L’INFORMAZIONE È RESPONSABILITÀ – 26 SETTEMBRE 2021

L’INFORMAZIONE È RESPONSABILITÀ – 26 SETTEMBRE 2021

È in discussione proprio in questi giorni il recepimento della direttiva europea sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, a miglior tutela del copyright nel rinnovato contesto della fruizione dei contenuti creativi.

Si sa che, negli ultimi anni, il flusso informativo in Rete ha raggiunto dimensioni e velocità tali da rendere difficile monitorare la circolazione di materiale riservato. Nessuna barriera spaziale o temporale. A dannosa  di autori ed editori, e a tutto vantaggio di chi ha la gestione dei social e dei media, le redini di un universo virtuale.
Tutto viene copiato e divulgato in una maniera quasi irriverente. In più, notizie errate spacciate per vere. Notizie vere artefatte. Notizie inesistenti create. Notizie certe censurate.

Desideriamo verità e cultura, e per la verità lottiamo con determinazione, ma la risalita verso la concretezza è irta. È una battaglia impari, quella per la riconquista della libertà; una partita che si gioca fuori casa, in condizioni di svantaggio. La forza dalla parte del virtuale.
Non è mai semplice, si sa, rialzarsi dopo una caduta.

Le informazioni circolano, dicevo. E non sempre chi le riceve ha le abilità per far selezione tra quanto merita attenzione e quanto fuorvia dal vero. La nuova regolazione dovrebbe riportare anzitutto responsabilità, perché, alla fine, è certo che oggi ogni scelta individuale è orientata al prototipo di normalità quotidianamente costruito dai social, che pilotano gusti e propensioni. Che suggeriscono anche l’atteggiamento da avere nei confronti di questo o quel leader politico, mettendone in risalto alcune caratteristiche e tacendone altre.

L’informazione è vita.

Meritocrazia vuol vincere la sfida di riportare ordine, concretezza e verità, e, come in ogni battaglia, si ispira a chi ha il coraggio di perseverare, senza cedere mai alle avversità.
L’ultimo successo di Beatrice Vio insegna molto. Ha appena vinto un oro olimpico e soltanto pochi mesi fa rischiava, ancora una volta, di non poter competere mai più. Un corpo dilaniato dalla durezza della vita e l’anima resiliente di chi non ammette sconfitta.
Ma forse il mondo non è pronto a trarne ispirazione. Diviso, com’è, tra la forza della Cina, da dove è partito un contagio sulle origini del quale ci si interroga ancora, e l’incoscienza degli Stati Uniti, che restano ciechi all’irreversibilità del disastro ambientale. Dal suo, nel mezzo, l’Europa, che nelle parole si lascia affascinare dalla forza sconvolgente di una giovane temeraria come Bebe Vio, ma nei fatti si mostra disorientata, dimentica della sua stessa tradizione e del valore del solidarismo che ne ha ispirato l’origine, concentrata sugli aridi numeri del deficit pubblico, e soprattutto frammentata. Del tutto fuori focus rispetto a quello che conta.
Bebe Vio dà forma al futuro. Non sarebbe sopravvissuta senza il progresso della scienza, ma non avrebbe trionfato senza caparbietà, tenacia e tecnica. La vittoria della ragione sulla superstizione. La cultura e l’immaginazione come base della vera libertà. Perché la libertà non è nella difesa della propria identità, ma nella protezione dell’altro e della diversità.
Staremo a vedere se si riuscirà a far tesoro dell’esempio virtuoso, o se vincerà, una volta di più, quell’odio e quell’invidia che porta a buttare giù i grandi dal pantheon degli eroi.

In una nuova concezione di copyright, che è pluralismo, c’è chi si rifiuta di riciclare idee altrui e vive la passione della creatività.
Meritocrazia ricerca l’inedito nelle emozioni, in una riscoperta solidarietà, nella convinzione che, con l’unità del sacrificio e la serietà dell’impegno condiviso, l’impossibile diventa sogno che si avvera.



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