MERITOCRAZIA INFORMA: COVID-19 – VERSO LA SOLUZIONE?
Ha certamente destato molto interesse il Comunicato stampa della società di ricerca Moderna, con sede nel Massachusetts, che ha annunciato i risultati positivi contro il coronavirus del primo vaccino testato sull’uomo.
Per comprendere la reale portata della notizia, servono poche osservazioni preliminari sulle dinamiche di sviluppo di un farmaco (vaccini compresi).
Dopo la progettazione di un farmaco che mostri una potenziale attività per il trattamento di una patologia, si passa allo studio su animali di laboratorio (attraverso i c.dd. studi preclinici). Gli studi preclinici forniscono informazioni sul meccanismo d’azione di un farmaco, sulla sua efficacia, sugli eventuali effetti tossici. Durante questa fase, molti farmaci vengono bocciati per l’inefficacia o l’elevata tossicità. Se, dopo gli studi preclinici, un farmaco si dimostra promettente, può essere testato su soggetti umani (attraverso i c.dd. studi clinici).
Questi studi si svolgono in diverse fasi e solo su soggetti volontari che abbiano espresso il proprio pieno consenso.
Nella Fase 1, si valutano la sicurezza e la tossicità del farmaco in soggetti umani. Lo studio prevede la somministrazione di quantità diverse di farmaco a un ridotto gruppo di soggetti sani, giovani, generalmente di sesso maschile, al fine di stabilire la dose alla quale si manifestano i primi esiti tossici.
Nell’ambito della Fase 2, si valuta l’effetto prodotto dal farmaco sulla patologia in studio e la possibile dose corretta. Diverse quantità di farmaco vengono somministrate a un numero massimo di 100 soggetti affetti dalla patologia target, al fine di verificare eventuali benefici. Sebbene il farmaco abbia dato prova di efficacia su animali nell’ambito degli studi preclinici, non significa che sia efficace anche nell’uomo.
Gli studi di Fase 3 valutano il farmaco in un campione di soggetti molto più esteso affetti dalla patologia target. Nell’ambito di questa fase si valutano ulteriormente l’efficacia del farmaco e si rilevano eventuali nuovi effetti collaterali.
Il responsabile scientifico di Moderna, Tal Zaks, in una conferenza con i giornalisti ha comunicato i risultati degli esperimenti, in collaborazione con il National Institutes of Health e l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive. Attualmente lo studio non è stato sottoposto a revisione paritaria o pubblicato su una rivista medica.
Tra le informazioni emerse è che il vaccino, chiamato mRNA-1273, ha superato la Fase 1 e sono stati studiati tre diversi livelli di dosaggio, 25, 100 e 250 microgrammi – somministrati a 45 soggetti sani e tutti hanno sviluppato anticorpi rilevabili.
La notizia più importante, anche se su un piccolo numero di soggetti, è che le otto persone che hanno ricevuto dosi di 25 e 100 microgrammi hanno risposto sviluppando un titolo anticorpale uguale o maggiore di quello rilevato nei soggetti affetti e poi guariti.
L’azienda, oltre a queste notizie ed in attesa della loro validazione, racconta anche che utilizzano l’approccio tramite RNA messaggero.
Premesso che nel corso degli ultimi anni la scienza ha prodotto moltissime piattaforme tecnologiche per lo sviluppo di questi vaccini, basate su DNA, RNA, virus-like particle, peptidi, vettori virali, proteine ricombinanti, virus vivo attenuato e virus inattivato, i ricercatori di Moderna utilizzano la tecnica del RNA.
La tecnica prevede l’inserimento di una molecola di RNA, tramite vettori, nelle cellule dell’ospite inducendole a produrre la proteina che stimola la risposta immunitaria.
Al momento, come riassume l’Istituto Superiore di Sanità, le informazioni sull’antigene/i SARS-CoV-2 utilizzato per il vaccino sono limitate, ma emerge che la maggior parte ha come scopo quello di indurre anticorpi neutralizzanti contro la proteina S del virus così andando ad agire sul suo legame con il recettore umano ACE. [Fonte ISS 29 aprile 2020].
In conclusione, questi dati annunciati dal gruppo di ricerca della società Moderna sembrano essere incoraggianti sulla efficacia del loro vaccino ma sarà necessaria la loro validazione.
Nel frattempo è noto anche che sono 90 i potenziali vaccini COVID-19 in fase di studio e che Anthony Fauci, MD, della task force del coronavirus della Casa Bianca, ha previsto la realizzazione e la commercializzazione di un vaccino in 12-18 mesi.
Di RAFFAELE MIRABELLI