L’OBBLIGO DELLO SCONTRINO ELETTRONICO – COMUNICATO 18.01.2020
Dal primo gennaio 2020 i commercianti al dettaglio e tutti coloro che, offrendo servizi ai consumatori finali (ad es. albergatori, ristoratori, artigiani, etc.), erano tenuti al rilascio di una ricevuta fiscale son obbligati al rispetto della nuova normativa sui corrispettivi telematici.
La norma prevede che scontrini e ricevute verranno sostituiti da un documento commerciale, che potrà essere emesso esclusivamente utilizzando un registratore telematico (RT) o una procedura web messa a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle entrate.
L’intenzione del legislatore è quella di rendere sempre più trasparente il rapporto fra operatori economici ed amministrazione finanziaria e, di conseguenza, limitare fenomeni di evasione fiscale spesso collegati ad irregolare gestione della tenuta dei registri dei corrispettivi e della comunicazione al fisco delle risultanze degli stessi.
Senza voler entrare in formalismi giuridici e tributari, certamente parliamo di un passaggio epocale, che segue dopo appena un anno l’entrata in vigore della fatturazione elettronica. E’ bene chiarire che, se l’utilizzo della tecnologia può consentire una maggiore trasparenza e può essere utilizzato a vantaggio della collettività non possiamo che apprezzare la novità. Se a ciò si aggiunge che il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DEF) stima maggiori entrate per i conti pubblici, rappresentando i corrispettivi telematici un ulteriore mezzo per contrastare l’evasione fiscale, sarebbe auspicabile che tali effetti positivi siano a beneficio dell’intera collettività.
Ma, come di solito accade in Italia ciò non accadrà!
Vengono pubblicizzati solo gli aspetti positivi della trasparenza e dell’aumento delle Entrate pubbliche, ma poi?
Fin dai primi giorni dell’anno, gli operatori stanno riscontrando importanti difficoltà (alleviate solo parzialmente da limitazioni ai sistemi sanzionatori nei primi 6 mesi) di carattere tecnico e di carattere economico. Se le prime saranno attenuate dalla moratoria sul sistema sanzionatorio, gli aggravi economici appaiono (come al solito in Italia) ricadere quasi interamente sugli operatori, spesso rappresentati da aziende di piccole dimensioni. E’ vero che la normativa istitutiva dei “corrispettivi telematici” ha previsto un bonus sull’acquisto dei nuovi ricevitori di cassa, ma considerando le peculiarità tecniche da rispettare molto spesso questo bonus (pari al massimo a 250 Euro) coprirà non oltre il 30/40% del costo da sostenere per il semplice acquisto di nuovi misuratori fiscali o di adattamento di quelli già in uso. Ma a ciò vanno aggiunti i costi aziendali nella formazione degli addetti al rispetto del nuovo sistema, nella necessaria rivisitazione delle procedure aziendali, nelle consulenze aggiuntive da richiedere.
Sorge allora una domanda: perché lo Stato nascondendosi dietro la necessità di combattere gli evasori chiede un “contributo” aggiuntivo a chi regolarmente e con sacrifici rispetta la normativa tributaria? Non è che l’introduzione dei corrispettivi elettronici altro non è che una tassa occulta sui contribuenti virtuosi o che ambiscono ad esserlo?
A parere di Meritocrazia Italia sarebbe più opportuno che lo Stato si accolli interamente almeno i costi dell’introduzione della riforma coprendoli con le maggiori entrate da questa stimata. Altrimenti nessuno potrebbe non pensare che:
➢ questa sia una nuova tassa sui contribuenti già “censiti”, forse delle peggiori perché non essendo identificabile come tale non inciderà neppure sulle statistiche di pressione fiscale;
➢ l’utopia del pagare tutti per pagare meno sia sempre più irrealizzabile.
Purtroppo l’intenzione della classe dirigente è sempre la stessa, mantenere inalterato il livello di spesa pubblica, incrementandolo purtroppo negli ultimi mesi anche di spesa improduttiva per meri fini elettorali, senza considerare le conseguenze che ciò sta generando e genererà sulla collettività. Anticipiamo la morale di chi dirà che questi fondi saranno in parte utilizzati quali bonus a vantaggio dei lavoratori dipendenti: e il tessuto economico nazionale potrà mai beneficiare di interventi equi? O il nostro legislatore considera, senza neppure impegnarsi a fingere che non sia così, ancora il mondo delle aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, degli artigiani, dei commercianti, dei professionisti ed in generale delle partite IVA come un bancomat al quale attingere (vedi appunto introduzione dei corrispettivi elettronici) senza voler considerare che si va sempre più verso la distruzione di questo tessuto economico? Il sistema appena introdotto interesserà, come al solito, solo i contribuenti già “censiti” e quindi già tartassati. I veri evasori saranno interessati solo marginalmente dalla riforma!
C’è bisogno invece di una vera riforma strutturale del sistema tributario che accompagni ogni incremento delle entrate pubbliche ad una riduzione della tassazione e che soprattutto si basi su un forte intervento sulla spesa pubblica con AZZERAMENTO di quella improduttiva. Certamente la ripresa economica del nostro paese resta un miraggio perché non c’è alcuna intenzione di incentivare la classe produttiva ad operare in Italia, continuando invece la “lotta di classe” che vede soprattutto il popolo delle partite IVA solo come evasori e non, come dovrebbe essere, una ricchezza per il tessuto sociale.