ‘Fly Responsibly’ con cui vuole stimolare i viaggiatori e l’industria dell’aviazione a unirsi per rendere il mondo più consapevole della responsabilità nell’abbassare l’impatto del volo sull’ambiente. «Se abbiamo il dovere di lasciare un mondo più vivibile per i nostri bambini – recita lo spot – dovremmo chiederci se ci siano alternative più sostenibili per l’ambiente, prima di acquistare un volo». Tra queste viene citato il treno, uno dei mezzi di trasporto che producono meno emissioni, in rapporto alla quantità di persone trasportate e alle distanze percorse. Si consiglia anche di trasportare con sé meno bagaglio: se lo facessero tutti i passeggeri, gli aeroplani potrebbero essere alleggeriti di un peso consistente, riducendo i consumi, con una minore quantità di emissioni nocive per l’ambiente.
Ancor più significativo, l’impegno di MSC Crociere che, con un investimento da 5 miliardi di euro, mira all’obiettivo di avere una flotta ad impatto zero per la salvaguardia dell’ecosistema marino. Il primo passo è il varo della eco-nave MSC Grandiosa, previsto per sabato 9 novembre, equipaggiata con tecnologie d’avanguardia ed orientate a ridurre le emissioni e migliorare le prestazioni ambientali complessive sia in mare che a terra. La politica ambientale adottata da MSC comprende tecnologie innovative per migliorare la qualità dell’aria, un sistema di autoproduzione di acqua a bordo, un sistema di purificazione dell’acqua di scarico nera, la gestione ed il riciclaggio di rifiuti solidi ed un programma di riduzione dell’utilizzo della plastica.
Se, dunque, è evidente l’impegno dell’industria dei trasporti, può dirsi lo stesso per i viaggiatori? E per le amministrazioni?
La risposta non è così scontata.
Fino a qualche anno fa, il turismo sostenibile rappresentava un piccolo mercato di nicchia. La svolta è arrivata con la decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di proclamare il 2017 ‘Anno Internazionale del Turismo Sostenibile’, incoraggiando i viaggiatori a dare il proprio contributo per un turismo meno inquinante e dannoso. Il viaggiatore però, spesso, confonde un viaggio responsabile con un viaggio low-cost: chi sceglie di vivere un turismo sostenibile, non è chi rinuncia ai comfort, non è chi parte con lo zaino in spalla per affrontare cammini impervi e non è neanche chi sceglie di vivere esperienze di volontariato all’estero. Essere viaggiatore responsabile significa innanzitutto essere consapevoli. Consapevoli di ciò che ci sta attorno e del nostro impatto sull’ambiente. E ovviamente bisogna fare delle scelte sulla base di questa nuova consapevolezza: evitare l’aereo quando possibile, scegliere una struttura eco-friendly, muoversi a piedi o in bicicletta, evitare di acquistare bottiglie di plastica, scegliere ristoranti gestiti da gente del posto. «Travel, Respect, Enjoy» (Viaggia, rispetta e divertiti) riassume il vero significato del viaggiare responsabile.
Da un diverso punto di vista, le amministrazioni locali dovrebbero raggiungere la consapevolezza che lo sviluppo dell’intera filiera turistica dipende fortemente dall’efficienza, dalla qualità dei servizi.
Sia a livello comunitario che internazionale esistono strumenti a carattere volontario che permettono di implementare in modo strategico delle politiche di sviluppo sostenibile (certificazioni). Le certificazioni ambientali, da quelle relative la balneabilità ai sistemi di gestione garantiscono il mantenimento di specifici standard consentono il controllo e la gestione degli aspetti critici che garantiscono un buon grado di visibilità presso turisti e stakeholder. Tuttavia, non è sempre chiaro e definito quali siano i vantaggi e quali costi in termini di impegno per ottenere e mantenere le certificazioni. Le destinazioni costiere in particolare sono chiamate ad adottare una visione strategica dell’ambiente dove la lotta ai cambiamenti climatici, la gestione dell’acqua e dei rifiuti urbani non sia vista solo come una necessità ma un’opportunità di perseguire uno sviluppo sostenibile nel rispetto degli obiettivi di crescita economica.
Trasformare rischi in opportunità diventa quindi di primaria importanza per le amministrazioni, impegnate su più fronti. La gestione e lo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile diventano strumenti per innalzare l’attrattività per gli ospiti e la vivibilità per i residenti, mentre le politiche di riduzione dei rifiuti e della plastica, non solo si ripercuotono positivamente sul territorio ma garantiscono un’immagine al turista di avanguardia nella gestione di temi globali.
Grazie alle potenzialità offerte dall’innovazione digitale e tecnologica e della mobilità elettrica si possono creare nuovi servizi di trasporto, a basso impatto ambientale, orientati anche al soddisfacimento della domanda turistica, attraverso lo sviluppo di sistemi di micro-mobilità all’interno delle destinazioni. La riduzione della produzione dei rifiuti di plastica, l’eliminazione di questi dal litorale e la creazione di un percorso virtuoso per l’ottimizzazione del servizio di raccolta e gestione dei Rifiuti Solidi Urbani, nei territori con elevata pressione turistica, appaiono strategie indispensabili per mantenere elevato il livello del servizio turistico.
«I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole» (Charles Baudelaire).
Di ANTONINO MARESCA
[Immagine da Pixabay]