‘LUPI NELLA STEPPA’ O UOMINI DI CORAGGIO – 15 MAGGIO 2022
Uno tra i romanzi più belli di sempre, ‘Il lupo della steppa’ di Hermann Hesse, cela infiniti riferimenti autobiografici nella costruzione del personaggio di Harry Haller, intellettuale cinquantenne, vittima della propria duplice anima, di uomo, con desideri normali e sottomessa ai compromessi del vivere civile, e di lupo, fatta di propensione alla solitudine e insofferenza alle ipocrisie della cultura borghese. Spirito e istinto. Un conflitto interiore che porta Harry sull’orlo del suicidio. Lo salva Erminia, che lo guida in un viaggio di riconquista del piacere e del tempo perduto. Il finale si consuma in un teatro magico.
Hermann Hesse esprime la sua immensa profondità emotiva in un’epoca di crisi esistenziale comune, negli anni ’20, e svela la meraviglia dell’interiorità umana guardando alle contraddizioni dell’io.
Una storia apparentemente distante, racchiusa nella finzione dell’arte letteraria.
Una storia che invece racconta la verità dell’essenza di ciascuno di noi.
Non ce ne accorgiamo, perché non troviamo mai il tempo e il coraggio di fermarci a riflettere. A osservare il mondo intorno. Ad ascoltare la nostra voce interiore. E finiamo per non conoscere né la realtà circostante, né noi stessi.
Non sappiamo cogliere la verità che si nasconde sotto gli strati della sofferenza, della povertà, della inoccupazione, delle discriminazioni, delle contraddizioni sociali che portano pochi ad avere tanto e molti a non avere nulla. Non ci interroghiamo sulle vere ragioni di un’emergenza che ha messo in ginocchio il mondo per due anni, e che ancora è problema non superato. Non ci chiediamo che tipo di conflitto stiamo vivendo e quanto sia vicino a noi e alle nostre responsabilità.
Ancora, siccità, cambiamenti climatici, disastri ambientali. Quanto di tutto questo poteva evitarsi? Quanto di tutto questo si può correggere con impegno e coraggio condivisi? Quanto di tutto questo è dovuto al desiderio di accumulare ricchezza, e all’indifferenza per il domani?
La Terra non è che un punto piccolo in un universo che non ha confini, e per larga parte inesplorato. E anche noi siamo così; immersi in una profondità buia e spaventosa, abbiamo bisogno di una bussola per trovare la rotta.
In un passato ormai remoto, gli antichi trovavano lo scopo dell’esistenza nella crescita umana e culturale, nella creazione del bello, nella capacità di essere persone, di dare un contributo alla costruzione di nuove civiltà.
Oggi non riusciamo neppure ad apprezzare il valore dell’immenso patrimonio artistico e culturale ricevuto in eredità da chi invece aveva compreso la direzione, e ha saputo fare luce nell’oscurità. Un patrimonio che potrebbe consentire di dar forza al comparto turistico. Ma soprattutto, un patrimonio che insegna con la sua stessa esistenza.
Ripescando a caso, dietro la realizzazione del Colosseo ci sono anni di lavoro ingegneristico e manovale, senza l’ausilio della moderna tecnologia, senza il supporto di aiuti meccanici o elettronici. Un’opera di incommensurabile importanza storica edificata solo sulle fondamenta dell’abilità umana. La stessa abilità umana che oggi porta ad altri prodigi, come la creazione della Rete, e in particolare dei social network, che, pur nella loro utilità, però, non alimentano i sogni, non stimolano i desideri, ma li controllano e li pilotano.
Tra le proposte di riforma più recenti, è anche quella di rivedere il sistema scolastico con eliminazione delle bocciature. Di là dal merito, l’idea sollecita una riflessione. Vale chiedersi se è possibile affidare la crescita della società a provvedimenti che non trovano appiglio nel contesto culturale. Vale chiedersi, a fronte di un generalizzato depotenziamento dei meccanismi formativi, a cosa porterebbe la promozione obbligatoria. La verità è che spesso le proposte corrono in parallelo all’andamento dei sondaggi, al desiderio di affermazione di alcuni, e non al cambiamento dei bisogni dei cittadini.
Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che giochi il ruolo di Erminia, a riportare in vita il lato più umano di ciascuno di noi, verso una riscoperta socialità.
Sia la cultura a vincere l’istinto, e a scongiurare l’autodistruzione.