Lo Stato italiano ha bisogno che la società civile riparta dalla cittadinanza attiva
Nella quotidianità si assume il resoconto delle percentuali che, con diversi schemi, vengono attribuiti ai vari partiti dai sondaggi. Eppure pare annebbiata la valutazione alla base della scelta. In fondo i programmi sembrano sovrapporsi e ciò che invece fagocita l’informazione è il “contro” e non il “progetto”.
Ci siamo abituati alla società divisiva, del contrasto e della prevaricazione. I giornali a secondo della loro posizione politica giocano a demonizzare i leader opposti cercando negli archivi dichiarazioni contrastanti con l’attualità. Ed i cittadini sembravano indifferenti o correi del contrasto. Ad MI non sfugge che il mondo ha problemi seri ed il futuro è oggi.
Ambiente, lavoro, equità sociale, economia del prossimo dovrebbero essere il faro dei progetti politici.
Auspichiamo che la gente si concentri solo su questo.
Infatti, in una politica partitica in cui nessuno sembra riconoscersi, i cui intenti sono fin troppo afferrabili e non passano mai dalla fase dello slogan a quella dei progetti, il ruolo della società civile diviene cruciale per orientare i processi decisionali.
La vita reale, quella dei cittadini fuori dal teatro delle competizioni elettorali, non può essere ridotta a uno strumento retorico che funge da stampella per una politica che non è più in grado di rappresentare e di rappresentarsi.
È un dato che la politica di questa congiuntura storica dovrebbe giocarsi nei luoghi veri della rappresentanza: nel sociale, nelle scelte economiche di rilancio e pianificazione della spesa, nelle trasformazioni ecologiche improrogabili, nella corretta amministrazione della giustizia.
E tuttavia si alimenta l’equivoco della contrazione della partecipazione dei cittadini per adombrare la inadeguatezza del decisore pubblico a veicolare i complessi e diversi rivoli sociali in concreti programmi di visione collettiva.
Meritocrazia non cede all’inganno del disinteresse generalizzato e gioca al recupero degli spazi di discussione e intermediazione consapevole che nel momento più acuto della crisi di fiducia, non vale fagocitare e calare dall’alto soluzioni di contingenza, ne’ disconoscere il ruolo fondamentale della società civile poiché proprio la fine di una mediazione essenziale è davvero stallo della rappresentatività.
Meritocrazia Italia si fa parte attiva di questa campagna elettorale per riattivare l’ascolto sulle istanze, di una politica distratta dai clamori, affinché tornino ad essere parte del processo decisionale pubblico, affinché ogni singolo rivolo sociale sia forza propulsiva e allo stesso tempo distanza dai particolarismi soverchianti.
Nessun momento come quello della imminente tornata elettorale è più fecondo per offrire concreto apporto a una dialettica politica disorientata dalle aspettative di tornaconto affinché possa rigenerarsi e rientri sui binari del suo proprio ruolo primario.
È il tempo della consapevolezza di un passaggio decisivo non solo per la società civile, ma per il futuro della società tutta.
STOP WAR